PAESTUM, TRA INQUINAMENTO ED ABBANDONO

di Mario Barbarisi

A guardare il tramonto sembra tutto normale ma è solo una cartolina! Il territorio del Comune di Capaccio Paestum, località “turistica” in provincia di Salerno vive un’inesorabile declino, secondo, probabilmente, solo all’abbandono dei Templi, degli antichi abitanti, per la malaria. La passeggiata serale nell’area archeologica, al buio, diventa un percorso ad ostacoli, più che guardare i resti dell’antichità si” ammirano”, si fa per dire, gli scempi moderni, con l’asfalto che copre persino la pista per i non vedenti. La scarsa illuminazione è una caratteristica tipica del posto, in particolare la Licinella sempre più dimenticata, priva di Servizi e di ogni forma di controllo. Solo qui, infatti, sembra sia possibile sfrecciare con auto e moto; a nulla sono serviti i garbati richiami del Prefetto di Salerno dopo i numerosi incidenti mortali. Oggi lungo via Licinella si notano fiori e ceri che ricordano la “via Crucis”. Eppure l’amministrazione è guidata da Alfieri, che oltre ad essere sindaco di Capaccio è anche presidente della Provincia, chi meglio di lui potrebbe intercettare i tanti finanziamenti disponibili per realizzare le opere necessarie? Solo proclami ed interviste, progetti pronti ma mai realizzati! Sarà un caso il calo di presenze di turisti? I concerti a pagamento non fanno testo, sono eventi privati! Vogliamo parlare del mare? Dove sono stati i Carabinieri forestali, dove la Capitaneria? Io, personalmente, non li ho visti. Dopo la moria di pesci sul litorale, lo scorso anno, il 2024 è stato caratterizzato da un mare che a Ferragosto si è tinto di verde e di marrone. Si diffuse la voce che si trattasse di fango, ma la puzza non lasciava dubbi. L’ARPA dopo alcuni giorni ha reso noti i risultati, altro che fango:inquinamento da ischeria coli. È scattato il divieto di balneazione, o meglio :sarebbe dovuto scattare, perché nessuno ha negato ai bagnanti la possibilità di andare in acqua, come se nulla fosse accaduto. Nel frattempo abbiamo visto anche la pesca sportiva a mare, di giorno, tra i bagnanti, nella stessa acqua “forse” ancora inquinata. Dei controlli, nonostante le foto sui social e le segnalazioni neanche l’ombra! Resta il sole di una stagione da dimenticare e di un itinerario turistico da cancellare, almeno per il momento! Chissà, forse un giorno ci sarà un futuro diverso per Capaccio Paestum. Di una cosa sono certo:accertare le responsabilità e punire i responsabili dell’inquinamento, oggi, con gli strumenti a disposizione sarebbe un gioco da ragazzi al pari di intercettare finanziamenti e di saper custodire una delle aree naturali più belle del Sud.

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