Il conflitto Israelo Palestinese è acceso e rischia di travolgere anche altre nazioni. Da un popolo, come quello israeliano, che ha subìto deportazione ed olocausto ci si aspetterebbe maggiore comprensione e rispetto per popoli che hanno fedi ed usanze diverse, ancor più se si tratta di minoranze. Ed invece tutto il mondo sta assistendo inorridito agli attacchi nel territorio palestinese di Israele. Evidentemente in nome di una presunta superiorità, nei fatti inesistente! Certo il primo attacco è stato di Hamas, ma Hamas è una forza di liberazione non è e non rappresenta la Palestina, pur esprimendo ideali condivisi per l’oppressione subita in tanti anni. Un conto è la difesa sul proprio suolo, altro è attaccare per “rappresaglia” la popolazione inerme. E poi c’è la deportazione di tutti gli abitanti di Gaza, “invitati” a spostarsi a sud, lasciando case e beni personali. Metodi di Israele che ricordano molto (troppo!) le azioni naziste di hitleriana memoria. In Israele è in Palestina ci sono stato ed ho visto il muro, una prigione a cielo aperto ma controllato, i check point armati, un popolo affamato, sfrattato e sotto assedio. C’è da augurarsi che si fermi la guerra e si apra il dialogo, trovando una soluzione pacifica, in grado di spegnere il fuoco nella polveriera mediorientale.