SANREMO NON È PIÙ UN FESTIVAL…
Editoriale di Mario Barbarisi
Sanremo non è più un Festival canoro, almeno non più in maniera esclusiva come lo era un tempo, quando a primeggiare erano le canzoni, magari con testi censurabili, secondo le “usanze” e le regole dei tempi. Da alcuni anni Sanremo è uno spettacolo, una kermesse che ha sostituito i varietà, all’interno c’è tanta musica, anche di buona qualità, ma il contorno, tra monologhi e sketch, prende sempre più spazio, facendo dimenticare la mission di una vetrina importante. Dove c’è musica e cultura non c’è guerra, proprio per questo sarebbe meglio tornare al passato: più canzoni e meno teatro! Come definire i calci di Blanco ai fiori sul palco? E le ospitate con monologhi? Tutto spazio sottratto alle canzoni! E così si allungano i tempi e Sanremo non è più Sanremo: gli italiani che hanno la fortuna di avere un lavoro al mattino devono alzarsi presto, i ragazzi devono andare a scuola, gli studenti hanno da seguire i corsi all’università… insomma il mondo gira a ritmo diverso, “normale”, più contenuto, rispetto a pochi privilegiati, principalmente addetti ai lavori, solo pochi possono restare in piedi a tarda notte per dormire fino all’ora di pranzo! Al sabato, serata della finale, si può fare una eccezione, infatti gli ascolti aumentano, ma gli autori del festival, evidentemente, non se ne accorgono, e così l’anno seguente, ripropongono la medesima formula. Amadeus bravo, anzi bravissimo, ma ci sono anche altri conduttori, si possono anche cambiare le formule, anziché dare l’esclusiva! Gianni Morandi, poi, una garanzia di qualità, brillante anche la Ferragni:finalmente sul palco dell’Ariston, per la rassegna musicale italiana per eccellenza, c’è più Italia, perfino l’inno di Mameli, cantato a squarciagola dal pubblico, sotto l’occhio vigile e compiaciuto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.