OLTRE UN MILIONE E MEZZO DI ITALIANI HA LASCIATO IL LAVORO

A cura di Mario Barbarisi

1,66 milioni di italiani,  nei primi nove mesi del 2022, hanno lasciato volontariamente il lavoro. Si tratta di un dato in aumento e di un fenomeno presente in tutto il mondo. Nell’anno appena concluso si è registrato un più 22% rispetto allo stesso periodo del 2021, anno in cui il dato era pari a 1,36 milioni. Ad evidenziare il fenomeno è la nota trimestrale sulle comunicazioni obbligatorie a cura del Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico. In un periodo caratterizzato da crisi e disoccupazione sorprende che ci siano tanti abbandoni volontari. Dopo i contratti a termine, le dimissioni volontarie rappresentano la quota più alta. Altro dato che emerge è l’aumento dei licenziamenti, nei primi nove mesi del 2022 sono stati circa 557 mila contro i 379 mila dello stesso periodo del 2021, un aumento del 47%.

Proprio per le innumerevoli difficoltà di trovare oggi lavoro è lecito chiedersi: perché dimettersi spontaneamente? Una risposta immediata richiama alle difficoltà per incompatibilità ambientale o addirittura a molestie subite e, giustamente, non tollerate, non sempre denunciate alle Autorità competenti. Ma c’è anche dell’altro: una ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, rivela che chi cambia lavoro sceglie altro per cercare benefici economici (46%), per migliori opportunità di carriera (35%), mentre il 24% abbandona il lavoro alla ricerca di una maggiore serenità, o per inseguire   passioni personali (18%). Ovviamente i dati diffusi pur essendo significativi non includono tutto il sommerso, il cosiddetto “lavoro in nero”, che sfugge ad ogni censimento. Si stima che in Italia la percentuale dei lavoratori “non regolari” sia all’incirca del 12%,quasi 3milioni di persone.

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