IL NATALE SCOMODO, TRA GUERRE E CARESTIE.
Di Mario Barbarisi
Nel mondo, attualmente, sono in corso ben 59 guerre! l’invasione dell’Ucraina è solo l’ultimo di un lungo elenco di conflitti: Afghanistan, Myanmar, Nigeria, Libia e Palestina, nessuno (o quasi!) sembra volersi interessare alle popolazioni del mondo colpite; per tanti di loro la guerra rappresenta, purtroppo, la normalità. È lecito chiedere: sarà possibile un giorno avere un mondo in pace, senza guerre? Una domanda difficile per una risposta davvero impossibile da ottenere nell’immediato. C’è, evidentemente, una follia collettiva che serpeggia: ovunque si alimentano, di fatto, le condizioni di vita che spesso sfociano in odio razziale, etnico, religioso… e la cui unica soluzione sembra essere l’uso della violenza, di qui la guerra. Sembra non esserci via di uscita, l’unico a parlare incessantemente di pace è papa Francesco. L’aumento registrato negli ultimi dieci anni dei flussi migratori suoni come campanello di allarme per un mondo che ha creato confini laddove la terra, in origine, era di tutti, nessuno era escluso. Gesù, Maria e Giuseppe non trovarono posto, allo stesso modo in cui, oggi, non trovano posto i profughi, respinti senza essere accolti, anziché ricevere aiuti e soccorso.
Che NATALE è questo? È il giusto spirito della festa che bisogna saper recuperare per uscire allo scoperto promuovendo percorsi di pace, nella speranza che il prossimo Natale sia migliore, per tutti!