MONTEFORTE IRPINO, IL PAESE ABBANDONATO
Dopo il boom demografico, che nel 2009 fece superare quota 13mila abitanti, Monteforte irpino si ridimensiona, oggi conta poco più di 11mila anime. È forse un caso? Cominciamo col dire che le colate di cemento hanno prodotto negli anni, complice la costruzione post sisma, un caos urbanistico senza precedenti, oggi il paesino in provincia di Avellino scelto da tanti per abitarci tranquillamente non è più tanto tranquillo. Il Paese fa di sicuro notizia, ma solo per la cronaca. Di recente l’operazione condotta dalla DIA di Napoli ha portato ad arresti di esponenti del clan Sangermano, tra l’altro veniva contestata l’imposizione della vendita di mozzarella ai ristoranti. Un episodio che la dice lunga sulle infiltrazioni presenti a più riprese nel territorio. Ma ciò che ha segnato una svolta è l’abbandono urbanistico, visibile, sotto gli occhi di tutti, non solo nelle innumerevoli traverse e viuzze, ma in quelle arterie principali che dovrebbero brillare, essendo porta di ingresso alla città capoluogo, con un territorio vasto che inizia a pochi metri dall’uscita autostradale Avellino Ovest.
Quale giustificazione potrà mai produrre un Sindaco o un amministratore per un semaforo non funzionante da anni, il cui scheletro resta appeso mostrando l’incuria che regna sovrana, con auto parcheggiate sui marciapiedi, a cui si aggiungono strisce pedonali e segnaletica stradale assente o insufficiente. È perfino difficile stabilire dove comincia e dove ha fine la proprietà privata, ogni tanto un paletto non autorizzato, un cartello fai da te, un marciapiede alla Gaudí, come non si usa fare più nemmeno nella peggiore delle periferie urbane del profondo sud più a sud. “Benvenuti a Monteforte irpino”, un cartello così manca, è sicuramente una scelta di stile, si sottintende il messaggio: meglio lasciare spazio alla fantasia, la realtà non si può davvero accettare. Il risultato, per ora, è il calo demografico.