IN ITALIA NON SI INVESTE PER L’ISTRUZIONE SCOLASTICA
La spesa per l’istruzione penalizza il Mezzogiorno dove gli abbandoni scolastici superno il 15% degli iscritti.
UNIMPRESA, nel recente rapporto ”I giovani e l’Istruzione”, denuncia che l’Italia, a confronto con altri Paesi dell’Unione Europea è agli ultimi posti per gli investimenti nell’istruzione:appena 8.514 euro per studente, contro una media di 10mila euro degli Stati Uniti (-15% UE). Il Paese investe per scuola e università poco più dell’8% del bilancio statale a fronte del 9,9% medio registrato nell’Unione Europea. La Francia è al 9,6%,la Germania al 9,3%,la Svezia al 14%. Un divario che può essere colmato con il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilenza con il quale sono stati assegnati all’Italia 191,5 miliardi, il 16%,pari a 30,6 miliardi destinati all’istruzione e ricerca.
Secondo il Presidente onorario di UNIMPRESA, Paolo LONGOBARDI, “La scuola deve ripartire definitivamente e deve ripartire in presenza. Il Ministro dell’Istruzione,Patrizio Bianchi ,sta agendo bene e sta facendo il massimo per la presenza stabile in aula di tutti gli studenti. La didattica a distanza è stato uno strumento di emergenza,ma continuarla ad usarla peggiorerebbe la nostra situazione,già molto in ritardo rispetto al resto d’Europa”.
Nel Continente europeo il 76% dei giovani laureati trova lavoro dopo circa un anno, mentre in Italia la percentuale di giovani in cerca di occupazione all’estero continua a crescere e ad avere un peso sul bilancio statale.
In Italia il tasso di abbandono scolastico degli ultimi dieci anni è per i giovani tra i 18 e 24 anni che non proseguono gli studi di circa il 13,5%. I tassi di abbandono passano dal 16,7% medio nel Sud al 9,6% nel Nord- Est. Nelle regioni meridionali di Calabria,Campania,Sicilia,Puglia e Sardegna, il tasso dell’abbandono scolastico supera il 15%,mentre in Abruzzo,Friuli Venezia Giulia,Marche e Umbria, oltre il 90% della popolazione scolastica decide di proseguire gli studi.
Alfonso Santoli