LA STORIA DEL MILITE NOTO, I SENTIERI DELLA MEMORIA

Si è svolto (24Novembre) nella splendida cornice de ” per le vie del Greco”, nel Comune irpino di Tufo, l’incontro dibattito per la presentazione del libro “P DI PARTIGIANO” scritto da Pasquale Donnarumma. Al tavolo dei relatori erano presenti oltre l’autore anche Ranieri Popoli, Michela Arricale e Mario Barbarisi, con una sala gremita (era presente anche il Primo cittadino di Tufo), segno di partecipazione e condivisione dei temi narrati nel libro, a giudicare anche dai numerosi interventi del pubblico. Si tratta di un testo che inizia con il racconto della vita vissuta nella campagna Irpina, dalla vigilia del secondo conflitto mondiale fino agli accadimenti di una guerra che ha lasciato il segno nelle generazioni contemporanee, e con una storia, quella del Montenegro, tutta da riscrivere; un testo originale che insegna l’importanza dei valori, della resistenza, e racconta il sacrificio e i dolori di una guerra combattuta con ardore e coraggio per donare alle future generazioni la libertà e la democrazia. Quanto fosse attuale il messaggio del libro lo ha ricordato ai presenti l’avvocato Michela Arricale del CRED (Centro Ricerche Elaborazione per la Democrazia), un mondo in fiamme con dittature che continuano a negare diritti fondamentali, spesso nel silenzio degli organismi internazionali deputati al controllo. Ranieri Popoli, esponente di Sinistra italiana, ha sottolineato l’importanza dei valori trasmessi dal testo, una testimonianza autentica di coraggio che ha permesso di donare al Paese la democrazia, un bene da difendere e far conoscere per impedire che la storia ripeta gli errori del passato (per gli interventi si rimanda alla pubblicazione della registrazione audio). Mario Barbarisi si è soffermato su alcuni episodi narrati nel libro, invitando i presenti a leggere il testo, uno spaccato della realtà contadina di una Irpinia generosa e fiera delle proprie origini e tradizioni. A tal riguardo Mario Barbarisi si è soffermato sulla composizione posta in bella vista dinanzi al tavolo dei relatori:un grande e antico baule sul quale poggiava una macchina da scrivere, insieme ad una lanterna da minatore e ad un pezzo di zolfo. Un ricordo dell’attività estrattive dello zolfo, praticata a lungo a Tufo, nelle miniere attualmente chiuse, la lampada utilizzata dai minatori e la macchina da scrivere che ricorda gli intellettuali, da De Sanctis a Guido Dorso, che hanno dato lustro all’Irpinia tutta e al Meridionalismo. Il baule, sostituito oggi da comodi trolley (valige a rotelle) , ricorda il fenomeno dell’immigrazione, oggi tristemente ripreso, con tanti giovani che lasciano, oggi come decenni fa, la propria terra in cerca di miglior sorte, una emorragia che va sicuramente arrestata per RI-costruire la vita nelle aree interne del Sud, spesso dimenticate. Solo così, costruendo con migliori condizioni per tutti, si potrà dare un senso compiuto al sacrificio di P e di tantissimi altri giovani italiani.

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