ISTAT- ITALIA SENZA NASCITE, PIÙ POVERA E VECCHIA.
In Italia nel 2020 si è sfiorato il minimo delle nascite e il massimo dei decessi
L’Istituto di Statistica,anche se in via provvisoria,segnala la straordinaria caduta delle frequenze delle nascite (la media di 992 nati giornalieri in confronto dei 1.159 del mese di gennaio del 2020.”nel bilancio anagrafico mensile risultano iscritti in Italia 30.367 nati, 5.151 in meno rispetto allo scorso anno. Come si può notare si tratta di una decrescita sette volte più grande di quella registrata nel mese di gennaio 2020, allorchè si ebbero 729 nati in meno rispetto allo stesso mese del 2019,mentre in termini relativi giunge a configurare una variazione negativa a due cifre (-14,3%),superiore di altri dodici punti percentuali a quella corrispondente nel 2020”. Con queste notizie il presidente dell’Istat Gian Carlo Blanciardo ha dato notizia agli italiani che si stanno avviando a sparire per sempre. “La fase del calo iniziata con la crisi,si riflette specialmente sui primi figli che si sono ridotti del 28% tra il 2008 (283.922,pari al 49,2%del totale dei nati) e il 2018 (204.883,pari al 46,6%).Nello stesso arco temporale sono diminuiti del 20%. “La crescente denatalità e l’invecchiamento creeranno un ingente danno sia sul mercato del lavoro,sia sul sistema pensionistico. Tra il 2045 e il 2050 il picco dell’invecchiamento colpirà l’Italia con l’alta quota degli ultra sessantacinquenni,vicina al 35%,mentre l’età media entro la metà del secolo passerà dagli odierni 44,7 anni a 50 anni.
Alfonso Santoli