SOCIETÀ PARTECIPATE… LO SPRECO INFINITO DI DANARO PUBBLICO

La zavorra insostenibile delle Partecipate che producono un passivo di 104 miliardi di debiti,il 74% al Nord

Lo scorso anno la Corte dei Conti è intervenuta con severità sulla gestione delle Società partecipate che hanno creato una voragine di 104 miliardi di debiti, di cui il 74% al Nord.”La gestione finanziaria –scrivono i Magistrati contabili- dimostra una netta prevalenza dei debiti sui crediti in tutti gli organismi esaminati. Nel complesso i debiti ammontano a 104,41 miliardi di euro, circa un terzo attribuibile alle partecipazioni totalitarie. La gran parte dei debiti è stata contratta dalle partecipate del Nord (il 74%) con una forte concentrazione in Lombardia (26,5 miliardi),Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna (rispettivamente 12,71 e 8,89 miliardi).Nonostante la rigidità per i presupposti per derogare  ai principi di concorrenza su un totale di 15,139 affidamenti –continua la relazione- le gare con impresa terza sono soltanto 828 e gli affidamenti a società mista,con gara a doppio oggetto risultano 146. La Corte dei Conti, a chi chiede questi continui passsivi nei bilanci risponde:”In molti dei settori creditizio e fieristico,la crisi assume un carattere strutturale e non congiunturale”. Sono società nate per generare debiti. In tutta Italia nell’anno 2017 le Società erano 7.090,di cui attive effettivamente 5.766,mentre al momento sono poco meno di 6mila che danno lavoro a 327.807 persone producendo più debiti (104 miliardi) che crediti (53 miliardi) occupando diverse attività (rifiuti,trasporti,acqua… ) e gestiscono,soprattutto, una grande quantità di danaro con risultati non soddisfacenti. “Sul piano territoriale –annotano i magistrati contabili – si rileva che in quasi tutte le Regioni del Nord il fenomeno delle perdite di esercizio non interessa più di un quarto degli organismi ivi censiti, mentre nelle restanti aree il trend  negativo è più diffuso (sfiorando il 40% in Campania, Calabria e Sardegna), ma è comunque di minore impatto a livello complessivo.

Guardando il profilo quantitativo,si osserva che oltre quattro quinti delle perdite sono concentrate tra gli organismi del Nord”. Secondo la Corte dei conti:”Dagli esiti della revisione straordinaria,emerge che il 37,35% delle Società versa in condizione da richiedere un intervento di razionalizzazione da parte dell’Ente proprietario”.Il motivo va ricercato nella presenza di Società doppione,quelle che hanno più amministratori che dipendenti,quelle fantasma delle quali non si conoscono nè bilanci e né scopi, che sono oltre mille. Sono 1.701 le Società che hanno più amministratori che dipendenti. Il primato appartiene al Trentino-Alto Adige ,seguito da Lombardia,Veneto,Piemonte e Sicilia (82 su 229).

Alfonso Santoli

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