CORONAVIRUS, NULLA SARÀ COME PRIMA

Editoriale di Mario Barbarisi

Chi poteva sapere che il 2020 sarebbe stato un anno Horribilis:era cominciato con il devastante incendio che ha bruciato gran parte dell’Australia, proseguendo con i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico, fino ad arrivare ai primi segnali del Virus. Sembrava essere un problema, almeno all’inizio, solo cinese, ed invece da lì a poco, il problema avrebbe riguardato tutto il pianeta, investendo dapprima l’Italia, in particolare le regioni del Nord, “guadagnandosi” il passaggio da epidemia a pandemia, e poi tutta l’Europa, fino a raggiungere le terre di Colombo e Vespucci. Nessuno avrebbe potuto sapere di una simile sciagura, tuttora presente in maniera minacciosa e per nulla indebolita. A dir il vero c’è una visione che in maniera molto dettagliata aveva descritto quanto è accaduto, anticipando i nostri giorni, si tratta del libro di Silvia Brownie, pubblicato nel 2012. Otto anni fa la sensitiva scriveva che nel 2020 la popolazione sarebbe stata costretta ad usare guanti e mascherine per difendersi da un virus. La previsione che, ad oggi, manca è quella che descrive il dopo coronavirus: cosa ne sarà dei sopravvissuti, come sarà il mondo dopo questa sciagura? In tanti si affannano a continuare nel sostenere impegni e ritmi quotidiani, come se nulla fosse, ma sappiamo bene che non è così: l’inizio dell’epidemia proseguito come pandemia ha segnato in maniera indelebile la nostra epoca:nulla sarà più come prima! Quel che è certo è che prima o poi finirà, ma la vita conoscerà cambiamenti radicali: sarà difficile stringere mani ed abbracciarsi senza avere il dubbio che il contatto possa aver causato un pericoloso contagio. Ma c’è dell’altro: la società dei consumi dovrà abituarsi ad una Austerithy forzata, ad una ricchezza minore, ad un benessere minore. Ci sarà più povertà e meno lavoro equamente retribuito. Si conteranno i danni, in tutto il pianeta! Si comincerà dai morti, perché dietro ogni numero dei decessi c’è una storia, che non è solo riferita al quadro clinico, ma alla persona, all’individuo e ai rapporti umani interrotti. Sapremo, soprattutto, cogliere i segni di questo tempo? Mai prima d’ora, nemmeno durante le guerre, era capitato di non potersi riunire insieme a parenti, amici, conoscenti, o per i fedeli di celebrare Messa, di riunirsi per pregare, e dover assistere all’impossibilità di seppellire i morti senza somministrare loro i sacramenti e senza un rito di degna sepoltura. Se ciò era avvenuto in passato si riferiva a piccole comunità e a periodi di tempo molto limitati. Le chiese oggi sono chiuse! Non si celebra messa, se non in modo virtuale,grazie a Pastori illuminati, ma per gli anziani che non hanno dimistichezza con i new Media è tutto inutile, quindi è tutto fermo. Siamo in periodo di Quaresima. C’è chi ancora pensa di tornare alla vita di prima. Siamo al cospetto di un fatto epocale, e come tale destinato a cambiare abitudini e stili di vita. Nulla sarà più come prima, raccontando un fatto, per definire il tempo della narrazione, si dira’ se è avvenuto prima o dopo la PANDEMIA, così come si dice prima o dopo Cristo. È bene che ci prepariamo, sin d’ora, a ciò che sarà il dopo pandemia, riscoprendo aspetti decisamente positivi, a cominciare dal mettere la persona al centro delle azioni quotidiane, creando una economia in grado di offrire maggior benessere per tutti e non solo vantaggi per pochi, utilizzando la tecnologia come strumento di unione e non di divisione, investendo nella Ricerca, nella Sanità, nella Cultura e non in pericolosi esperimenti nucleari o in armamenti sofisticati. E soprattutto:imparare a rispettare il Creato. Sappia la stessa Chiesa cogliere i cambiamenti necessari, come ha ricordato nei giorni scorsi Papa Francesco, durante una Omelia dalla cappella di S. Marta, non c’è spazio per i don Abbondio. Siamo tutti chiamati a non nasconderci, a non avere paura, ad assumerci le responsabilità, a non costruire privilegi… Se dopo il Coronavirus il mondo non cambierà rotta, allora si sarà trattato di una occasione sprecata per poter praticare attraverso un “reset” la vera conversione dei cuori e delle menti.

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