CAMPANIA-LA BUONA SANITÀ RISCHIA DI ESSERE UN CONCETTO ASTRATTO
Dopo aver esultato per essere riuscito a tirar fuori la regione dal commissariamento della sanità pubblica, il Governatore Vincenzo De Luca, farebbe bene, a nostro avviso, a sedersi con sindacati e operatori sanitari per ridisegnare la Sanità pubblica in Campania. È inutile, infatti, sventolare, il risanamento specie se è frutto di tagli indiscriminati alla spesa e alla soppressione di Servizi fondamentali per il cittadino. Di recente la popolare Agenzia di rating “Standard & Poors” aveva espresso apprezzamento per l’azzeramento del debito. Ma il Servizio sanitario va ben oltre la misura finanziaria. Chiediamo a De Luca se è normale attendere 4 mesi per una colonscopia, ad esempio, o tempi superiori ai 60 giorni per altri accertamenti. Nelle Redazioni giungono lettere che assomigliano a vere e proprie richieste di aiuto. L’utente che si è sentita dire che dovrà attendere fino ad Aprile, ha presentato la richiesta al CUP dell’azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, che rappresenta una delle vere e proprie eccellenze nel settore, sia come struttura che come personale medico e paramedico. Non osiamo allora immaginare cosa avviene nelle altre strutture del territorio, dalle piccole realtà delle provincie fino ai grandi Ospedali di Napoli e Caserta. Le lunghe liste di attesa per esami e degenze sono la conseguenza di tagli, in alcuni casi scriteriati, operati negli ultimi anni. L’effetto prodotto è un Servizio sanitario incompleto, per non dire malfunzionante, con il gran favore, involontariamente concesso, alla Sanità privata. Un giro di soldi che non aiuta gli utenti e, di fatto, mortifica le professionalità del Pubblico. Prendendo in prestito il titolo dell’ultimo film di Cetto (Antonio Albanese) diciamo che la Sanità in Campania ha bisogno “senza dubbiamente” di nuovi investimenti e di personale, nuove assunzioni qualificate: tagliare la spesa è semplice, fare in modo che le cose funzionino per il verso giusto è ben più difficile. Se il modello della Sanità pubblica in Campania dovesse un giorno anche solo avvicinarsi agli standard dello stesso Servizio erogato dalla regione Emilia, allora l’euforia della politica sarebbe giustificata e comprensibile.