IRPINIA-SALVARE ALTO CALORE SERVIZI? DECIDERÀ CASSA DEPOSITI E PRESTITI.
Dopo l’incontro presso la sede dell’amministrazione provinciale di Avellino, dove erano presenti l’amministratore Unico di ACS, Michelangelo Ciarcia, il vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, il Governo, rappresentato dal Sottosegretario Carlo Sibilia, sono circolate voci discordanti, tra queste, in particolare, che i 5Stelle fossero dell’idea di non concedere i finanziamenti necessari a risollevare ACS dalla montagna di debiti accumulati negli anni. A far chiarezza sulla delicata questione, che coinvolge una storica Azienda ed il bacino idrico più grande del Mezzogiorno, interviene, con una nota ufficiale, lo stesso onorevole Carlo Sibilia che pubblichiamo di seguito:
“Al tavolo in Provincia il Presidente Ciarcia ha messo il piano da lui proposto come punto inamovibile. Preso atto della cosa mi sono subito attivato, nell’interesse dell’ente e della gestione pubblica dell’acqua irpina, a mettere in contatto il presidente dell’Alto Calore s.p.a. con Cassa depositi e prestiti. A lui questa mattina ho fornito tutti i contatti del caso. Ora se CdP riterrà il piano abbastanza solido allora non potrò che essere il cittadino irpino più felice del mondo e augurare un futuro di risanamento delle casse sofferenti dell’Alto calore. Ma in caso contrario, ovvero se CdP non dovesse approvare il piano, allora mi aspetto un passo indietro dal Presidente per coerenza e nell’interesse di una gestione che possa dare un futuro diverso ad Alto Calore. Ci tengo a precisare che nessun genere di interlocuzione tra l’ente irpino e Cdp era stata posta in essere fino ad ora, così come mi è stato riferito dalla stessa società controllata dal MEF. Mi auguro, quindi, che il presidente si attivi quanto prima per sottoporre il suo piano di recupero dei circa 140milioni di debiti che al contempo prevede la richiesta di 50 milioni di euro di prestito”.
Nota. Come si evince dal testo pubblicato la posizione del Governo è completamente diversa dalle considerazioni apparse sui Social nella giornata di ieri. L’acqua e la gestione devono restare pubbliche, così come stabilito dall’esito referendario del 2011.