L’ANDIS GIUDICA ECCESSIVE E DICE NO ALLE MISURE PER ESERCITARE I CONTROLLI
Il Consiglio Nazionale DELL’ ANDIS è intervenuto, con uno specifico Ordine del giorno, per discutere sul Disegno di Legge (A.C. 1433) che disciplina una serie di misure e di “Interventi per la concretezza delle azioni delle PP.AA. e la prevenzione dell’assenteismo”.
In relazione al disegno di legge proposto dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno,
che prospetta l’introduzione di sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorverglianza degli
accessi anche a carico dei dirigenti scolastici e del personale della scuola,il Consiglio nazionale dell’ANDIS osserva, innanzitutto, che le misure previste per la rilevazione delle presenze appaiono palesemente eccessive e sproporzionate, come già eccepito dal Garante per la protezione dei dati personali.
Passando all’esame dell’art. 2 comma 2, che riguarda il controllo della presenza dei Dirigenti della Pubblica Amministrazione
compresi i Dirigenti scolastici, il Consiglio fa rilevare che i sistemi ipotizzati nel ddl sarebbero inconciliabili con le modalità di svolgimento della funzione del dirigente scolastico che, com’è noto, non
è soggetta ad un orario contrattualmente definito e non è legata ad un luogo o ad orari fissi. Il dirigente
scolastico, infatti, deve garantire la sua presenza nei molteplici plessi che afferiscono alla istituzione
scolastica, deve curare i rapporti con altri uffici e scuole all’interno delle reti istituzionali a cui aderisce,
deve intrattenere relazioni con gli uffici territoriali dell’Amministrazione scolastica e con gli Enti e le
Associazioni del territorio, spesso è incaricato della direzione di due o più istituzioni scolastiche, il che
comporta spostamenti frequenti in orari diversi (anche serali e festivi) e ritmi di lavoro non ascrivibili alla
mera dirigenza amministrativa/burocratica.
E’ del tutto evidente che il Dirigente scolastico è chiamato ad adeguare tutti i giorni la propria prestazione
lavorativa alle diverse sedi dipendenti e alle molteplici e complesse esigenze dell’organizzazione.
Di questo il Dirigente Scolastico risponde in sede di valutazione complessiva dell’operato, con il ricorso alle procedure e agli strumenti (farraginosi) disegnati dal DPR 80/2013 e dalla Direttiva 36/2016.
Riguardo alle misure previste per il controllo della presenza del personale docente ed educativo, il Consiglio osserva che le stesse non si conciliano con la natura e le peculiarità del servizio scolastico.
Chi realmente conosce e frequenta la scuola, infatti, sa bene che in questo settore non potrebbe passare inosservata la “condotta assenteistica” di un insegnante, in quanto l’avvenuta prestazione è garantita
dallo svolgimento della lezione e dalla firma sul registro, dalla presenza alle riunioni degli organi collegiali acquisita a verbale, dalla pubblicità delle prestazioni rese oltre l’orario d’insegnamento (colloqui con le famiglie, manifestazioni in orario serale, visite guidate e viaggi di istruzione in Italia e all’estero, ore di spacco, correzione dei compiti, ecc.).
Appare chiaro che il tipo di controllo ipotizzato dal disegno di legge rischia di determinare un appesantimento inutile – se non anche dannoso – per il sistema educativo, perchè potrebbe condurre il
personale docente al rigoroso rispetto dell’orario di servizio, a discapito di tutte quelle prestazioni aggiuntive rese per garantire il buon funzionamento della scuola e spesso non retribuite.
Per i suddetti motivi il Consiglio Nazionale dell’ANDIS propone al Legislatore di rimettere al Contratto nazionale di Comparto la possibilità di individuare strumenti di rilevazione più flessibili, capaci
comunque di accertare assenze e ritardi nello svolgimento delle attività didattiche o nell’espletamento degli incarichi organizzativi.
In conclusione il Consiglio Nazionale dell’ANDIS, pur riconoscendo valide le motivazioni dell’iniziativa
parlamentare intesa a contrastare l’assenteismo del personale della P.A., chiede al Legislatore di adottare
soluzioni meno invasive e più idonee allo scopo formativo della comunità educante, in considerazione della specificità del sistema scolastico nell’ambito della Pubblica Amministrazione e delle peculiari attività richieste dal profilo della dirigenza scolastica.