L’OBOLO DEI POVERI (Marco 12,41-44)
Rientrato a Madagascar per un periodo più lungo ho avuto occasione di presiedere o concelebrare molte Eucaristie con la presenza del Popolo di Dio.
Eucaristie viventi, accompagnate da bellissimi canti e nelle domeniche o feste anche con piccole danze sopratutto al canto del Gloria, all’Offertorio, al Sanctus,al suono dei tamburi, chitarre, flauti, batteria, e altri strumenti locali. Al momento della Questua tutti avanzano in ordine processionalmente verso l’altare al ritmo della musica e cantando per andare a mettere in due grandi ceste il loro obolo che ,ormai è, al minimo, di 100 Ariary = 500 Franchi malgasci di una volta.Fin qui, voi mi direte : che c’è di straordinario ? Anche noi facciamo lo stesso. E, a mio parere vi sbagliate di grosso. Venite se è possibile, a partecipare ad una liturgia domenicale e vedrete la differenza che veramente ti tocca e ti fa riflettere: Vedere tanti bambini dai 3 anni in su, avvicinarsi come tanti ometti fieri e contenti di versare il loro obolo,come anche i più piccoli ancora nelle braccia della mamma che si girano verso la cesta (sobika)e vi fanno cadere il loro biglietto di banca e si voltano verso la mamma con un visino raggiante di gioia. Pensare che una buona parte di questa gente è povera,son contadini,non hanno molte entrate,lavano i panni e le stoviglie nei fiumi,non hanno l’acqua corrente in casa ma l’attingono nei pozzi o nel corso d’acqua che passa nelle vicinanze del paese. Noi spesso diamo il superfluo e loro danno ,come la povera donna del Vangelo, tutto quello che li aiuta a vivere meglio. Miseri ma non avari. Noi al contrario ricchi ma stretti di cuore. Lasciamoci evangelizzare dai “POVERI”.
P.Vincenzo Sparavigna css
Missionario Redentorista