ATTUALITÀ-CHIESA E MIGRANTI-

LA FINTA SOLIDARIETA’,OLTRE LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO

                                                                                                                  di Mario Barbarisi

Papa Francesco è, ad oggi, il pontefice più inascoltato degli ultimi decenni! Nonostante gli appelli, le riflessioni profonde che lo hanno reso celebre, tanto popolare ed amato tra i fedeli Francesco non riesce, a quanto pare, ad avere altrettanto seguito nei territori. Prendiamo il caso di attualità relativo alla questione dei Migranti: dove è finito l’invito all’accoglienza rivolto a vescovi e sacerdoti? Ricordate quando il Papa disse:

“Parrocchie, Monasteri e Santuari d’Europa accolgano una famiglia di profughi, le loro morti sono crimini che offendono l’intera famiglia umana”. “di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama a essere ‘prossimi’ dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: ‘Coraggio, pazienza!…”

“Mi rivolgo ai miei fratelli vescovi d’Europa, veri pastori, perché nelle loro diocesi sostengano questo mio appello, ricordando che misericordia è il secondo nome dell’amore: ‘Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Era il 6 Settembre del 2015, queste parole furono pronunciate in Piazza San Pietro durante l’Angelus, quando mancavano circa tre mesi all’apertura del Giubileo della Misericordia.

Proviamo a capire il perché di questo scollamento. Le ragioni sono molteplici, a cominciare da una evidente confusione nelle Diocesi dove i vescovi non distinguono, a quanto pare, tra il diverso significato di due termini: autonomia e anarchia. Un conto è dire che i Vescovi decidono nelle rispettive Diocesi in autonomia, altro è sostenere che possono fare ciò che vogliono, anarchia appunto! La prima, l’autonomia è condivisibile, la seconda, invece è inaccettabile.

Il Clero insieme a tutti i consacrati compongono l’Esercito di Cristo, la Chiesa, anche se con azioni diversificate devono tutti concorrere alla diffusione della Parola, all’evangelizzazione, alla catechesi, alla diffusione delle buone prassi.

Quanti vescovi, in Italia, hanno messo in pratica gli insegnamenti di Papa Francesco sull’accoglienza?

Quanti vescovi, nonostante le intenzioni della stessa Conferenza episcopale italiana, hanno operato sui territori con azioni “straordinarie”, trattandosi di emergenza, per aiutare i Migranti? In una recente intercettazione telefonica due malavitosi si raccontavano l’importanza della gestione dell’arrivo nei centri di accoglienza, definendo i Migranti il vero business del secolo, migliore, secondo gli stessi, di ogni altro affare, perfino del traffico di droga. Per la Chiesa, quindi, un intervento come quello auspicato da Papa Francesco va ben oltre l’accoglienza dello straniero, contemplata nel Vangelo, si tratta di sconfiggere la criminalità e il malaffare con evidenti collusioni con la politica, come ha dimostrato l’inchiesta-scandalo delle cooperative.

La verità è che non c’è solo l’attico di Bertone ma tanti, troppi privilegi di una casta che non si sporca le mani, di vescovi che occupano centinaia di metri quadrati in un lusso che non fa rima con Vangelo.

Un Pastore, diceva il Papa, deve sentire la puzza delle sue pecore.

La Chiesa di oggi è salva grazie a tanti sacerdoti e consacrati che operano in silenzio, nelle Diocesi e soprattutto nelle terre di Missione. La Chiesa è viva grazie all’impegno di tanti volontari che agiscono concretamente, così come teorizzato dal Concilio Vaticano II. C’è bisogno di più laici e di più unità: le membra della Chiesa possono essere diverse ma il corpo deve essere unico e su tutto deve esserci la testa rappresentata dal vicario di Cristo, il Papa che rappresenta in terra il figlio dell’Uomo venuto tra noi in povertà per annunciare la Parola. Gesù ha vissuto dimostrando con i fatti che un altro modo di vivere è possibile. Ora quel modello, più volte richiamato da Francesco, è diventato necessario, non solo per l’accoglienza dei Migranti ma per la sopravvivenza dell’intero genere umano e della stessa Chiesa.

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