ACQUE INQUINATE E RISCHI PER LA SALUTE. IRPINIA-IL CASO DELLA VALLE DEL SABATO
L’inquinamento delle nostre acque, un rischio reale per la salute?
A cura del dott. Raffaele Iandoli
L’acqua è uno dei costituenti principali del corpo umano. Senza di essa non è possibile la vita. Dall’inizio della storia delle popolazioni umane i primi villaggi e insediamenti sono sorti in prossimità di fiumi o sorgenti perché si può vivere anche una settimana senza mangiare ma molto meno tempo senza bere acqua.
Nel primo secolo a.C. i romani costruirono acquedotti in tutta Europa e nell’Africa conosciuta prima di costruire nuove città nei territori conquistati.
Le Autorità dell’epoca, periodicamente, eseguivano la manutenzione degli acquedotti e controllavano la purezze delle acque trasportate.
Nel XXI secolo sembra che questo, almeno in Irpinia, non si faccia più, almeno a giudicare da quanto si vede e si legge.
È noto da tempo, infatti, che le condotte idriche non sono più adeguate alla portata necessaria e che hanno perdite che richiedono riparazioni delle condutture. Non ponendovi rimedio interi quartieri di Avellino, periodicamente, restano senza acqua. Lo s orso mese di luglio l’ASL certifica’ la non portabilità dell’acqua proprio al centro della città, dopo aver effettuato prelievi ed analisi. Fatto di per sé grave che richiede doveroso approfondimenti.
In quanto alla purezza delle acque e della situazione di alcune fonti,recentemente, sui quotidiani locali e nazionali si sono lette notizie di particolare interesse.
Il quotidiano del Sud del 29 aprile 2018, in un articolo dal titolo “Veleni nel torrente: tutti sapevano”, parla dello sversamento d’amianto nel torrente Fenestrelle avvenuto nel 1986, fatto per il quale c’è ancora una vertenza legale in corso.
Da “Il Mattino” del 2 giugno: “SOS pesticidi, ci sono ma non vengono cercati” , nell’articolo si dice che degli 80 pesticidi normalmente ricercati nelle acque, la Regione Campania ne cerca e indaga solo su 56. L’articolo conclude affermando che nelle acque “ ad Avellino e provincia non risultano pesticidi impiegati in agricoltura semplicemente perché non vengono ricercati”.
Sembra che anche altre sostanze come il dicloro-metano e il tetracloroetilene, adoperato nell’industria conciaria, non vengano ricercati nell’acqua potabile. È tutto ciò davvero possibile??
Il titolo di “Il Mattino” del 6 giugno scorso è preoccupante: “Sabato, è allarme per i veleni immessi dagli scarichi abusivi”. Nelle righe si legge che la quantità e pericolosità degli scarichi di sostanze tossiche nel fiume è rilevante. Nell’articolo si dichiara che “ la salvezza dell’habitat fluviale appare sempre più complicata …. L’agricoltura d’eccellenza è alle prese negli ultimi decenni con un inquinamento che non ha precedenti nel territorio …. Un anno fa, nello stesso tratto, furono rinvenute numerose carcasse di pesci morti per anossia …. La causa di quella moria ittica fu imputata alla presenza di nitrati nelle acque del sabato.
Il giorno seguente sempre su “Il Mattino” la notizia in prima pagina: “i livelli d’inquinamento nell’area di Pratola Serra sono fuori controllo mentre si invocano, ancora una volta, verifiche mirate …”.
L’inquinamento delle acque rappresenta un danno che coinvolge diversi bisogni sociali primari, quali la pesca, l’agricoltura, le riserve d’acqua potabile, e danneggia tutte le età, dai neonati agli anziani.
Il glifosfato è un erbicida utilizzato in agricoltura, che dovrebbe essere dosato in tutte le acque impiegate per i bisogni umani. Una indagine del 2017 ha rilevato la presenza di questa sostanza in molti marchi di pasta italiani.
La pasta è stata sempre l’alimento principale delle nostre zone, specie nelle classi a reddito basso più visto che costa poco. Anche livelli bassi, in consumatori di grandi quantità di questo alimento, possono costituire un rischio.
Nel campo dell’abbigliamento i pellami sono ampiamente utilizzati, ma per utilizzare le pelli è necessario provvedere alla concia, un processo complesso che ha elevati costi energetici e anche ambientali. In particolare, è fondamentale trattare adeguatamente le acque reflue, ricche di agenti inquinanti organici e inorganici. Sembra che in Avellino e provincia questi controlli non vengano fatti per problemi tecnici. Nell’attesa di una eventuale richiesta, documentata, di smentita, se così fosse, visto che anche nell’area del polo conciario di Solofra possono essere scavati pozzi per l’impiego delle acque a fini agro-alimentari, è auspicabile che le competenti Istituzioni svolgano adeguati controlli e verifiche così da poter mettere in atto tutte le eventuali misure di prevenzione e bonifica necessarie alla conservazione della salute pubblica. Come semplici cittadini, non potendo intervenire direttamente su un argomento di tale rilevanza, possiamo solo confidare sul fondamentale rilievo che anche chi eventualmente omette controlli e verifiche, alla fine berrà e mangerà glifosfati e tetracloroetilene.
Per saperne di più:
SoS Acqua Potabile Inquinata: www.greenpeace.org/pfas
Riduzione dei Valori di COD nei Bagni di Riconcia di Pellami: www.aicc.it/file/poles.pdf
www.puntosicuro.info/documenti/documenti/111109_USL11_rischi_settore_conciario.pdf