DAZI E CRISI- IL PRESIDENTE TRUMP HA RAGIONE. L’Editoriale di Mario Barbarisi
Testo versione in lingua italiana-
Segue Traduzione in Inglese
LE VERITÀ SCOMODE. I DAZI NEGLI U.S.A.,
ECCO PERCHÉ TRUMP HA RAGIONE! di Mario Barbarisi
Ha fatto molto discutere la decisione del presidente degli Stati Uniti d’America di attivare i dazi su prodotti di importazione. Se alcuni Media statunitensi in questa scelta hanno visto un ulteriore passo verso l’isolamento commerciale e politico degli USA, sono evidentemente in errore, se non addirittura in malafede, nel senso che più che ragionare alcuni Media mostrano l’appartenenza ad un sistema che proprio Trump, vincendo le elezioni, ha praticamente smantellato. Per una volta siamo noi, un Social Media europeo, non certo l’unico, che guarda oltre oceano: l’Italia non è solo osservata speciale, ma è in grado di essere osservatrice attenta! Non per spiare o criticare, ma per studiare un fenomeno che potrebbe, o meglio: dovrebbe, riverberarsi, tra pochi anni, in Italia e in altri Paesi europei. Il sistema di produzione e distribuzione delle ricchezze degli ultimi venti anni ha prodotto, di fatto, un collassamento generale delle economie globali e locali, in una sola parola: glocali! Parlano i numeri: è aumentata la povertà, sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli industrializzati ( dati WEF-World Economic Forum).La ricchezza è sempre più nelle mani di pochi. C’è un sistema di controllo sullo sviluppo e sulla produzione globale operato da potentati economici in grado di controllare banche, governi, flussi finanziari, stringendo tra le mani i Media, e lasciando credere all’opinione pubblica che le decisioni dei singoli Stati provengano dalle sedi parlamentari. Trump è un imprenditore capace e come tale non ha impiegato molto tempo per notare che la produttività negli USA è calata, di anno in anno. Trump, e chi con lui collabora nelle Finanze, ha individuato la ragione nell’incapacità di essere competitivi con le imprese del sud est asiatico. Cina e Korea, in particolare, hanno visto crescere il loro PIL in maniera esponenziale. Nell’anno 2000 il PIL in Cina era di 1,211 migliaia di Miliardi (USD), mentre negli USA il PIL era pari a 10,28 migliaia di Miliardi (USD). Nelle stime della Banca Mondiale riferite all’anno 2016 la Cina ha avuto una crescita raggiungendo un PIL di 11,2 migliaia di Miliardi mentre gli USA avevano 18,57 migliaia di Miliardi (USD). È semplice: se una persona sta bene e vede crescere la sua ricchezza, è molto probabile che da qualche altra parte del pianeta ci sia un’altra persona che ha perso le ricchezze che possedeva, in altri termini possiamo anche dire che il parametro che consente di misurare la ricchezza è la povertà. L’economia è una scienza, ha le sue regole, ma è anche il luogo dove non si pensa alla crescita collettiva ma solo ad una parte molto limitata di essa, è insomma quanto contemplato dal Principio Edonistico.La teoria dell’equa distribuzione delle ricchezze, di Marxiana memoria, è lontana, praticamente in soffitta. Quella della ricchezza per tutti è una favola mentre il benessere diffuso è possibile ma scomodo per alcuni! L’economia è come gli sport molto popolari, come il calcio, il basket, baseball, ad un numero limitato di giocatori corrisponde un numero spropositato di commentatori, esperti, teorici, analisti… sono, in pratica, tutti “mestieri”. Anche in quel caso abbiamo una Economia in movimento. È ovvio che a parte i giocatori, veri protagonisti, di tutto il resto se ne potrebbe fare tranquillamente a meno. In Economia è lo stesso, evitiamo di fare i nomi ma in gran parte dei casi coloro che hanno ricoperto e ricoprono ruoli nei settori dell’Economia e delle Finanze non avevano, e non hanno, ne’ capacità settoriali ne’ competenze. Torniamo all’argomento principale di questo articolo. Quanto tempo ci vuole e quali conoscenze e capacità bisogna possedere per rendersi conto, come ha fatto Trump, che se le regole del Mercato non sono uguali per tutti si rischia di avere una competizione commercialmente sleale? Paesi come la Cina hanno costi di produzione molto bassi, per questo vendono di più rispetto ai Paesi sviluppati e occidentali, ma hanno anche costi della manodopera molto bassi, non tutelano il lavoratore come negli USA o in Europa. Ecco perché e come Trump, con l’applicazione dei Dazi sui prodotti di importazione, intende livellare il Mercato. Per un utente a parità di prezzo di acquisto sarà più facile poter scegliere un prodotto Made in USA rispetto ad uno Made in Korea o Made in China. È così difficile comprendere questo discorso? A Davos, dove era presente un pezzo di potere globale, Trump intervenendo è stato chiaro:” America First. Sì al commercio globale, purché sia giusto ed equo”.Vale a dire l’America al primo posto, come può un Leader politico non pensare che il Paese che rappresenta deve essere al primo posto nella sua Agenda di Governo? Quello del presidente americano Donald Trump è un discorso scomodo, scomodo per le dinastie americane che si sono “nascoste” dietro le presidenze Bush, Padre e figlio (quelli della guerra delle armi nascoste in Iraq!) e dei Clinton, marito e moglie, o di Barack Obama, al quale è stato attribuito il Nobel per la Pace, il giorno dopo l’elezione alla Casa Bianca.
Certo che l’Italia resta un Paese davvero unico, dove un Ministro delle Finanze viene scoperto a pagare in nero l’affitto della propria abitazione o addirittura a ricevere in “dono” lussuosi regali ed appartamenti, senza per questo essere severamente condannato ,ma questa è un altro tipo di economia destinata alle cronache dei Media, anziché finire sui libri di testo.
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Testo in Lingua Inglese
English version
THE UNCOMMENDED TRUTHS. DUTIES IN THE U.S., HEREBY BECAUSE TRUMP HAS REASON! by Mario Barbarisi
The decision of the president of the United States of America to activate the duties on some import products has made a lot of discussion. If some US media in this choice have seen a further step towards the commercial and political isolation of the USA, they are obviously in error, if not in bad faith, in the sense that rather than reasoning some media show belonging to a system that Trump, winning the elections, has practically dismantled. For once we are, a European Social Media, certainly not the only one, that looks beyond the ocean: Italy is not only observed special, but is able to be observant attentive! Not to spy or criticize, but to study a phenomenon that could, or better: it should, reverberate, in a few years, in Italy and in other European countries. The system of production and distribution of the wealth of the last twenty years has produced, in fact, a general collapse of the global and local economies, in one word: glocal! The numbers speak: poverty has increased, both in developing countries and in industrialized countries (WEF-World Economic Forum data). Wealth is increasingly in the hands of a few. There is a system of control on the development and global production operated by economic powers able to control banks, governments, financial flows, holding the media in their hands, and letting the public believe that the decisions of the individual States come from parliamentary offices. Trump is a capable entrepreneur and as such it did not take long to notice that productivity in the US has dropped from year to year. Trump, and those who work with him in finance, has identified the reason for his inability to compete with companies in Southeast Asia. China and Korea, in particular, have seen their GDP grow exponentially. In the year 2000, the GDP in China was 1,211 thousand billion (USD), while in the US the GDP was 10.28 thousand billion (USD). In the World Bank estimates of the year 2016, China has grown to reach a GDP of 11.2 thousand Billion while the US had 18.57 thousand Billion (USD). It is simple: if a person is well and sees his wealth grow, it is very likely that somewhere else on the planet there is another person who has lost the wealth he possessed, in other words we can also say that the parameter that allows poverty is measured by wealth. Economics is a science, it has its own rules, but it is also the place where one does not think of collective growth but only a very limited part of it, in short it is the one contemplated by the Hedonistic Principle. The theory of the equitable distribution of wealth , of Marxiana memoria, is far away, practically in the attic. That of wealth for everyone is a fable, while widespread well-being is possible but inconvenient for some! Economics is like very popular sports, like football, basketball, baseball, to a limited number of players corresponds a disproportionate number of commentators, experts, theorists, analysts … are, in practice, all “trades”. Even in that case we have a moving economy. It is obvious that apart from the players, real protagonists, everything else could easily be done without. In Economics it is the same, we avoid naming but in most cases those who have held and hold positions in the sectors of Economy and Finance had, and did not have, neither sectoral skills nor competences. Let’s go back to the main topic of this article. How long does it take and what knowledge and skills do you need to realize, as Trump did, that if the rules of the market are not the same for everyone you risk having a commercially unfair competition? Countries like China have very low production costs, so they sell more than in developed and western countries, but they also have very low labor costs, they do not protect the worker like in the US or in Europe. That’s why and how Trump, with the application of duties on imported products, intends to level the market. For a user with the same purchase price, it will be easier to choose a Made in USA product than a Made in Korea or Made in China. Is it so difficult to understand this speech? In Davos, where a piece of global power was present, Trump intervened clearly: “America First. Yes to global trade, provided it is fair and equitable. “In America, first of all, how can a political leader not think that the country he represents must be in first place in his Government Agenda? That of American President Donald Trump is an uncomfortable, inconvenient speech.