LA CREATIVITA’ HA BISOGNO DELLA MUSICA PER ESPRIMERSI
La tanto vituperata e/o amata Wikipedia, descrivendo la creatività, ha citato tre dichiarazioni a riguardo di personaggi che hanno fatto la storia culturale dalla metà del 1800 ad oggi.
Infatti Sigmund Freud parla dei desideri insoddisfatti quale forza motrice della fantasia che alimenta i sogni notturni e quelli ad occhi aperti. Albert Einstein diceva che la creatività non è altro che un’intelligenza che si diverte, mentre per Steve Jobs (il mitico creatore di Apple) la fantasia è mettere in connessione le cose. Aggiungiamo a questi il grande Friedrich Nietzsche che affermava che: “non si può partorire una stella che danzi se non si ha nella testa il caos”, quasi a voler sottolineare che se non si è molto…creativi una “cosa” bella e particolare difficilmente viene alla luce.
In lingua latina creare aveva il significato di crescere, e colui che creava era quello che dal niente faceva nascere ciò di cui aveva bisogno. Ancor prima i Greci identificavano la creatività con la capacità poetica che discendeva dagli dei. Catullo faceva lo stesso, ma con Dante e Leonardo la creatività era invece l’invenzione di strumenti, macchine, strutture particolari, armi ed altro, legata al “genio creativo” degli uomini. Nel 18° secolo si iniziò a parlare di innovazione e progresso e di vera e propria creatività solo nella metà del secolo scorso, insieme ai concetti di utilità e novità per la società.
Siamo andati così avanti fino al 2009, anno in cui è stato celebrato l’anno europeo della creatività e dell’innovazione, a voler sottolineare come alcune funzioni cerebrali fossero in grado di migliorare i livelli di eccellenza in diversi campi dell’economia, del commercio, compreso lo sviluppo della persona umana.
Oggi è talmente importante la creatività nella comunicazione che i colloqui per le assunzioni nelle aziende di pubblicità avvengono solo “pesando” chi ha una spiccata sensibilità nel proporre immagini con fantasia, risvegliare stati mentali con l’utilizzo di elementi figurativi diffusi nelle esperienze quotidiane.
La creatività è una virtù per i dizionari odierni che parlano a riguardo di estro, genialità, fantasia, inventiva, ecc., ma è anche un termine che si usa in psicologia per indicare –secondo la Treccani- un processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze.
Da quello che abbiamo detto la creatività è qualche cosa di meraviglioso ed il problema reale oggi è come svilupparla, come farla esplodere dentro di noi. Per risolvere positivamente questa situazione l’Università Radboud nella piccola città di Nimega in Olanda, ma grande centro culturale con 17.000 studenti, ha avviato uno studio sulla creatività “sponsorizzata” dall’ascolto della musica. La ricerca è stata pubblicata su “Plos one” e firmata dal responsabile, Professor Simone Ritter, ed ha coinvolto 155 volontari.
I partecipanti sono stati divisi in cinque gruppi e dovevano svolgere compiti ben precisi. A quattro gruppi è stata fatta ascoltare musica ansiogena, triste, calma, allegra ed al quinto nulla.
Il riscontro era quello preventivato: il gruppo con la musica allegra nelle orecchie ha sprigionato la propria creatività, producendo idee nuove e soluzioni originali ai problemi proposti, largamente fuori dagli schemi convenzionali. E così sempre meno soluzioni ed idee per chi ascoltava musica triste ed ansiogena, per non parlare degli individui che non ascoltavano nulla, per cui nulla di particolarmente brillante è venuto fuori dai compiti loro assegnati.
Gli studiosi olandesi hanno sottolineato come tante soluzioni scartate a priori venissero assunte e rese utili nei soggetti in cui la musica era stata capace di far risolvere brillantemente esercizi di verifica. Ciò significa che l’ascolto della musica produce un effetto benefico sul nostro corpo ed anche sulla nostra creatività.
D’ora in avanti per far esplodere dentro di noi la creatività, che altrimenti rimane nascosta, dobbiamo metterci le cuffie ed ascoltare canzoni allegre, perché sono quelle che esercitano emozioni positive che a loro volta si riverberano nelle situazioni quotidiane, sia in ambito lavorativo che in quello della vita di relazione.
gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.comLa tanto vituperata e/o amata Wikipedia, descrivendo la creatività, ha citato tre dichiarazioni a riguardo di personaggi che hanno fatto la storia culturale dalla metà del 1800 ad oggi.
Infatti Sigmund Freud parla dei desideri insoddisfatti quale forza motrice della fantasia che alimenta i sogni notturni e quelli ad occhi aperti. Albert Einstein diceva che la creatività non è altro che un’intelligenza che si diverte, mentre per Steve Jobs (il mitico creatore di Apple) la fantasia è mettere in connessione le cose. Aggiungiamo a questi il grande Friedrich Nietzsche che affermava che: “non si può partorire una stella che danzi se non si ha nella testa il caos”, quasi a voler sottolineare che se non si è molto…creativi una “cosa” bella e particolare difficilmente viene alla luce.
In lingua latina creare aveva il significato di crescere, e colui che creava era quello che dal niente faceva nascere ciò di cui aveva bisogno. Ancor prima i Greci identificavano la creatività con la capacità poetica che discendeva dagli dei. Catullo faceva lo stesso, ma con Dante e Leonardo la creatività era invece l’invenzione di strumenti, macchine, strutture particolari, armi ed altro, legata al “genio creativo” degli uomini. Nel 18° secolo si iniziò a parlare di innovazione e progresso e di vera e propria creatività solo nella metà del secolo scorso, insieme ai concetti di utilità e novità per la società.
Siamo andati così avanti fino al 2009, anno in cui è stato celebrato l’anno europeo della creatività e dell’innovazione, a voler sottolineare come alcune funzioni cerebrali fossero in grado di migliorare i livelli di eccellenza in diversi campi dell’economia, del commercio, compreso lo sviluppo della persona umana.
Oggi è talmente importante la creatività nella comunicazione che i colloqui per le assunzioni nelle aziende di pubblicità avvengono solo “pesando” chi ha una spiccata sensibilità nel proporre immagini con fantasia, risvegliare stati mentali con l’utilizzo di elementi figurativi diffusi nelle esperienze quotidiane.
La creatività è una virtù per i dizionari odierni che parlano a riguardo di estro, genialità, fantasia, inventiva, ecc., ma è anche un termine che si usa in psicologia per indicare –secondo la Treccani- un processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze.
Da quello che abbiamo detto la creatività è qualche cosa di meraviglioso ed il problema reale oggi è come svilupparla, come farla esplodere dentro di noi. Per risolvere positivamente questa situazione l’Università Radboud nella piccola città di Nimega in Olanda, ma grande centro culturale con 17.000 studenti, ha avviato uno studio sulla creatività “sponsorizzata” dall’ascolto della musica. La ricerca è stata pubblicata su “Plos one” e firmata dal responsabile, Professor Simone Ritter, ed ha coinvolto 155 volontari.
I partecipanti sono stati divisi in cinque gruppi e dovevano svolgere compiti ben precisi. A quattro gruppi è stata fatta ascoltare musica ansiogena, triste, calma, allegra ed al quinto nulla.
Il riscontro era quello preventivato: il gruppo con la musica allegra nelle orecchie ha sprigionato la propria creatività, producendo idee nuove e soluzioni originali ai problemi proposti, largamente fuori dagli schemi convenzionali. E così sempre meno soluzioni ed idee per chi ascoltava musica triste ed ansiogena, per non parlare degli individui che non ascoltavano nulla, per cui nulla di particolarmente brillante è venuto fuori dai compiti loro assegnati.
Gli studiosi olandesi hanno sottolineato come tante soluzioni scartate a priori venissero assunte e rese utili nei soggetti in cui la musica era stata capace di far risolvere brillantemente esercizi di verifica. Ciò significa che l’ascolto della musica produce un effetto benefico sul nostro corpo ed anche sulla nostra creatività.
D’ora in avanti per far esplodere dentro di noi la creatività, che altrimenti rimane nascosta, dobbiamo metterci le cuffie ed ascoltare canzoni allegre, perché sono quelle che esercitano emozioni positive che a loro volta si riverberano nelle situazioni quotidiane, sia in ambito lavorativo che in quello della vita di relazione.
gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.com