EDITORIA,UNA NUOVA LEGGE
Dal Convegno di Grottammare, dove sono riuniti i direttori e i collaboratori di oltre cento Testate giornalistiche italiane, in gran parte appartenenti alla Stampa Cattolica, sono emerse riflessioni interessanti circa lo stato dell’editoria. Per il direttore di AVVENIRE Marco Tarquinio, intervenuto ieri, la CARTA STAMPATA NON È FINITA. Chi profetizzava la scomparsa dei giornali è stato smentito dai fatti. Il Presidente della FISC, Adriano Bianchi, ha affermato che le Diocesi che non fanno comunicazione perdono in Comunione. Non è possibile, oggi, con i tanti Media presenti, non riuscire a veicolare le giuste e dovute Informazioni del Territorio.
Resta Alto il livello di scetticismo tra gli operatori della Comunicazione dei piccoli giornali, circa la possibilità che la nuova legge rilanci l’editoria in crisi, il nuovo Strumento, infatti, penalizza notevolmente le strutture che non hanno possibilità di investire. Secondo la nuova legge, infatti, c’è bisogno di avere almeno tre dipendenti, di cui due giornalisti, avere ricavi e almeno 10mila copie effettivamente vendute.
Tra i presenti hanno espresso notevoli perplessità sulla validità dell’operazione i Consiglieri Nazionali della Fisc e i Delegati di Campania e Sicilia. Per Mario Barbarisi la Nuova Legge sarà in grado di sostenere solo le realtà già consolidate, tutte presenti al nord Italia,mentre penalizzerà tutte le piccole Testate. Pino Malandrino, Consigliere della Sicilia, ritiene che si tratti di una “legge truffa”, nessuna testata Cattolica del Centro e del Sud sarà in grado di usufruire di contributi. Secondo questa visione i giornali del Territorio continueranno a chiudere.