Un perdente di lusso
Fa un po’ di tristezza ammetterlo, ma si va delineando, ogni giorno che passa, una prospettiva non facile né bella per il Partito Democratico e per il suo ex leader. Oramai, l’opinione pubblica considera Renzi come un “perdente di lusso”! Il giovane che aveva inventato la rottamazione della classe dirigente che, nella sinistra, era sopravvissuta al berlusconismo, è diventato la vittima sacrificale sia del vecchio che non vuole morire che dei suoi stessi, madornali, errori.
Perché, in questa vicenda ci ha messo molto del suo. Una gestione personalistica della politica e del potere: l’ostinazione per una riforma costituzionale imposta a voti di fiducia; la doppia identificazione, segretario del PD e capo del governo, che non ha mai portato fortuna a nessuno; la creazione del gruppo dei fedelissimi, il cosiddetto “giglio magico” che ha provocato malumori all’interno del partito; la considerazione dello stesso partito come un “minus habens” rispetto, alle intelligenze coinvolte nelle giornate della “Leopolda”; in ultimo, la cinica freddezza con la quale ha assistito alla scissione, quasi “senza muovere un dito” per evitarla!
Probabilmente, la volontà di D’Alema e Bersani non si sarebbe fermata anche rispetto all’ennesima concessione del dimissionario segretario del PD: ma agli occhi degli italiani (non solo del popolo di sinistra) un gesto di umiltà avrebbe avuto ben altro significato.
Oggi, le conseguenze di un’inchiesta giudiziaria, difficile e complessa, rendono assolutamente debole la posizione dell’ex Presidente del Consiglio. Perché certe difficoltà “personali, familiari ed amicali” si sommano alla crescente convinzione che non è più quel giovane brillante e preparato che, da sindaco di Firenze, osò sfidare l’establishment del Partito proponendo un rinnovamento necessario a frenare la deriva antipolitica! Perché Renzi non appare più, nell’immaginario collettivo, il “Davide” che provò a lottare ed a sconfiggere i poteri forti che dominano nel Paese: anzi, in questi mille giorni di governo, è apparso così coinvolto nel sistema, grazie alla zona di ombra originata dalle sue amicizie, vecchie e nuove, da non lasciare spazio a sogni diversi!
Cosa succederà è difficile prevederlo: certamente Renzi non si farà da parte (pur se i sondaggi dovessero registrare una crescente sfiducia verso la sua persona); le primarie del PD (che fino ad ieri erano considerate inutili, vista la forza straripante dell’ex Segretario) potrebbero portare ad un esito incerto, se non addirittura penalizzante per lui (Renzi al 45% ed Emiliano e Orlando insieme al 55%); un governo “ostaggio” di queste difficoltà politiche e morali, debole ed incapace di un respiro ampio e propulsivo, idoneo a ridurre gli effetti della crisi non ancora domata!
Ci vorrebbe un miracolo: ma i santi “intercessori”, soprattutto in Politica, sembrano dormire o appaiono distratti da altre più urgenti necessità!
Soprattutto, non si vede uno spiraglio, un lampo che possa illuminare la scena politica per dare al futuro del PD e della sinistra una minima prospettiva di successo.
Certo, gli altri (quasi tutti gli altri) sono distanti dal cuore e dalla mente dei cittadini elettori: ad eccezione dei 5Stelle che sembrano essere riusciti a superare la fase più critica dovuta alle difficoltà della Giunta capitolina. Così come appare sulla cresta dell’onda la Lega, alleata a Fratelli d’Italia, che cavalca le paure e le preoccupazione di una grande maggioranza di italiani, delusi dalle scelte di governo e penalizzati da una crisi economica ancora preoccupante. E’ una scena che si ripete spesso, in politica, il Paese (ed i partiti, primo fra tutti il Partito Democratico) sembra avere una voglia matta di “rompere lo specchio” che riflette i suoi vizi e le sue incapacità! Non importa se poi nessuno riuscirà a mettere insieme i cocci ed a costruire un’immagine migliore! Lo sfascio, si sa, è sempre più affascinante della mediocrità e dei piccoli o grandi compromessi che potrebbero permettere a Tizio o Caio di sopravvivere al processo autodistruttivo già ben innescato.
E i cattolici? Cosa pensano di fare quelli che amano gli insegnamenti di Papa Francesco? Quali scelte si apprestano a mettere in campo per concretizzare la coerenza con i valori di solidarietà, di partecipazione e di servizio cui il Santo Padre sollecita in ogni occasione?
Potrebbero restarsene nelle sacrestie a consolarsi della loro integrità morale e religiosa rispetto ad una società che propone modelli e soluzioni difficili e contraddittorie. Potrebbero comportarsi come “mummie imbalsamate”, erette a difesa del loro “purismo intellettuale”, dalle quali emana un profumo di chiuso, di quasi avariato: la “psicologia della tomba” spesso richiamata da Papa Francesco.
Potrebbero, invece, accettare il rischio del nuovo che non è stato ancora scritto: della coerenza con i valori della fede unito alla necessità di spendersi a favore del bene di tutti! Certo, ci vorrebbe coraggio, fantasia e determinazione: magari tanti, bravi, giovani cattolici sono pronti a mostrarli.
michelecriscuoli.ilponte@gmail.com