Le scelte del PD
Finalmente sono riusciti a distruggere quello che era stato il sogno di tanti italiani onesti e sinceri: la “coalizione dei democratici” italiani, quella che si chiamò, poi, Partito Democratico e che voleva mettere insieme il meglio delle culture post-marxiste e cattolico-democratiche.
Avrebbe potuto essere, subito, una cosa nuova e diversa dalla “sommatoria” degli apparati dei partiti e delle persone che, occasionalmente, li rappresentavano! Avrebbe potuto essere la più interessante novità nel campo del coinvolgimento di quei cittadini che hanno difficoltà a “sporcarsi le mani” con la Politica! Avrebbe potuto diventare il “terreno di coltura” per i nuovi diritti, per le nuove utopie, per le nuove battaglie (a difesa degli ultimi, degli emarginati e degli esclusi), fatte senza la “benda rossa” sugli occhi: quella che impedisce di scorgere il giusto cammino, per effetto di una cecità ideologicamente determinata!
Probabilmente, quel partito non è mai nato! Perché ha prevalso l’idea (dalemiana) della “contaminazione”: come se si trattasse di una “cosa sporca”, di una malattia contagiosa, dalla quale difendersi, preventivamente, con il vaccino (perciò, gli ex Ds erano stati, quasi tutti, vaccinati) o, successivamente, con la disinfestazione (l’eliminazione del virus da cui, ad esempio, sembrarono affetti i Prodi o i Veltroni…)!
Eppure c’era un altro sostantivo con il quale alcuni avevano provato a spiegare l’idea rivoluzionaria che ha alimentato i sogni di tanti italiani: la fecondazione! Che avrebbe costretto “i nubendi” a pensare alla vita e non alla morte (come possibile conseguenza della patologia infettiva). Che avrebbe valorizzato la possibilità di far nascere un soggetto nuovo e diverso, rispetto ai “fecondanti”! Che avrebbe potuto favorire la crescita di una nuova classe dirigente capace di costruire il futuro senza lasciarsi condizionare dal fascino comportamentale del gambero!
I dieci anni di vita del PD hanno registrato un eterno conflitto tra queste due diverse concezioni del nuovo soggetto politico! Si facevano le primarie, per coinvolgere milioni di cittadini (che accorrevano fiduciosi, che facevano lunghe fila ai gazebo, che erano felici di poter dare un proprio contributo alla scelta delle rappresentanze) e, subito dopo, si gestivano quei voti, quei consensi e quella partecipazione popolare come fossero una cosa senza valore e senza prospettive (una “gazebata” appunto)! Se i D’Alema o i Bersani si fossero fermati a pensare che quei cittadini meritavano attenzione, rispetto e gratitudine, le cose sarebbero andate diversamente. Bastava, ad esempio, provare a coinvolgerli nelle scelte concrete delle comunità locali. Bastava avviare un processo di consultazione permanente con quelli, tra loro, che avessero voluto mantenere un legame con il partito. Bastava invitarli una volta all’anno, anche con una scusa banale, per farli sentire ben accolti dalla comunità democratica, non estranei o sfruttati solo al momento del voto!
Se si riuscisse ad indagare a fondo la personalità degli esponenti più in vista del Movimento 5Stelle (o di gran parte dei loro elettori), si scoprirebbe che tanti, tra loro, avevano, almeno una volta, partecipato alle primarie del PD, che avevano creduto in quel sogno, che avevano dato il loro contributo onesto e sincero, salvo sentirsi traditi ed offesi dai comportamenti dei noti professionisti della politica, ferocemente attaccati al potere ed al successo personale.
Che, poi, sono, oggi, le stesse persone che hanno desiderato, voluto e favorito la scissione che porterà la sinistra italiana all’irrilevanza.
Una frase, letta qualche tempo fa in Facebook, diceva che “quando due si lasciano non c’è mai un vincente ed un perdente. Se però l’altro si mette con una persona inaffidabile allora hai vinto tu!”.
Sarebbe una magra consolazione affidare alle scelte future “dell’altro” il giudizio finale su chi ha vinto o chi ha perso, nella vicenda interna al PD. Le dichiarazioni del neo-segretario di SI, Fratoianni (li aspettiamo al voto di sfiducia sul governo Gentiloni) danno già un’idea delle prospettive di quelli che hanno lasciato il PD rinunciando alla lotta interna contro l’”insopportabile” segretario! Le probabili, nuove, alleanze di Renzi, poi, non promettono niente di meglio!
Purtroppo, il futuro dei personaggi che hanno distrutto l’ultima possibilità per la sinistra di guidare il nostro Paese presenta sfumature di grigio così oscure e tristi da disegnare un orizzonte assolutamente nero! Certo, D’Alema non sarà più costretto a litigare con i giornalisti (o a portare a spasso il bel cane di famiglia) ma per gli altri sarà tutto molto più difficile e complicato! Li consolerà l’unico risultato “vero” ottenuto: il modesto ridimensionamento del Partito Democratico e del suo odiatissimo leader!
Basterà tutto ciò a renderli felici? Vogliamo augurarglielo: perché temiamo che le notti che passeranno a tormentarsi per aver riportato la Destra al governo del nostro Paese saranno lunghe e difficili!
Li potrà aiutare la fede nell’ideologia alla quale sono stati formati, che già prevedeva questa possibilità: il minoritarismo non è mai una scelta di piacere, anzi può diventare una necessità quando si devono far esplodere le contraddizioni del “falso” riformismo! E la strada che si è costretti a scegliere mette pure in conto che a vincere siano gli avversari veri: i fascismi, vecchi e nuovi! Perché solo così potrà rinascere il Partito “nuovo” che, un giorno, vincerà….
Poco importa se quel giorno non arriverà mai e se a pagare le conseguenze più gravi saranno, come al solito, i più deboli, gli ultimi, quelli in nome dei quali essi dicono di voler fare le loro battaglie!
michelecriscuoli.ilponte@gmail.com