Il pasticcio della Sinistra

 

 

C’è tanta voglia di perdere nella Sinistra italiana. Francamente, non si capisce se è peggio il desiderio di rivincita di Renzi o la voglia di farlo fuori dei suoi compagni di partito. Sembrano “lavoratori per conto terzi”, i democratici! Dicono di avere a cuore le sorti del Paese e del loro partito, ma si stanno seriamente impegnando per regalare alla Destra una vittoria facile: un  calcio di rigore col portiere che guarda altrove e non è concentrato sulla palla!
Se, poi, si pensa al vento che spira sull’Europa (la probabile vittoria della Le Pen in Francia e di Wilders in Olanda o le difficoltà della Merkel), i neo-fascisti nostrani non avrebbero nemmeno bisogno dell’aiuto che le grandi menti del PD stanno preparando per portarli dritti a Palazzo Chigi!
Se si dovesse spiegare come la Politica può “tradire se stessa”, si potrebbero elencare tutti gli errori degli esponenti del PD (da Renzi a D’Alema, da Bersani ad Orfini, da Emiliano a De Luca) che stanno lavorando, da tempo, all’auto-rottamazione: senza che alcuno ne tragga il benché minimo vantaggio! In verità, in questo sono sempre stati “maestri” e la storia potrebbe insegnare qualcosa: dalle scissioni del secolo scorso alla messa in soffitto dell’Ulivo (voluta da D’Alema, con l’apporto di Cossiga e Bertinotti), fino alla lotta silenziosa ai progetti di Veltroni. I post-comunisti sembrano vittime di una speciale “maledizione”: tutte le volte che potrebbero vincere c’è sempre qualcuno o qualcosa che riesce a creare le condizioni per riportarli all’utopia minoritaria dei sognatori rivoluzionari!
E magari, fosse così! Magari, cioè, avessero veramente la voglia (anche“a loro insaputa” ) di fare la rivoluzione, di cambiare le cose, di innovare l’economia, le leggi, i comportamenti delle nostre comunità! Potremmo anche pensare di avviare una discussione e sognare il cambiamento insieme a loro! Invece niente: sono animati solo da spirito di rivincita, dalla voglia di potere o dal desiderio di distruggere l’avversario interno!
E’ questo il pasticcio che la Sinistra sta organizzando: sono, ormai, “fuori di testa”, senza un’idea e senza un progetto credibile!
Sono arrivati, persino, a “farsi” i sondaggi: attribuendosi oltre il 14%, in caso di scissione! Che, se fosse vero, anche solo in parte, a Renzi basterebbe moltiplicare qualche poltroncina al governo e concedere qualcosa nella gestione del partito per raggiungere, di un fiato, il 40% (il premio ritenuto legittimo dalla Consulta). Non riescono a rendersi conto del fatto che la situazione, per loro, non sta propriamente così! Nemmeno la memoria di episodi passati riesce ad aiutarli: l’eutanasia cui Bertinotti condannò Rifondazione o la recente delusione della lista Ingroia!
Ora, che dire? E soprattutto che fare?
Il Partito Democratico può scegliere tra cento soluzioni per provare ad essere competitivo al prossimo appuntamento elettorale: tutte, tranne la concretizzazione della voglia di una rivincita, da parte di Renzi o dei suoi avversari; tutte, tranne un congresso di spaccatura, che sancisca la scissione; tutte, tranne la corsa indiscriminata al voto, prima di aver affrontato e risolto i problemi veri della società italiana!
Per capire certi concetti elementari ci vorrebbero politici all’altezza del difficile momento! Ed è questa la difficoltà più evidente! In una fase politica che vede anche il Movimento 5Stelle in grande difficoltà, i democratici avrebbero bisogno di ben altro! Dovrebbero fermarsi un attimo: dovrebbero riflettere, pensare ai problemi dei cittadini e non ai loro interessi personali; dovrebbero approfondire le questioni più delicate ed importanti e provare ad approntare le risposte giuste; dovrebbero essere presenti sul territorio per assumere iniziative ed avanzare proposte e soluzioni. Dovrebbero cambiare classe dirigente in periferia, aprendosi alla “buona” società (quella che sogna il cambiamento ma che, loro, hanno tenuto fuori per paura dei rischi che correvano le loro smisurate ambizioni)! Dovrebbero cominciare a “fare politica” , provando a diventare un partito!
Da qui alle elezioni che verranno il tempo c’è: perché, probabilmente, si voterà non prima del prossimo autunno, se non alla scadenza naturale della legislatura!
Allora, la crisi evidente dei 5Stelle sposterà molti voti liberi, ai quali si aggiungeranno quelli che hanno ripreso gusto a votare, come si è visto al referendum.     E vincerà chi sarà stato capace di offrire una proposta di cambiamento, di onestà e di serietà: perché i cittadini sono stanchi dei prepotenti, degli incapaci e dei corrotti!  Vincerà chi riuscirà a “tenere il pallino in mano” (come si dice): chi saprà riscoprire la saggezza, nelle scelte da fare; chi si farà guidare dalla testa e non dalla pancia; chi riuscirà a pensare al bene di tutti e non solo ai propri interessi.
In certe situazioni dovrebbe prevalere, sempre, la voglia di unità rispetto ad ogni altro pur legittimo desiderio: “Mettili insieme per costruire una torre, li renderai fratelli, distribuisci loro del grano, diventeranno nemici”! Mi piace  ricordare l’aforisma di Teillard de Chardin sul quale farebbero bene a riflettere i democratici: quelli che, in Italia, potrebbero evitare di portarci tra le braccia di una destra pericolosa, razzista, arruffona ed inaffidabile! In caso contrario, ci sarà, per loro, solo il tempo per piangere sugli errori commessi!

michelecriscuoli.ilponte@gmail.com

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