Un decreto contro le preparazioni galeniche e officinali
Nonostante il continuo aumento del costo dei farmaci (un antidolorifico che pagavamo 10 mila lire, oggi se va bene, costa 10 euro), e senza preoccuparsi dell’aumento dei ticket, il Ministero della Salute ha vietato, a medici e farmacisti, l’impiego di alcune piante nelle preparazioni galeniche che da sempre costituiscono un’alternativa ai farmaci preconfezionati in commercio.
Qualche giorno prima dell’Epifania, sulla Gazzetta Ufficiale n° 1 del 2 di gennaio 2017, è apparso un Decreto Ministeriale che proibisce di prescrivere molte sostanze naturali a scopo dimagrante bloccando, di fatto, la possibilità di adoperare prescrizioni magistrali.
Stupisce soprattutto il fatto che tra le piante “pericolose” sia elencato anche il finocchio. I medici attualmente non possono più prescrivere preparazioni personalizzate da far allestire in farmacia che associno tra loro sostanze quali il Tè verde, la camomilla, o il Rabarbaro, da secoli impiegati per curare la cattiva digestione, se non richiedendo uno specifico consenso informato.
Molte delle sostanze naturali riportate non hanno alcuna attività dimagrante e, inoltre, quelle presenti nel decreto sono già contenute in integratori e prodotti erboristici, allestite dalla grande industria, che possono essere liberamente acquistati senza alcuna necessità di prescrizione medica, in farmacia e nei supermercati. Questi integratori sono prodotti dalle grandi multinazionali del farmaco e, evidentemente, devono essere protette persino dalla concorrenza delle piccole farmacie e dei medici erboristi.
Piante che aiuterebbero nelle diete ipocaloriche e nei programmi dimagranti non possono essere più inserite in preparazioni magistrali (a basso costo), ma medici e nutrizionisti dovranno prescrivere solo quelle in commercio.
Le sostanze naturali riportate nel DM, strano a leggersi, sono indicate in modo alquanto anomalo e per nulla scientifico. Sono infatti inverosimilmente descritte con il nome italiano, al posto di quello botanico, l’unico che potrebbe definirne specie e genere.
Sono prive di indicazione della parte botanica di riferimento. Alcuni principi attivi si trovano nella foglia e non nello stelo, altri nelle radici e non nei fiori.
La fitoterapia è una disciplina medica basata sulla tradizione, che trae la sua forza scientifica dalla ricerca. La cultura popolare, nel corso dei secoli, ha consentito d’individuare parti di particolari piante che, in decotti o infusi, riescono ad alleviare i sintomi delle malattie o a condurre a completa guarigione. La chimica farmaceutica è poi riuscita a sintetizzare in laboratorio i principi attivi presenti nelle piante così da poterne disporre in grandi quantità. Ma quando i costi dell’industria superano le disponibilità economiche della gente è lecito tornare a utilizzare i prodotti naturali accessibili a tutti. La professionalità del medico e del farmacista risiede proprio dalla possibilità, con le preparazioni galeniche magistrali, di rispondere ai bisogni dei malati che oggi sono anche di carattere economico. Il progresso della ricerca risiede anche nella possibilità di impiegare fito-composti nuovi o di diversa formulazione. Una peculiarità questa che esalta ovviamente la professionalità del farmacista, ma che dà pure dignità alla Fitoterapia stessa, altrimenti relegata al mero utilizzo di integratori o di specialità delle multinazionali del farmaco.
In base a questo decreto Otzi, la mummia dell’uomo vissuto nel neolitico trovata sulle Alpi, non potrebbe portare più alla cintura un sacchetto con il finocchio e gli altri vegetali che utilizzava per digerire meglio e per curarsi le ferite.
Con tanti problemi della sanità è bello vedere come al Ministero trovino anche, con priorità e all’inizio dell’anno, il tempo per occuparsi dei “decotti d’ortica”.
Per saperne di più:
Ministero della Salute, decreto 22 dicembre 2016. Divieto di prescrizione di preparazioni magistrali contenenti il principio attivo sertralina ed altri. (GU Serie Generale n.1 del 2-1-2017)
raffaeleiandoli.ilponte@gmail.com