L’uomo forte al governo
Tempo fa, un lettore si lamentò perché mi occupavo, prevalentemente, del PD e dei 5Stelle, trascurando quasi del tutto la Destra, viva e presente nel nostro Paese.
Oggi scrivo della Destra perchè credo sia giusto trattare una questione che potrebbe diventare attuale per le nostre comunità.
Autorevoli commentatori, di recente,si chiedono: perchè la Destra sembra “vincente” ovunque, nel mondo (Trump) e soprattutto in Europa?
Nel nostro Paese la destra ha almeno due facce: quella moderata, conservatrice, liberista ed affarista e quella rivoluzionaria, movimentista, nazionalista ed, in qualche caso, persino razzista e xenofoba. Queste due destre sembrano così distanti tra loro da lasciar supporre che non riusciranno mai a governare insieme. Eppure, non è così scontato. La storia recente ci ha dimostrato il contrario (chi non ricorda i governi Berlusconi-Bossi-Fini che riuscirono a mettere insieme il “diavolo e l’acqua santa”: i nazionalisti di AN con i separatisti della Lega?) sicché il futuro prossimo potrebbe presentarci inedite forme di collaborazione.
Ora, rispetto ad una probabile vittoria della Destra, appare corretto interrogarci sulla “qualità e quantità” del successo: vi sarà lo sfondamento elettorale dell’alleanza Lega-Fratelli d’Italia-Casa Pound ed il ridimensionamento di Forza Italia o Berlusconi riuscirà a mantenere il suo partito (e le briciole del centrismo) su una percentuale tale da impedire l’inglobamento nel nuovo populismo lepenista? O addirittura si potrà lavorare ad un’intesa tra i 5Stelle e la destra di Salvini e Meloni?
In parte dipenderà dal sistema elettorale con il quale andremo al voto (quest’anno o nella primavera del 2018). E molto sarà il frutto delle scelte degli altri partiti. Certo, non è facile valutare gli effetti del vento reazionario e fascista che potrebbe soffiare sull’Europa ( e sull’Italia), un vento rafforzato dall’”uragano Trump”!.
In ultimo, le parole di Grillo, che elogia (certamente, apprezza …) le soluzioni personalistiche “forti” (Trump e Putin), non tranquillizzano affatto! Perché di una cosa il nostro Paese non ha, certamente, bisogno: dell’uomo forte che, raccontando favole all’elettorato o promettendo sogni irrealizzabili, possa raccogliere il consenso di tutti quelli (e sono tanti) che vivono i disagi di una crisi economica e sociale che non sembra voler finire! Per esemplificare: sono fermamente convinto che il problema dei migranti non si debba risolvere con scelte egoistiche, solo apparentemente utili a difendere la nostra autonomia. I muri, le barriere, le espulsioni indiscriminate serviranno solo ad isolarci: come persone, come popolo e come nazione. E l’isolamento (simile alla nota “autarchia” fascista) produrrà molta più povertà e sofferenza di quelle causate dalla crisi planetaria, mal gestita dall’Europa.
Per costruire una risposta giusta ci può aiutare il pensiero di Papa Francesco, con la sua Evangelii Gaudium: ”E’ tempo come al solito di progettare, in una cultura che privilegi il dialogo come forma di incontro, la ricerca di consenso e di accordi, senza però separarla dalla preoccupazione di una società giusta, capace di memoria e senza esclusioni”. Ed il Santo Padre non si limita a dare indicazioni precise su come “gestire” la vita sociale delle nostre comunità (dialogo, incontro, memoria senza esclusioni) ma ci dice chi dovrà assumersi la responsabilità di un “accordo per vivere insieme, un patto sociale e culturale” che regoli la vita della nostra comunità: “il soggetto storico di questo processo è la gente e la sua cultura, non una classe , una frazione, un gruppo, un’elite. Non abbiamo bisogno di un progetto indirizzato a pochi o di una minoranza illuminata o testimoniale che si appropri di un sentimento collettivo” (cfr E.G. n.238).
Parole sante! Verità ineludibili! Indicazioni e sollecitazioni di straordinaria attualità per i cattolici!
Ecco, quando si discute del ruolo dei cattolici nella nostra comunità dovremmo porci una domanda: se i cattolici (i gruppi, le associazioni …) non approfondiscono, non discutono e non fanno proprie queste sollecitazioni, quali speranze possono nutrire rispetto ad una funzione di servizio nella comunità sociale e politica nella quale vivono? Se essi non concretizzano l’amore per il prossimo in fatti, proposte ed iniziative per la propria comunità di quale cattolicesimo parliamo?
C’è un peccato “sociale” del quale, non sempre, ci rendiamo conto: il peccato di omissione rispetto all’impegno sociale e politico! Un peccato grave che ci condanna, come cattolici, all’irrilevanza ed alla “minorità”, causate anche dalle misere ambizioni di alcuni finalizzate a modesti quanto infruttuosi successi personali. Un peccato che ha già causato seri danni: permettendo agli arrivisti, ai carrieristi, ai corrotti ed ai corruttori di prevalere in Politica!
Oggi, come “gente e cultura cattolica” unitariamente intese (non come “elite”), abbiamo il dovere di una risposta chiara e precisa rispetto ad alcuni interrogativi: “la destra che verrà” ha un’idea di comunità che corrisponde ai nostri princìpi ed ai nostri valori? Essi sono veramente in grado di proporci un progetto di società conforme alle indicazioni della Dottrina Sociale ed alle sollecitazioni del Santo Padre?
La risposta onesta e sincera dovrà guidare le nostre scelte! Sicché, se fossimo convinti del contrario, dovremmo assumere, in concreto, la responsabilità e l’impegno, personale e collettivo, a difesa della nostra cultura, nemica della disperazione e della paura ed aperta all’amore. Perché, se, dovessimo continuare a distrarci o a pensare ad altro potrebbe essere veramente troppo tardi!
michelecriscuoli.ilponte@gmail.com