LEGGE DI BILANCIO 2017 : LE NUOVE MISURE SULLE PENSIONI

 

 

L’anno prossimo si potrà andare prima in pensione con l’APE ( acronimo che sta per anticipo pensionistico) a 63 anni d’età se nei successivi 3 anni e 7 mesi si maturerebbe normalmente il diritto alla pensione di vecchiaia.
Due sono le tipologie di APE offerte a tutti i lavoratori, pubblici e privati, a certe condizioni: quella volontaria che dovranno pagarla gli stessi lavoratori una volta andati in pensione (il rimborso durerà 20 anni, più o meno a partire dai 67 e fino agli 86 anni di età) e quella sociale offerta, invece, gratuitamente solo a particolari categorie di soggetti: disoccupati, lavoratori che assistono familiari disabili gravi, invalidi (non meno del 74%), occupati in particolari attività e professioni (camionisti, infermieri, maestre d’asili, operatori ecologici, eccetera).
Dette misure sono previste, appunto, nel disegno di legge di bilancio 2017 che ha inteso tradurre in disposizione di legge le prime intese tra Governo e Sindacati per la riforma previdenziale sottoscritte il 28 settembre scorso. Tale disegno di legge, si ricorda, è ora all’esame del Parlamento che dovrà approvarlo entro fine anno 2017.
L’accordo di cui sopra prevede due fasi di attuazione: la prima fase nella legge di Bilancio e la seconda fase nel corso del prossimo anno. La novità principale è che l’APE sarà operativa a partire dal 1° maggio 2017 fino al 31 dicembre 2018.
Vediamo in sintesi i due tipi di APE:
APE  VOLONTARIA  A  PAGAMENTO.
In sostanza l’APE volontaria consentirà di mettersi a riposo prima del tempo previsto, mediante un prestito concesso da una banca scelta dal lavoratore fra quelle che aderiscono all’iniziativa. Detto prestito serve da provvista finanziaria per l’erogazione dell’APE, che non può avere durata inferiore ai sei mesi, dal momento della richiesta fino all’accesso ala pensione di vecchiaia. A partire da tale epoca (accesso alla pensione di vecchiaia) inizia il percorso di restituzione del prestito, mediante rate di ammortamento mensili di pari importo e per la durata di 20 anni, fermo restando la possibilità di estinzione anticipata del debito. Per la completa disciplina di questo istituto occorre attendere l’apposito decreto di attuazione del Presidente del Consiglio dei Ministri la cui emanazione è prevista entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio e, quindi, presumibilmente entro i primi di marzo 2017.
A questa APE volontaria potranno fare ricorso tutti i lavoratori, pubblici e privati, iscritti a tutte le gestioni INPS: dipendenti, autonomi (artigiani, commercianti) e parasubordinati della gestione separata (co.co.co, professionisti senza cassa, eccetera). L’accesso è subordinato a queste condizioni:
– età non inferiore a 63 anni;
– possesso di almeno 20 anni di contributi;
– maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi;
– importo della pensione di vecchiaia, al netto della rata di ammortamento dell’APE richiesta, non inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’INPS (che significa a valore corrente, non inferiore a 702,65 euro mensili, considerato che il minimo INPS è pari a 6.524,57 euro annui).
All’APE non potranno accedere coloro che già godono di un’altra propria pensione diretta; per contro, potranno richiederla i titolari di pensione indiretta, come ad esempio, chi gode di una pensione di reversibilità. Non è richiesta la cessazione dell’attività di lavoro eventualmente svolta: ciò significa che l’APE può essere richiesta anche in costanza di attività lavorativa.
Per fare richiesta dell’APE sarà necessario dotarsi di una “certificazione del diritto all’Ape” rilasciata dall’INPS, incaricato di verificare il possesso dei requisiti che, oltre decretarne il diritto, indicherà pure l’importo minimo e massimo dell’Ape ottenibile.
Facendo richiesta dell’APE, si farà, allo stesso tempo, anche domanda di pensione obbligatoria che diventa irrevocabile, salvo il diritto di ripensamento nei 14 giorni successivi alla richiesta.
Il costo del’operazione è tutto soltanto a carico del lavoratore e comprende, oltre al prestito vero e proprio (cioè all’APE intascata), anche il costo del finanziamento (interessi), nonché il premio per la polizza assicurativa per il caso di premorienza, la cui sottoscrizione è obbligatoria.
APE  SOCIALE  GRATUITO.
L’APE sociale è un’indennità a carico dello Stato che funzionerà  come l’APE volontario, sempre dal 1° maggio 2017 fino al 31 dicembre 2018. Come l’APE volontaria consentirà di mettersi a riposo prima del tempo, mediante concessione di quest’indennità per il periodo intercorrente tra la data di accesso fino al conseguimento dell’età anagrafica per il diritto alla pensione di vecchiaia.
L’APE sociale spetta alle categorie dei soggetti in premessa evidenziati con almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi e richiede, necessariamente, la cessazione dell’eventuale attività lavorativa svolta e non spetta a coloro che siano già titolari di una pensione diretta e non è neanche compatibile con eventuali altri redditi di lavoro nei limiti di 8.000 euro annui.
L’APE sociale è erogato mensilmente su 12 mensilità all’anno ed è pari all’importo della rata di pensione spettante calcolata al momento dell’accesso all’APE sociale ed, in ogni caso, non può superare l’importo mensile di 1.500 euro.
francoiannaccone.ilponte@gmail.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: