Carta stampata, c’è speranza oltre la crisi, causata anche da Internet?

 

 

Nel territorio tedesco si stampano 347 quotidiani (contro i 99 italiani) per 1552 edizioni locali (22,12 milioni di esemplari venduti al giorno, di cui 14,1 milioni per abbonamento). Secondo i dati ufficiali, circa il 76% dei tedeschi sopra i 14 anni legge regolarmente un giornale. E Il 70% dei tedeschi preferisce il giornale stampato su carta al giornale online.  Questa dimensione locale offre un’indicazione anche ai settimanali cattolici italiani che dovrebbero essere avvantaggiati esattamente per la propria vocazione territoriale. Settimanali cattolici che stanno resistendo alla crisi di sistema degli ultimi anni, alle difficoltà della raccolta pubblicitaria, agli  ai tagli dei contributi governativi per l’editoria
Con 65,1 milioni di host name (nome identificativo di un dispositivo che consente l’accesso ad internet), la Germania è il più grosso bacino d’utenza in Europa, il sesto al mondo, il primo in percentuale sul totale di popolazione in Paesi con almeno 10 milioni di abitanti. Eppure, ciononostante, la carta stampata non è in crisi, anzi!
Il 70% dei tedeschi preferisce il giornale stampato su carta al giornale online.
Il motivo di tale successo è da ricercarsi nella struttura stessa dell’editoria tedesca. Siamo, infatti, in presenza di proprietà famigliari o piccole aziende, con un radicamento storico nelle edizioni locali e regionali, come testimoniato dal fatto che sono 54 i quotidiani regionali con oltre 100mila copie vendute al giorno. In questo quadro si inserisce il dibattito avviato già da tempo in Italia, con particolare riferimento al futuro delle tante testate giornalistiche, quotidiani e periodici stampati su carta.
Contrariamente a quanto affermato negli anni scorsi, la dimensione locale, sia essa provinciale o regionale, potrebbe costituire la ricetta giusta per uscire dalla crisi.
E’ una dimensione che nei fatti vedrebbe avvantaggiati i settimanali cattolici, che hanno resistito nonostante la crisi di sistema degli ultimi anni. Alle difficoltà della raccolta pubblicitaria si devono aggiungere gli aumenti dei costi della carta, della spedizione postale e i tagli dei contributi governativi per l’editoria. Certo che ogni Paese ha una storia a sé: in Germania sono 347 i quotidiani (contro i 99 italiani) per 1.552 edizioni locali (22,12 milioni di esemplari venduti al giorno, di cui 14,1 milioni per abbonamento). Secondo i dati ufficiali, circa il 76% dei tedeschi sopra i 14 anni legge regolarmente un giornale. In Italia si legge meno a prescindere dal fatto che si tratti di un giornale o di un libro: secondo le ultime stime dell’Istat, nel 2015 i lettori in Italia rappresentano il 42% per cento della popolazione. Nei dodici mesi precedenti alla rilevazione, circa 24 milioni di persone hanno letto almeno un libro per motivi né scolastici né professionali. Un dato stabile rispetto al 2014, ma in calo del 10% negli ultimi quattro anni.

Come recuperare i lettori?
La “ricetta” valida potrebbe venire proprio dalla Germania dove si lavora per conquistare nuovi lettori nelle scuole: la Suddeutsche Zeitung ogni settimana pubblica alcune pagine dedicate ai giovani. A settembre un supplemento periodico “Für kinder” è stato accluso in ogni copia cartacea per adulti. Sono 1.200 le scuole che aderiscono all’iniziativa, circa 45mila copie cartacee finiscono tra le mani di giovani lettori nella speranza che conservino in futuro l’abitudine della consultazione cartacea. Per quanto concerne i contenuti dei giornali per i giovani, trattano temi di attualità, politica, cultura, sport; a cambiare, rispetto all’edizione per i maggiorenni, è solo il linguaggio: semplice e con più immagini descrittive. È un’esperienza che per l’Italia non rappresenta certo una novità: esce infatti in edicola ed abbonamento, dal 1996, il giornale Popotus, che ha di recente compiuto i 20 anni. E’ l’inserto di successo del quotidiano Avvenire che si rivolge a bambini e ragazzi e che adeguandosi ai tempi è sbarcato su internet per la consultazione online riuscendo a conservare l’edizione cartacea, segno evidente che la carta stampata resiste e che i sistemi di comunicazione si integrano fra loro, la presenza dell’uno, insomma, non esclude l’altro!
Mario Barbarisi            (fonte Agensir)

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