All’inizio del secolo scorso la cura delle malattie si fondava sull’uso di decotti, cataplasmi e sciroppi che venivano preparati con erbe che allora la tradizione, e oggi la fitoterapia, indicano come utili rimedi per le malattie.
Tanti anni fa il primo contatto con la medicina popolare si aveva da piccoli, ad esempio quando si avevano i vermi. Allora la nonna prendeva un bicchiere di latte caldo e ci schiacciava dentro uno spicchio d’aglio. Si beveva e i vermi passavano.
Quando veniva il mal di testa, invece, interveniva la magia. La nonna prendeva un piatto pieno d’acqua, lo faceva girare sulla testa dolente, e intanto sussurrava parole misteriose. Quindi, con un dito, faceva cadere delle gocce d’olio nell’acqua e osservava la forma che assumevano. Se la forma era particolare diceva “vi hanno fatto il malocchio”. Quindi buttava via tutto lontano da casa. Il mal di testa passava e, si diceva, veniva a chi aveva provocato l’influsso negativo.
In caso di febbre si ricorreva alla vicina di casa che faceva le crocette. Seduta di fronte al piccolo ammalato gli poneva una mano sulla testa e mentre con il pollice tracciava per tre volte tre croci sulla fronte sussurrava una serie d’antiche parole che solo lei conosceva. Tre giorni e la febbre passava.
Con queste parole mia madre mi raccontava le sue esperienze da bambina e mi dava un’idea dei metodi di cura di tempi passati, ma non da molto.
Così tra medicina popolare, che adesso chiamiamo anche etnica, e magia si curavano i piccoli malanni dell’infanzia senza gravare sul Sistema Sanitario Nazionale.
A tanto, forse, volevano farci tornare i grandi economisti della levatura di quell’Onorevole che, stabilendo un rapporto di cambio dell’euro completamente sfavorevole alla lira ha fatto felici i partner europei (che attendevano da tempo di averci ai loro piedi), ma ha completamente distrutto la nostra economia familiare, perché certamente i rimedi naturali possono essere efficaci in forme psicosomatiche ma non nelle patologie serie nelle quali solo un forte welfare (= sistema sociale che vuole garantire a tutti la fruizione dei servizi sociali indispensabili) può essere d’aiuto ai cittadini, ma tale sistema richiede un’economia stabile.
Oggi la ragione, ma soprattutto la farmacologia, la fisica e la biologia, avvalendosi del metodo scientifico fondato su regole ed esperienze riproducibili, dimostrano che la magia (terapeutica e non), l’esoterismo, la medicina popolare e altre forme simboliche d’approccio alla vita che passano attraverso la sfera del mito e del sovrannaturale, non possono essere credibili.
Eppure, anche oggi, tante persone cadono nella rete d’imbonitrici televisive che riescono a diventare miliardarie grazie ai loro maghi e a ricette dimagranti, facendo leva sulla debolezza umana. Queste persone, non solo sono riuscite ad accumulare denaro (esentasse) ma, quel che è peggio, hanno indotto in alcuni telespettatori la convinzione che poteri occulti potessero sostituire la fede nell’aiuto del Signore e fatto dimenticare quanto detto nel Deuteronomio: “Chi esercita la divinazione e il sortilegio o l’augurio (del male) o la magia, chi farà incantesimi, chi consulti gli spiriti, gli indovini, chi consulti i morti, chiunque fa queste cose è in abominio davanti al Signore”.
La Bibbia non considera positivamente né la magie né gli indovini tanto ché nel Levitico (19, 31) è detto: «Non vi rivolgete ai negromanti ed agli indovini. Non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro». Dice il profeta Zaccaria (10, 2): «Poiché gli strumenti divinatori dicono menzogne, gli indovini vedono il falso, raccontano sogni fallaci, danno vane consolazioni».
Eppure ancora nel terzo millennio ci sono persone che non escono di casa se non dopo aver letto il loro oroscopo. Chi non lo legge lo ascolta in tv, su tutti i canali, anche RAI, tranne Rete 4 che non lo trasmette più. Una volta streghe e maghi venivano additate con disprezzo e con paura, vivevano nei boschi o ai margini dei villaggi, oggi girano in auto sportive e vivono in ville di lusso in spregio dei lavoratori.
Questa volgare “emancipazione” dei costumi induce anche nei più moderati il desiderio d’impugnare un bastone per liberarsi da scaltri e furbi seguendo le parole del filosofo Nolano Giordano Bruno:
“ti par che farebbe male uno che volesse mettere sotto sopra un mondo (già) rinversato?”
Per saperne di più:
-R. Iandoli: Terapia galenica e officinale. Pol. Ruggiero, 2006.
-Malati di tumore, muore prima chi è più povero. M. Salvia. Il Mattino,11/10/16.
-www.ilgiornale.it – “l’intervista” di Maurizio Costanzo. 7/10/16.
-A. Masullo: Giordano Bruno maestro d’anarchia. Ed. Saletta dell’Uva.
-http://www.studibiblici.eu/oroscopo%20e%20magia.htm
raffaeleiandoli.ilponte@gmail.com