Intervista alla Politica
La “signora” mi porse il bicchiere col cognac e riuscii, per un attimo, a fissarla negli occhi: chiari come un lago di montagna alle prime luci dell’alba. C’era, però, un velo di tristezza e di malinconia nel suo sguardo. Mi resi conto che mi stavo distraendo, perciò mi toccai la fronte come per svegliarmi e ripresi l’intervista.
Poco fa ha parlato di sua madre, la Filosofia. Ma di suo padre cosa può dirci?
“Le avevo chiesto di evitare domande imbarazzanti. Ma proverò a risponderle. Non l’ho mai conosciuto, mio padre. Né mia madre ne ha mai parlato. Più avanti negli anni, ho sentito tante ipotesi: chi ha parlato del Potere, chi del Dominio o del Successo. Credo, invece, che Dominedio, quando si è reso conto che l’Uomo avrebbe dovuto “organizzare” la propria vita insieme ai suoi simili, ha lasciato che mia madre si invaghisse dell’Amore per il Bene di tutti. Così sono nata io: “fatta” proprio per aiutare gli uomini ad impegnarsi, con intelligenza, fantasia e raziocinio, per migliorare la vita delle comunità. Infatti, se prova a riflettere, capisce subito che il potere, il successo o il dominio sugli altri, sono solo gli effetti della degenerazione del disegno di organizzazione e guida della società.”
Quindi Lei nega che quelli che hanno esercitato un potere assoluto possano definirsi uomini politici?
“Assolutamente, ci hanno provato in tanti a sedersi in questo salotto per ottenere una riconoscibilità che non meritavano. Li ho cacciati fuori tutti: dai dittatori più famosi, per finire a quei personaggi, anche della storia recente italiana, che hanno usato le Istituzioni solo per i propri interessi personali (alcuni indicibili ed inqualificabili). Quanti millantatori! Vede, a parte quelli che sono arrivati al potere con la violenza o con la forza, il fenomeno è preoccupante anche in democrazia. Accade, a volte, che i cittadini non riescono ad individuarli subito. Si lasciano convincere dalle favole che raccontano e si lasciano guidare dalla pancia più che dalla testa e dal cuore: li votano ed assegnano loro posizioni, di prestigio e di guida, immeritate. Ma costoro non hanno nulla a che vedere con me, con la mia storia ed i miei valori”.
Vorrei chiederle di fare qualche nome ma temendo di tradire la promessa, passo ad altro. Prima ha detto che non è contenta della situazione attuale. Perche? E cosa servirebbe?
“Che bella domanda! Dovrei scrivere un trattato per risponderle ma proverò a sintetizzare. La società oggi è molto cambiata rispetto al passato. Le tecnologie, la globalizzazione, il ruolo dell’economia e della finanza sono tutti fattori che interferiscono pesantemente nella vita delle comunità, pesano sui progetti e sulle scelte dei governanti. I quali sono sempre più spesso “succubini” (mi permetterà un neologismo: sta per succubi e concubini insieme) di interessi, poteri e forze estranee alle comunità che essi amministrano. Quando i politici frequentano, troppo intimamente, certi ambienti o si lasciano affascinare da certi valori lo stato di connivenza (concubinaggio) li mette in una situazione di soggezione e di asservimento! Allora, le scelte, apparentemente fatte a favore di tutti, soddisfano solo gli interessi di pochi! Così, si concretizza il tradimento del ruolo e della funzione politica!”
Prima ha parlato dei giovani, addirittura della gelosia di sua madre (la Filosofia) per il fascino che Lei esercitava su costoro. Cosa può raccontarci al riguardo?
“Quando ho parlato dei “tradimenti” pensavo, anche, al più deleterio dei comportamenti degli uomini politici: quello che tocca il rapporto con le giovani generazioni. Il loro errore più grande è quello di ritenersi “maestri” rispetto ai giovani che si accostano alla vita politica. Sono convinta, invece, che non ci sia bisogno di maestri ma di “testimoni” della buona politica! Oggi, purtroppo, in molti giovani domina la pigrizia delle menti: c’è paura ed incertezza sul futuro, mancano (o sono sopraffatti da falsi miti) gli ideali ed i valori forti che un tempo suscitavano interesse, amore e passione per l’impegno sociale! Ma è soprattutto colpa dei cattivi maestri: di quelli che hanno insegnato ai più giovani che la vita politica è finalizzata al successo, al potere ed agli arricchimenti personali! E’ per questo motivo che anche tra costoro quelli che si impegnano con più determinazione sono quelli che immaginano di poter costruire una carriera o una professione. Basta guardarsi attorno per scoprire le “brutte” qualità della classe dirigente che domina nei partiti, purtroppo, anche tra i più giovani tra loro. E poiché di buoni testimoni ce ne sono sempre meno è evidente che tutti gli altri, già spaventati dal’incerto futuro, si tengono lontani da quello che Paolo VI definiva “il più alto servizio di Carità”. Questo, mi creda, non è un bene per la nostra società!”.
Il richiamo agli insegnamenti della Dottrina Sociale Cristiana mi lasciò interdetto: aveva precisato di essere una laica e, invece, mi stupiva con certe citazioni! Provai, perciò, ad organizzarmi mentalmente, per restare in tema e per capire di più.
michelecriscuoli.ilponte@gmail.com