Intervista alla Politica

 

 

Erano giorni, meglio settimane, che provavo ad ottenere un appuntamento per un’intervista. Finalmente c’ero riuscito  e potevo realizzare il mio sogno: essere faccia a faccia con la “Persona” più affascinante che abbia mai incontrato!
Mi ero accomodato in un salotto molto elegante: il velluto delle poltrone, un po’ consumato, mi faceva pensare ai personaggi famosi che si erano avvicendati in quella stanza. Le persiane semi chiuse e la luce soffusa di un abatjour stile ottocento, che impediva di vedere con chiarezza quello  che c’era nel salotto, accrescevano l’ansia già viva  per l’incontro tanto atteso.
All’improvviso, la signora (la Politica) mi si parò davanti tendendo la mano per salutarmi: “Ci conosciamo già?”, chiese, mentre si sedeva sul divano alla mia sinistra. Si, ci siamo incontrati anni fa, ma  forse lei non ricorda. Ne è passato del tempo, allora ero giovane ed innamorato, risposi, mentre provavo a concentrarmi sulle cose che Le avrei potuto chiedere.
“A cosa debbo la visita?”, mi domandò con voce decisa.
Sa, adesso mi diverto a scrivere per un settimanale cattolico ed ho pensato che un’intervista con Lei potrebbe essere gradita ai nostri lettori, se è d’accordo, aggiunsi timidamente.
“Certo, potremmo parlare per ore del nostro Paese, della sua città o della sua provincia. Le risponderò volentieri, purché non mi chieda di fare nomi ed eviti domande imbarazzanti”.
Proverò a fare del mio meglio, risposi, controllando che il registratore fosse già in funzione. Ora, mi dica, subito, una cosa: è contenta di quello che succede oggi in Italia?
“Vedo che va subito al dunque. Certo che non sono contenta! Un tempo, io ero al centro del dibattito culturale del Paese: gli uomini di ingegno amavano occuparsi della vita di tutti, si cimentavano a discutere del futuro, elaboravano idee ed avanzavano proposte e soluzioni che potessero migliorare la vita delle comunità. Ricordo che mia madre (la Filosofia) fu, persino, gelosa dell’interesse che riuscivo a suscitare, soprattutto fra i giovani che sono sempre stati, in passato, colpiti dal mio fascino.”
Lei ha conosciuto molti politici, persone interessanti se pure in modo diverso: quali i tratti salienti, quali le loro migliori qualità ?
“La cosa che più mi ha entusiasmato è stata la voglia di anticipare il futuro, la capacità di sognare il nuovo e l’impegno per organizzarlo nell’interesse di tutti. Poi, l’intelligenza, la curiosità, l’onestà, la competenza e la tenacia nel lavoro”.
Eppure, i risultati non sono stati sempre entusiasmanti, o mi sbaglio?
“Ha ragione! Ma dipende da altri fattori. Vede, le potrei raccontare di persone che ho conosciuto da giovani: brillanti, onesti e preparati. Poi, da adulti, impegnati nella gestione della cosa pubblica si sono lasciati sedurre dal potere e dal successo personale, fino a sacrificare i loro ideali. E poi, la forza corruttrice del denaro, che riesce quasi sempre a fare il resto. Io non sono credente (mi definirei piuttosto una laica) ma non posso non condividere un bel passo del Vangelo: non si possono servire due padroni! Perciò, oso mutuare la metafora: o servi il popolo, i cittadini, lo Stato, o servi la ricchezza! E ricordo le parole di Papa Francesco mentre condannava i politici corrotti: tristi come il fariseo che interrogava Gesù, tristi, perché non incontreranno mai la gioia che dà, invece, l’onestà  politica al servizio degli altri (in tutto simile alla gioia dei cristiani)!”.
Mi scusi, ma è sempre stato così ? O la sua esperienza è stata diversa?
“Tutto dipende dalle persone e dal momento storico in cui si occupano del Bene Comune. Ricordo l’immediato dopo guerra: il paese distrutto, la voglia di ricominciare, il desiderio di essere una comunità, dove tutti si sentissero inclusi, portò alla Costituzione Repubblicana, nata sui valori dell’uguaglianza, del lavoro, della democrazia e della libertà appena conquistata! Furono scritte e fatte cose straordinarie, con il concorso di tutti! Anche se ci si odiava, nelle piazze e si facevano battaglie ideologiche feroci, gli italiani riuscirono a ritrovarsi uniti sulle regole fondamentali della vita pubblica, sociale ed economica! Merito degli uomini che allora si impegnavano al servizio delle comunità!”.
Mentre pronunciava queste parole si alzò per offrirmi da bere ed io ne approfittai per raccogliere le idee e passare a domande più concrete, più taglienti. Per capire e per conoscere meglio il “suo” mondo, difficile, complesso ed interessante.
(1 ^ parte, continua nel prossimo numero)

 michelecriscuoli.ilponte@gmail.com

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