La plastica, l’inquinamento del mare e la salute.
Tra i derivati del petrolio più utilizzati c’è la plastica. Bottiglie per acqua e bibite, tubi e contenitori per creme e cosmetici fino ai fusti per liquidi industriali sono oggetti fatti tutti di plastica. È noto che le bevande hanno un sapore migliore e fanno meno male alla salute se sono imbottigliate in vetro e non nella plastica. Attualmente anche i medicinali in flebo sono imbottigliati nella plastica (speciale e atossica!!), mentre solo pochi anni fa erano tutte in flaconi di vetro.
Un bel risparmio per gli industriali, ma tanti rischi in più per la salute.
Sostanzialmente siamo circondati dalla plastica che provoca danni sempre, anche quando questa viene gettata via, essendo non biodegradabile.
Si calcola che il 5 per cento della produzione mondiale di plastica del mondo finisce ogni anno in mare. Si tratta di una quantità enorme di bottiglie, tappi, tubetti e quant’altro per un peso complessivo di 12,7 milioni di tonnellate di rifiuti che vanno a inquinare gli oceani. Questi ultimi dati aggiornati arrivano da uno studio coordinato dall’Università della Georgia, che per la prima volta ha calcolato con precisione la quantità di plastica immessa nei mari, avvertendo che questi valori potrebbero aumentare fino al 10 per cento della produzione entro il 2025.
Un recente rapporto Goletta Verde di Legambiente segnala 32 rifiuti ogni chilometro quadrato del Mediterraneo, dei quali il 95 per cento sono oggetti di plastica quali buste, bottiglie e tappi, accendini, stoviglie.
Il Tirreno centrale conterrebbe 51 rifiuti ogni chilometro quadrato, mentre nello Ionio si scende a 33.
Queste stime, secondo alcuni, sono approssimate in difetto.
Tra le cause dell’inquinamento ci sono le varie attività industriali e la stessa pesca quando accompagnata alla cattiva abitudine di gettare in acqua le cassette di polistirolo, ma la causa maggiore d’inquinamento sono le nostre abitudini giornaliere, il nostro cattivo stile di vita.
Il 54 per cento dei rifiuti, infatti, è di origine domestica e gli avanzi di plastica arrivano a mare perché non facciamo in modo corretto la banale raccolta differenziata. Gli inquinatori siamo noi, agenti consapevoli di una sporcizia che deturpa le bellezze naturali dei luoghi dove trascorriamo le vacanze, gonfia i costi necessari per le bonifiche e costringe a mangiare pesci più o meno avvelenati.
Il vero problema della plastica è il suo tempo di decomposizione nel mare. È stato calcolato che una scatola di cartone scompare in un mese, e un rotolo di carta igienica in 60 giorni, ma per un pannolino usa e getta servono 200 anni.
Se non riusciremo a essere più responsabili, eliminando la plastica negli appositi contenitori attraverso la raccolta differenziata, condanneremo i nostri figli a vivere in un ambiente degradato e rischioso per la salute. Il mondo sarà diverso e più breve diverrà l’aspettativa di vita dell’uomo e di altre specie viventi.
Quanto ai pesci ciò sta già accadendo. In una recentissima ricerca dell’Università di Siena, finanziata dall’Onu, “Plastic Blusters”, esaminando lo stomaco di tonni e pesci spada sono state rintracciate enormi quantità di piccole palline non digerite, composte di residui di dentifrici e di spazzolini. I pesci stanno scambiando questi pezzetti di plastica colorata per plancton e così, giornalmente, si avvelenano.
Per quel che riguarda l’uomo, l’ambiente marino sta progressivamente perdendo la sua bellezza. “Le condizioni ambientali sono profondamente cambiate negli ultimi 20 anni” racconta Giuseppe, uno degli istruttori del centro subacqueo PADI di Forio. “Sia qui, che in tutta Ischia, abbiamo condotto un’opera volontaria di ripulitura del fondale marino, dal quale abbiamo portato via quintali di bottiglie, tubetti, e scatole di plastica. Ma questo non basta, c’è ancora molto da fare”.
Stiamo deliberatamente modificando la natura grazie alla nostra inciviltà, pigrizia e menefreghismo, l’arrogante ignoranza dei potenti non interviene, di conseguenza, prima o poi, la natura si vendicherà.
Per Saperne di più:
Giuseppe, Manuela, Francesco – PADI center – Forio (Ischia) – www.divingagency.it tel.3293114170
raffaeleiandoli.ilponte@gmail.com