FRANCESCO: Bellezza e Coraggio
Qualche settimana fa, una cara amica mi è venuta incontro con un libro tra le mani: “L’ho appena finito di leggere, è scritto da un sacerdote che conosco bene e penso che possa farti piacere leggerlo, se vuoi..”. L’ho ringraziata per il gentile pensiero e le ho promesso che l’avrei letto.
In verità, dopo la presentazione di copertina e le notizie sull’autore, Don Giulio Cirignano, (Assistente dell’A.I.M.C. dal 1978 al 2011), non sono riuscito a dedicare alla lettura del libro nemmeno un minuto: forse, condizionato dalla convinzione di trovarmi di fronte alla solita “papalatria”, tutta italiana. Quando, poi, l’amica mi ha chiesto se mi era piaciuto ho detto una bugia, esprimendo un giudizio genericamente positivo.
Riprendendolo tra le mani, per restituirlo, mi sono detto che se Irma aveva pensato di farmi cosa gradita, offrendomi questa possibilità, avevo il dovere di provare almeno a non tradire la sua fiducia, evitando così di perdere una buona occasione per il mio arricchimento personale.
Debbo confessare che il libro mi ha preso subito. Malgrado l’importanza degli argomenti, si legge con faciltà, perché è la raccolta di 32 articoli scritti da Don Giulio a commento di alcune iniziative papali.
Soprattutto, c’è un’attenzione forte all’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”, citata più volte nei miei articoli. Sono rimasto entusiasta del libro, perché mi ha aiutato a riflettere su alcuni punti del Magistero di Papa Francesco che la mia modesta cultura non era riuscita subito a comprendere a pieno.
Mi è piaciuta l’affermazione, ben espressa da Don Giulio, che il fondamentale intento di Papa Francesco è quello di “continuare lo spirito del Concilio” dopo decenni di “sonno”: “il Concilio continua a battere alle porte della nostra coscienza personale e collettiva, continua a sedurci attraverso l’invito ad essere, come Chiesa, profezia dell’amore di Dio per il mondo”.
Così come è ferma la sua convinzione che l’esperienza religiosa cristiana sia destinata a sopravvivere, alla modernità ed alla post-modernità, a certe condizioni. “La Chiesa non coincida con la forma istituzionale che ha voluto darsi nel tempo: la Chiesa c’è dove si accoglie il Vangelo e si professa che Gesù è il Signore. Un nuovo protagonismo si profila all’orizzonte. Così la vitalità della Chiesa non sarà questione di pochi. Pochi preti, pochi vescovi, pochi laici. Sarà lì dove uno o più confessano apertamente, per dono di Dio, la loro fede nel Signore risorto”! Che bella, poi, la concezione della Chiesa, “popolo ed opera” di Dio: “E’ Lui che la fa vivere e crescere. E’ Lui ed il suo Spirito che la seminano imprevedibilmente nei solchi della storia, a qualunque latitudine”!
Certo, emergono, dalle riflessioni di don Giulio, i suoi dubbi sulla coerenza di una parte della Chiesa italiana nel seguire, seriamente e non solo a chiacchiere, gli insegnamenti del Santo Padre. La sua preoccupazione, ad esempio, sul fatto che l’anno giubilare non riesca a portare i frutti che tutti si aspettano: “La misericordia può essere solo un tema teologico e l’indicazione di un percorso spirituale ma che non producono un reale cambiamento”.
Altra osservazione intelligente e necessaria (il “motivo di genialità” del Giubileo) è quella che segnala la necessità di privilegiare, proprio nell’anno giubilare, il cuore caldo del Vangelo e non la sontuosa pomposità delle celebrazioni, degli abiti e dei titoli, rispetto alla comunione ed alla povertà evangelica. Perciò, l’auspicio è quello di una Chiesa “degerarchizzata”: che non sia un’inutile costellazione di poteri, non sia il luogo delle ambizioni e delle carriere ma soltanto “un vero spazio profetico di fraternità”, in sintonia con l’insegnamento di Cristo: “Chi vuole essere il primo sia come l’ultimo e il servo di tutti”!!
E’ incredibilmente forte la fiducia di don Giulio nella capacità della Chiesa di seguire a pieno le sollecitazioni di Papa Francesco. Ed è singolare la sua Fede: “il Signore ha pazienza e soprattutto misericordia. Ha anche uno spiccato senso dell’umorismo. Quindi sorride ed aspetta”!
Infine, la parte che più mi è rimasta nel cuore e nella mente è stata la forte sollecitazione ad approfondire gli insegnamenti dell’Evangelii Gaudium. Uno degli articoli più interessanti è, proprio, quello dedicato all’esegesi del Capitolo IV della E.G., con l’analisi dei quattro principi indicati da Papa Francesco per la crescita del Popolo di Dio in pace, giustizia e fraternità: il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte. Temi essenziali per le comunità che vogliano arricchire la propria Fede!
Ecco, credo che sia giunta l’ora, per tutti (vescovi, sacerdoti e laici), di cogliere l’importanza del messaggio di Papa Francesco e di scoprire la Bellezza ed il Coraggio di un percorso nuovo e diverso per testimoniare la propria fede. Perciò, ho avuto l’ardire di segnalare questo libro ai nostri lettori! Perché, di ritorno dalle vacanze nelle loro parrocchie, ognuno si presenti con il testo dell’Evangelii Gaudium in mano, (nei gruppi, nelle associazioni ed in tutte le occasioni nelle quali siano chiamati a riflettere delle cose di Dio), con un unico proposito ed un preciso obiettivo! E’ l’ora di finirla con la solita frase: “si è sempre fatto così”! E’ giunto, anche per noi cattolici, il tempo del cambiamento, della riflessione, dell’approfondimento e, soprattutto, della testimonianza viva, nel mondo e nel tempo che ci è dato vivere, della nostra fede in Cristo e nei suoi insegnamenti!
Il Magistero dell’Evangelii Gaudium sia, anche per noi, un “inno alla libertà: libertà evangelica che non svaluta niente di ciò che lo Spirito ha suggerito alla Chiesa, ma che non resti impigliata nel passato. Libertà come coraggio di guardare avanti, mano nella mano con il Signore risorto, amante della vita”.
michelecriscuoli.ilponte@gmail.com