AL PROCURATORE CANTELMO DICIAMO: FORZA E CORAGGIO!
“Forza e Coraggio”! ho rispolverato, per l’occasione, l’espressione del caro Don Michele Grella, indimenticato parroco della chiesa di San Ciro, con la quale egli invitava tutti a proseguire con impegno e zelo i propri compiti.
Il Procuratore Rosario Cantelmo avrà la forza, il coraggio e la determinazione necessari a continuare la delicata azione di pulizia e chiarezza sulle vicende di Enti, Aziende e strutture legate alla gestione politica? Avrà la Procura nel suo insieme, includendo anche i Sostituti, la volontà di alzare i coperchi di tutte le pentole, lasciate appositamente sul piano cottura per decenni?
Quella che sta scoprendo Cantelmo è una “cucina da incubo”! Ce n’è per tutti i gusti, peccato che siano pietanze non gradite alla maggior parte dei cittadini, onesti e perbene, che non accettano di essere considerati alla stregua di chi avrebbe mal gestito il pubblico danaro. C’è una evidente questione morale in questa provincia che parte da molto lontano e che coinvolge amministratori di ieri e di oggi, quest’ultimi figli del sistema, scelti proprio perché “sapientemente allevati”! Se l’ACS (Azienda Città Servizi), tra le altre cose, concedeva, come sembra emergere dagli atti, per davvero incarichi, affidamenti, sponsorizzazioni, in cambio di “cortesie” e della presenza ai comizi del PD, allora siamo al cospetto di uno scenario destinato molto presto ad allargarsi ulteriormente. Il manager di ACS era evidentemente anche spinto ad assumere determinati atteggiamenti e a soddisfare appetiti e richieste. Egregio Procuratore Lei e i suoi collaboratori, insieme alle forze dell’Ordine, avete tutta la nostra stima, Le chiediamo di proseguire, di non fermarsi, perché in questa città abbiamo deciso in tanti di restarci, ed in un ambiente “ri-pulito” si vive meglio.
Lei sarà destinato (presto?!?) ad altro incarico, magari in altra sede, noi qui ci resteremo e desideriamo che l’azione di bonifica fosse presto completata, che la mala pianta della corruzione venisse definitivamente estirpata. Certo che dobbiamo dare tutti un contributo, collaborare perché ciò avvenga: cittadini,Istituzioni, Stampa …. è anche vero che siamo al cospetto di una tale voragine di corruttela di indefinite proporzioni: potrebbe esserci rimasto davvero poco da accertare! Viene da chiedersi quali siano le parti rimaste sane in questa città ed in questa provincia.
Non siamo certo al cospetto di un fenomeno solo locale. Il fenomeno della corruzione è dilagante:
“I politici fanno cose orribili, poi dicono di voler aspettare la sentenza. La classe dirigente italiana, e non parlo solo dei politici, ha una tendenza alla devianza sconosciuta ad altri Paesi. Per molto meno di quello che emerge in Italia all’inizio di una vicenda giudiziaria, all’estero le persone si dimettono” (dal Sole24ore del 18.05.2016). E’ quanto affermato nei giorni scorsi da Pier Camillo Davigo, presidente dell’ANM (Associazione Nazionale Magistrati).
Il fatto è che noi, come già più volte ribadito, viviamo qui e desideriamo, quindi, analizzare ciò che accade nella nostra realtà. Molti illeciti sono da tempo commessi alla luce del sole, impunemente si è rubato e si è continuato “perché tanto qua non è mica mafia capitale”! E’ solo, evidentemente, Avellino banale, la città e la provincia, “quattro perucchi”, dove basta conoscere, avere “le amicizie, e magari le parentele, giuste” e tutto diventa possibile. Se la Milano di Tangentopoli era la città da bere, Avellino è diventata, a quanto pare, la città da mangiare!
Desideriamo trasparenza ovunque, non giustizialismo, ma trasparenza! Negli Enti,nelle Aziende, nelle cooperative, nei Comuni, al Teatro Carlo Gesualdo…, in tutte le realtà dove circolano soldi pubblici: è un nostro diritto! E’ difficile recuperare il danno antropologico che questa terra ha subito ma la trasparenza e l’affermazione del diritto costituiranno il sicuro rimedio per azzerare tutto e dare finalmente speranza ai giovani, ai nostri figli e a noi stessi che qui abbiamo deciso di vivere. Chi verrà dopo di Lei, egregio Procuratore, e del suo pool, troverà la strada tracciata e difficilmente potrà agire diversamente da chi lo ha preceduto. Premetto che non condividiamo la gogna mediatica subìta da persone vittime della diffusione delle recenti intercettazioni,prodotte per il caso ACS; facciamo parte di quella informazione che rispetta le persone e presume in maniera convinta l’innocenza fino a prova contraria, figuriamoci con coloro che entrano nelle inchieste solo perché appartenenti o vicine al nucleo familiare di uno degli indagati. Qui c’entra anche il ruolo e la responsabilità della stampa a diffondere determinate notizie e a svolgere il proprio compito. Il testo con la trascrizione delle telefonate giace sulla mia scrivania e non finirà su questo giornale perché ciò che riteniamo si debba evitare a tutti i costi è che il “sistema del malaffare” si riduca al racconto di un semplice pettegolezzo.
Ce la farà la Magistratura avellinese ad essere più lesta della politica?
Farà prima la giustizia ad accertare le responsabilità e a punire chi ha, eventualmente, sbagliato, o sarà più veloce la politica ad adoperarsi per coprire ed insabbiare tutto?
Queste domande riceveranno un’adeguata risposta solo col passare del tempo necessario a scoprire le prossime mosse dell’una e dell’altra parte. E noi qui pronti a raccontare la storia di una terra che molto tempo fa riconosceva il valore dell’onestà e della legalità. Da allora di tempo ne è trascorso tanto e la polvere ed il silenzio hanno ricoperto tutto senza cancellare però la speranza.
Domani sarà il trionfo della giustizia o della gabbia che ha costruito la malapolitica?
Mario Barbarisi