Ignavia e complicità
Domenica sera, ho avuto la fortuna di vedere un bel film, “Per amor vostro”, in programmazione nella rassegna dello Zia Lidia Social Club, seguito dal dibattito arricchito dalla presenza del regista Beppe Gaudino.
Una storia drammatica, raccontata come una favola da un cantastorie moderno, con un linguaggio cinematografico nuovo ed originale che ha entusiasmato il pubblico presente. Un film da consigliare alle persone care!
Gaudino, prima della proiezione, aveva segnalato di aver voluto narrare la vicenda (vista dalla parte della vittima) di una donna oggetto di molteplici vessazioni. Ed aveva fatto cenno all’unica colpa di quella donna (da cui, peraltro, si riscatta): “l’ignavia”, uno dei peccati sociali più gravi del nostro tempo!
Due giorni prima, al convegno su corruzione e collusione organizzato dal Ponte, c’erano state le interessanti valutazioni del procuratore aggiunto presso il Tribunale di Avellino, dott. D’Onofrio e del Prof. Ferraro, ordinario di filosofia morale ed etica dell’ambiente presso la Federico II. Entrambi, con parole diverse, hanno richiamato l’attenzione dei presenti sulla “complicità” dei cittadini rispetto al fenomeno della corruzione, registrando la “sconfitta dell’etica pubblica” per effetto dei valori utilitaristici oggi dominanti nella società! Segnalando che la corruzione è diventata “un costo” per le imprese che operano con la Pubblica Amministrazione.
Negli stessi giorni, la stampa locale ha dato notizia della lettera con la quale il sindaco di S.Angelo dei Lombardi, Rosanna Repole, ha chiesto al Presidente dell’Alto Calore di poter esaminare i conti ed i documenti relativi alla gestione dell’Ente, prima di adottare una decisione in merito alle scelte sulla futura gestione del servizio idrico.
Molti si sono stupiti dell’iniziativa: alcuni hanno letto, tra le motivazioni nascoste, l’esplicitazione della solita faida tutta interna al Partito Democratico; altri, ancora, l’hanno censurata e criticata; pochi l’hanno approvata con convinzione.
Personalmente, sono stato ben lieto di leggere certe cose e vorrei spiegare perché.
Mi chiedo: se un politico (un sindaco, un consigliere comunale, un assessore o un segretario di partito, di maggioranza o di opposizione..etc) non fa quello che ha fatto la Repole, qualcuno può spiegarci che cosa ci sta a fare? Se non ci si occupa di come vengono gestiti i soldi di tutti, se non si approfondisce, non si interroga, non si valuta l’operato di quelli che amministrano la cosa pubblica, ma allora quale è il ruolo di queste persone? Perché costoro dovrebbero incassare indennità varie, gettoni di presenza e rimborsi spese? E poi, quali cittadini rappresentano: quelli che li hanno delegati a spartirsi la torta o quelli che li hanno scelti perché amministrassero la cosa pubblica con serietà, con capacità e soprattutto con trasparenza?
Il problema vero (della Repole e di tanti suoi colleghi politici) è che da quarant’anni a questa parte non c’è stato quasi nessuno che ha osato chiedere agli amministratori dell’Alto Calore (e perché no, dell’ASI, del Teatro, dell’ATI o delle altre aziende partecipate) il conto esatto delle loro gestioni! Grazie all’ignavia ed alla complicità di tanti, certi amministratori si sono comportati come i “padroncini” degli Enti in questione, sicuri che non avrebbero dovuto mai rendere conto a nessuno, tranne ai loro padrini (ai quali interessavano che le assunzioni e le scelte operative fossero finalizzate a soddisfare gli interessi propri e dei loro amici). Voglio ricordare a me stesso lo strano concetto di azienda “privata” che qualcuno, tra loro, ha espresso, con un lessico contorto, per collocarsi al disopra della legge, dell’etica e della trasparenza.
Se ci fosse, che so, un Pasolini avellinese avrebbe già avviato un vero e proprio “processo” a questo modo di far politica, con capi di imputazione precisi e puntuali e con un lungo elenco di imputati, formato da tutti gli amministratori di questi Enti, negli ultimi anni, e da tutti i politici che li hanno imposti alla comunità! Voglio precisare: un processo “politico” perché per quelli penali siamo affidati all’autonomia della Magistratura, fermo restando che, malgrado ogni diversa convinzione, si tratta di persone “tutte oneste e per bene”, fino a prova contraria…!!
Piuttosto, ci tocca riflettere sui vizi più brutti della cosiddetta società civile (l’ignavia e la complicità) che hanno permesso a questo sistema di crescere e di proliferare! Ci tocca chiedere come mai la stampa locale (mai sufficientemente libera ed autonoma) non ama fare inchieste serie sulle società partecipate! Così come dobbiamo interrogarci sul degrado che ha permesso a certi “personaggetti” di restare sulla scena pubblica malgrado le loro manifeste incapacità, malgrado il vuoto accertato delle menti e l’aridità dei loro cuori!
Può succedere presto che, anche nella nostra provincia, costoro possano essere chiamati a rendere conto, politicamente, delle loro insufficienze! Potrebbero, finalmente, dover rispondere delle scelte e dei misfatti compiuti! Perché, per chi fa politica la complicità e l’ignavia sono peccati molto più gravi delle analoghe responsabilità di tutti noi, “presunti” bravi cittadini, spesso distratti da altre esigenze e soprattutto pronti a lamentarci solo delle vicende più eclatanti, quelle che toccano solo i nostri personali interessi. Tutto può succedere!
michelecriscuoli.ilponte@gmail.com