IL SENSO DELL’EQUILIBRIO DOMINA IL NOSTRO CORPO
Praticamente da sempre incontro persone che mi interrogano sul perché, pur stando fermi seduti o in piedi, avvertono una sensazione di movimento come se il mondo girasse intorno a loro oppure gli girava la testa. Ho sempre spiegato che le cause del fenomeno potevano essere molteplici: da un’otite a problematiche di artrosi cervicale, da un cambiamento della pressione arteriosa al mal di mare, dalla labirintite all’ictus e via di questo passo. Si potevano associare alle vertigini altri sintomi come la nausea, il vomito, l’ansia, la paura e l’alterazione della frequenza cardiaca. I rimedi sono molteplici, quasi tutti mirati a cancellare il problema di salute che scatena il disturbo: la mancanza di equilibrio. L’equilibrio ha varie “forme” e si sente parlare spesso di equilibrio chimico, dinamico, meccanico, termodinamico, ecc. Quello che riguarda l’uomo è quello biologico che non è altro che la sensazione che permette: “ad un organismo animale di conoscere ed organizzare il movimento del proprio corpo rispetto alla forza di gravità ed altre forze esterne” (Wikipedia”). Equilibrio deriva dal latino “aequilibrium” composto da “libra = bilancia” e “aequus = uguale” come se il peso su di un piatto della bilancia è identico al peso dell’altro. E’ importante per l’uomo mantenersi in equilibrio, ma non solo per le esibizioni da circo equestre ma per condurre una vita normale di lavoro e di riposo, di relazione e di sport. La fisiologia umana prevede per controllare l’equilibrio delle delicate formazioni che sono situate nell’orecchio interno e costituiscono il famoso “labirinto” vestibolare: canali semicircolari, membrane otolitiche e l’endolinfa. Dalla loro normale funzione dipende l’equilibrio e sembra quasi impossibile che una piccola porzione dell’orecchio interno sia capace di mantenere il controllo della posizione e del movimento del nostro corpo nello spazio. In pratica tutto il nostro organismo è dominato da questa centrale di controllo e, considerate le sue dimensioni, tutto ciò sembra quasi inverosimile. Esiste una branca dell’otorinolaringoiatria che studia soltanto il vestibolo, vista la sua sempre maggiore importanza nell’ambito delle varie patologie citate in apertura ed in Italia, al pari di altre nazioni occidentali, esiste la Società Italiana di Vestibologia. Le indagini che sono state fatte e che continuano servono a svelare i misteri di questo “sesto senso”. Il buon funzionamento della centrale di controllo dipende da due abilità della nostra mente: il controllo dei movimenti oculari e la capacità di muoversi e di andare dove vogliamo e senza ragionare continuamente sulla direzione da prendere. Quindi un organo vero e proprio di senso da paragonare al GPS che montano le autovetture di oggi per farci trovare la strada in posti sconosciuti. Il GPS (Global Positioning System) è il sistema di navigazione satellitare ed il vestibolo fino a due anni or sono era considerato il nostro GPS interno, molto sviluppato in atleti di particolari sport soprattutto nella ginnastica e nello sci. Oggi, invece, secondo le ultime ricerche, a darci le mappe mentali sono i “neuroni di posizione” e le cellule “a griglia”. I Premi Nobel per la Medicina dell’anno 2014: i coniugi Britt-Moser ed il loro collega O’Keefe hanno chiarito il funzionamento di questo due sistemi. I neuroni di posizione sono situati nell’ippocampo e si attivano quando ci troviamo in un determinato punto, che verrà memorizzato per un futuro riconoscimento. Il sistema delle coordinate ci viene dalle cellule a “griglia” della corteccia entorinale, che percepiscono lo spazio diviso in uno schema di cellule, nel cui interno avvengono i nostri movimenti. La corteccia entorinale o entorinica è una porzione dell’ippocampo, struttura cerebrale situata bilateralmente nei lobi temporali e deputata a stadiare la memoria a lungo termine e la determinazione temporo – spaziale. Per questo motivo l’ippocampo è la prima regione del cervello a deteriorarsi nel Morbo di Alzheimer. Questa è la spiegazione di come atleti disabili ciechi riescono a compiere prodezze che sembrano impossibili. Gli “acrobati” si muovono al “buio” grazie alle particolari attitudini dei componenti neuronali, come se il cervello ricostruisse in automatico le immagini mancanti. Negli animali si riscontrano delle stabilità di tipo fisico eccezionali, basti vedere i quadrupedi che popolano le montagne che badano alla propria sopravvivenza mangiando erbe su superfici che definire terribilmente scoscese è dire poco. Anche per gli animali è stato scoperto un organo di senso dell’equilibrio che è posizionato anche per loro nell’orecchio interno ed è una specie di “giroscopio” formato da una serie di granuli ( i nostri otoliti) che si diffondono a seconda della posizione in canali circolari e non semicircolari, come i nostri. Altro particolare organo dell’equilibrio per zanzare e mosche è rappresentato da un bilanciere posto sotto le ali posteriori. I pesci, poi, hanno un sistema in più rispetto agli animali di terra, in quanto devono vivere in ambiente fluido e posseggono, oltre ai canali semicircolari, un altro organo: chiamato “linea laterale”. Questa linea è composta da una disposizione in serie di cellule che inviano al cervello segnali sulla posizione del corpo e grazie alle pinne si ottiene la possibilità di “aggiustare” la rotta. E’ possibile in questo modo evitare ostacoli e scartare i brutti incontri. A fornire le informazioni dalla periferia sono i recettori che danno i riscontri sulla posizione e sono questi propriocettori che hanno una diffusione nei 640 muscoli del nostro corpo, nei tendini e perfino nel derma e ci permettono di camminare senza inciampare, di correre su pista senza andare a farlo in una corsia diversa dalla propria. In questo caso è il cervello ad essere particolarmente “bravo” nell’armonizzare tutte le informazioni. Quando questo sistema è alterato il cervello non impartisce i giusti comandi di risposta alle sollecitazioni esterne segnalate dai propriocettori. Quando non funziona il senso dell’equilibrio allora ci gira la testa e può sopravvenire la nausea ed il vomito. In questo caso ci troviamo di fronte al malfunzionamento del vestibolo, qualsiasi sia la patologia che lo abbia prodotto. In conclusione, sia che c’è un’alterazione dei “neuroni di posizione”, sia che non funzionino le cellule a griglia e sia che il vestibolo ci faccia “girare la testa”, è sempre l’equilibrio ad essere compromesso. Il “sesto senso” legato all’orecchio interno è quello che ci fa penare di più, ma per fare l’acrobata del circo o lo sciatore agonista professionista e’ il cervello in sé che deve funzionare con i suoi neuroni dell’ippocampo e la sua corteccia entorinica.
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