LEGGE DI STABILITÀ 2016, ARRIVA LA CARTA FAMIGLIA
La legge di stabilità 2016, al comma 391 dell’unico articolo, ha previsto la creazione di una social card famiglia dedicata ai nuclei numerosi, con almeno tre figli minorenni, che dà accesso a sconti su vari beni e servizi. La card famiglia viene assegnata sulla base degli indicatori ISEE e offre la possibilità di ottenere prezzi agevolati su servizi pubblici e privati, culturali, di trasporto, ludici, sportivi, turistici e altro ancora a partire da quest’anno. La card è destinata a tutte le famiglie di cittadini italiani o stranieri residenti in Italia che hanno almeno tre figli a carico. Per ottenerla sarà necessario farne richiesta con le modalità decise dal Ministero del Lavoro e pagare i costi dell’emissione, ancora non specificati.
Il decreto sulla Social card famiglia prevista in Legge di Stabilità dovrebbe arrivare entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge, quindi entro il mese di marzo 2016. Tutte le aziende che vogliono essere partner dell’iniziativa, dando, la possibilità di ottenere sconti alle famiglie che decideranno di usufruirne, beneficeranno della pubblicità. Saranno i Comuni a emettere le card, dopo aver attestato lo stato di famiglia dei richiedenti e dietro presentazione di apposita istanza sul modulo che verrà messo a disposizione e corredandolo del modello ISEE e dell’attestazione del pagamento dei costi relativi all’emissione della card. La durata sarà di due anni dal momento in cui viene emessa.
I servizi per i quali i nuclei familiari potranno usufruire di sconti sono, ad esempio, abbonamenti ai mezzi pubblici, servizi turistici e culturali, servizi legati all’istruzione ed alla formazione.
La carta famiglia si va ad aggiungere ad altre forme di sostegno, già esistenti, per le famiglie, quali la classica “social card” e la social card “sperimentale”.
Va, innanzitutto, detto che la card famiglia e la classica social card o quella sperimentale, sono due misure diverse. Mentre la prima dà diritto a sconti su beni e servizi, la seconda è una carta acquisti, con denaro accreditato da spendere, perciò le due card non vanno confuse. Il capitolo “poveri” della legge contiene anche altri provvedimenti dedicati alle famiglie disagiate. Verrà aumentato di sette milioni in due anni (2016 e 2017) il fondo previsto dalla legge del 2012 per il finanziamento della distribuzione di cibo alle persone indigenti. Il cibo viene consegnato attraverso associazioni caritatevoli.
A tal proposito si ricorda che la SOCIAL CARD è una tessera di pagamento -tipo bancomat- che viene “caricata” a spese dello Stato di una somma annuale di 480 euro, accreditati con rate bimestrali di 80 euro. Gli 80 euro di ciascun bimestre possono essere spesi al massimo entro i due bimestri successivi. E’ una carta che non ha scadenza -quindi quelle ottenute dal 2009 in poi possono essere utilizzate anche nel 2016- ed è concessa ad anziani o famiglie con bimbi piccoli che rispondono a determinati requisiti. Va richiesta presso gli uffici postali compilando un modulo che poi le Poste inoltreranno all’INPS il quale invierà la carta inizialmente priva di fondi.
Il modulo si trova, anche, sui siti INPS, POSTE ITALIANE, MINISTERO DELL’ECONOMIA E FINANZA e MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI.
Prima di accreditare il bonus, l’INPS verificherà la sussistenza dei requisiti e la correttezza della richiesta. La carta sarà poi caricata all’inizio di ogni bimestre, con inizio il bimestre successivo alla richiesta (per esempio se la richiesta viene fatta a Gennaio o Febbraio il primo accredito sarà fatto nel bimestre Marzo-Aprile). Una volta avvenuto il primo accredito, le Poste Italiane inviano a casa dell’interessato il codice PIN necessario per l’utilizzo della card.
La SOCIAL CARD ACQUISTI SPERIMENTALE, invece, è attiva in 12 comuni italiani (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona); è partita nel 2013 la sperimentazione di questa nuova carta acquisti, ampliata ad altri comuni dal 2014 con ulteriori finanziamenti. Per il 2016 il rifinanziamento prevede anche un consolidamento, con priorità di assegnazione a nuclei familiari numerosi e/o con figli disabili e/o con presenza di donne in stato di gravidanza, tutte da definire con decreti ministeriali.
La nuova carta si affianca a quella “ordinaria” che continua ad essere rilasciata e a funzionare, anche nei comuni di sperimentazione.
La carta acquisti sperimentale -molto più “corposa” di quella ordinaria- ha una dotazione mensile variabile a seconda del numero dei componenti il nucleo familiare del richiedente (sono escluse le persone a carico ai fini Irpef diverse da coniuge e figli), con accredito bimestrale:
– 231 euro mensili per nuclei familiari con 2 persone;
– 281 euro mensili per nuclei familiari con 3 persone;
– 331 euro mensili per nuclei familiari con 4 persone;
– 404 euro mensili per nuclei familiari con 5 o più persone.
I requisiti di legge per poter chiedere la carta sperimentale sono.
Per il richiedente:
– essere cittadino italiano o comunitario ovvero familiare di cittadino italiano o comunitario non residente nella CE ma titolare di permesso di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
– risiedere in uno dei comuni coinvolti nella sperimentazione da almeno un anno dal momento di presentazione della domanda.
Per il nucleo familiare del richiedente:
– ISEE inferiore o uguale a 3.000 euro;
– se residente in abitazione di proprietà, un valore ai fini IMU della stessa inferiore a 30.000 euro;
– patrimonio mobiliare (come definito ai fini ISEE) inferiore a 8.000 euro;
– valore della situazione patrimoniale (come definito ai fini ISEE) inferiore a 8.000 euro;
– in caso di godimento da parte dei componenti del nucleo familiare di altri trattamenti economici concessi a qualsiasi titolo dallo Stato o da antri enti pubblici, anche esenti, questi devono essere inferiori a 600 euro mensili;
– nessun componente del nucleo familiare deve possedere auto immatricolate nell’anno antecedente la richiesta, né auto di cilindrata superiore a 1300cc o moto di cilindrata superiore a 250 cc immatricolati nei tre anni antecedenti la richiesta.
– presenza nel nucleo di almeno una persona di età inferiore ai 18 anni.
La domanda per la richiesta va presentata al Comune di appartenenza, con modulo predisposto disponibile anche sul sito ufficiale dello stesso Ente. Inizia una fase di verifica con formazione di una graduatoria, una parte della quale conterrà i nominativi di coloro che possono rientrare nel beneficio. Al termine di questa fase l’INPS invia ai nuclei familiari la carta già caricata dell’importo fruibile relativo al primo bimestre. In caso di mancata accettazione della domanda è il Comune, invece, che avvisa i richiedenti, con lettera contenente le motivazioni del diniego.
francoiannaccone.ilponte@gmail.com