LA “DIETA MEDITERRANEA” IDEALE PER SALUTE E AMBIENTE
Il mondo intero ci invidia perché possediamo il 95% delle opere d’arte esistenti sulla Terra, perché in ogni città esiste un museo contenenti valori inestimabili, perché in quasi tutti i nostri 8.003 Comuni c’è un castello, una torre, delle mura intrise di storia. Perfino nelle frazioni di piccoli municipi ci sono castelli importanti, basti pensare solo in Irpinia a quello longobardo di Quaglietta (che Mussolini accorpò a Calabritto nel 1927) ed a quello anch’esso longobardo di San Barbato di Manocalzati, oltre a tantissimi altri esempi. Dagli anni Cinquanta, al di fuori della storia dell’arte, gli abitanti del Nord Europa e quelli del Nord America ci invidiano anche per la nostra dieta alimentare. A tale riguardo va detto che la sua importanza è cresciuta ancora di più perché è apparso nel 2015 sulla rivista internazionale “Nature” un articolo dei Professori Tilman e Clark che si concludeva così: “la dieta mediterranea salverà il pianeta”. David Tilman è il più grande ed importante “ecologo” del mondo, premiato in Europa a gennaio dello scorso anno per le sue ricerche sull’impatto delle diete sulla salute umana e sugli ecosistemi. Il Professor Tilman nel suo lavoro si scaglia contro lo stile alimentare occidentale che, oltre agli effetti negativi sulla salute umana, ha effetti molto negativi sull’ambiente. La ricerca ha dimostrato che la dieta degli occidentali ha un aspetto molto negativo per gli ambienti naturali perché l’agricoltura emette il 25% dei gas serra, inquina le acque con i prodotti chimici utilizzati per l’aumento nel numero e nella grandezza dei prodotti. Importante anche il dato che per le coltivazioni e per allevare gli animali si utilizza il 50% del terreno del pianeta non coperto dai ghiacci. A ciò si deve aggiungere un dato anch’esso inquietante che è quello dello spostamento dalle diete di tipo vegetariano a quelle più ricche di carne e di alimenti senza vitamine e minerali. Tilman nel suo studio ha anche valutato l’impatto sulla salute e sull’ambiente, oltre alla dieta mediterranea anche quella vegetariana e quella pescetariana. Quella vegetariana fa a meno della carne di qualsiasi animale con la sua variante vegana che esclude anche i prodotti di origine animale, oltre alla carne. La dieta pescetariana vede l’aggiunta di pesce e frutti di mare a quella vegetale. A proposito di tale regime dietetico è stata pubblicata una ricerca (AHS-2) che sottolineava la diminuzione di casi di cancro del colon- retto in una popolazione limitata di volontari e di seguaci di tale dieta. Non solo le percentuali di tumori, ma anche il diabete e le malattie coronariche sono diminuite nelle popolazioni studiate con i tre tipi di alimentazione. Tali diete sono salutari sull’ambiente perché l’utilizzo del territorio è molto minore, basti pensare che se si continua a mangiare carne in maniera esponenziale nel 2050 la superfice terrestre dedicata agli allevamenti passerà da 370 milioni a 740 milioni di ettari. Se si sviluppa la diffusione della dieta mediterranea i terreni non avrebbero più i problemi di emissione di gas serra e nel 2050 saremmo nelle condizioni di un aumento del 32% rispetto all’anno 2009. Il mangiare la carne ci ha portato anche alla deforestazione per creare i pascoli, mentre il terreno per i legumi sviluppa, secondo i calcoli di Tilman e Clark, a parità di superficie, ben 250 volte in meno il gas serra rispetto a quello per allevamenti. La nostra dieta, oltre al miglioramento ambientale produce percentuali ridotte di malattie non infettive ed in particolare il diabete, l’obesità e le patologie cardio-vascolari. La buona salute del nostro pianeta passa dal convincimento che è estremamente utile mangiare all’italiana, oltre a poter vivere più a lungo. Infatti, l’industrializzazione e l’urbanizzazione abitua la gente a consumare cibo “spazzatura”, mentre l’utilizzo di frutta e verdura fresca, di pesce e di olio di oliva aggiunge dieci anni alla vita media. Quindi per salvare il pianeta bisogna che tutti ci imitino nel mangiare, anche se i nostri cibi e le nostre abitudini alimentari sono da sempre condivise da Spagna, Grecia, Marocco, Portogallo, Croazia e Cipro. A tal proposito abbiamo più volte in questa rubrica e nel corso degli anni sottolineato l’importanza di tale tipo di cibo, che non è solo cibo, ma è anche uno stile di vita. D’altronde dieta in greco (daita) significa stile di vita, modo di vivere, quasi un modello culturale di relazionarsi con gli altri, con le stesse abitudini sociali, culturali ed agricole. I popoli che si affacciano sul mare “Nostrum”, così lo chiamavano i latini, da sempre utilizzano il giusto equilibrio tra pane, pasta, verdura, legumi, frutta fresca e secca, carni bianche, pesce, latticini, uova e vino. L’olio di oliva merita una citazione a parte perché, al pari delle verdure, è un potente antiossidante: un mezzo importante nella lotta ai tumori. Una volta stabilito che il destino delle nazioni dipende veramente dal modo in cui si nutrono, concludiamo con l’essere orgogliosi della nostra supremazia indiscussa dal punto di vista dell’alimentazione e che, a quanto pare, il nostro modo di mangiare salverà il pianeta anche dal punto di vista ambientale. A tutto quello che è stato scritto su come sia importante mangiare, personalmente aggiungerei un suggerimento che spesso insersco nei miei scritti e che riguarda la vita attiva: gli individui, siano essi mediterranei o nordamericani, debbono utilizzare ogni occasione della giornata per muoversi, anzi per muoversi di più.
Gianpaolo Palumbo
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