“L’apostolato dell’orecchio”

 

 
In un passaggio molto interessante del libro-intervista,   “Il nome di Dio è misericordia”, il Santo Padre, parlando ai sacerdoti, suggerisce la strada dell’”apostolato dell’orecchio”, invitandoli ad ascoltare con pazienza i drammi e le difficoltà delle persone ed a parlare con loro per far sentire che Dio li vuole bene.
Mi sono chiesto se questa virtù (l’ascolto) debba essere, solo, la qualità di un buon sacerdote o se, invece, debba qualificare il comportamento di ogni cristiano. Inoltre, mi sono convinto che i politici, prima degli altri, dovrebbero conformare ogni loro idea, ogni iniziativa e proposta, all’ascolto, attento ed interessato, dei problemi, delle richieste e delle sollecitazioni dei cittadini.
Quindi, per capire, da un lato, le difficoltà del metodo e, dall’altro, per cercare di concretizzarne i risultati, ho provato a mettermi in ascolto dei bisogni e dei problemi delle persone che ho incontrato in un arco di tempo e di spazio limitato alle mie modeste frequentazioni.
Il risultato è il frutto di libere discussioni sulle vicende che toccano da vicino la vita di persone assolutamente comuni. Quindi, ho provato a dividere le questioni in tre gruppi: quelle che riguardano la sfera privata dei cittadini, quelle che li toccano nel loro rapporto con le Istituzioni e, infine, le grandi problematiche etiche, religiose e civili che appassionano e coinvolgono le persone.
Sulle questioni private al primo posto c’è il problema lavoro! Non c’è famiglia che non sia coinvolta in questo dramma: per i giovani che il lavoro hanno addirittura smesso di cercarlo e per gli anziani che temono di perderlo da un momento all’altro.
La domanda che viene fuori da ogni discussione è questa: è mai possibile che la Politica abbia dichiarato fallimento rispetto ad un tema così essenziale per la vita dei cittadini? E poi: come si giustificano i privilegi, i mega-stipendi e le ricche pensioni, rispetto alla mortificazione della dignità delle persone cui viene negato questo diritto fondamentale? Quanto al rapporto tra cittadini e Istituzioni l’interesse primario riguarda l’efficienza della Pubblica Amministrazione! Come per il lavoro, non c’è persona (o famiglia) che non abbia subito, in qualche misura, i disagi (o la disgrazia) di una Giustizia lenta o ingiusta ovvero di un’amministrazione inefficiente ed inadeguata!Le lamentele e le accuse sono drammaticamente identiche: prescindono dalla condizione sociale o dal livello culturale delle persone! Tutti sono in grado di raccontare episodi di mala-gestione della cosa pubblica che li hanno toccati da vicino o storie di “non” Giustizia che hanno deluso cittadini che avevano grande stima e fiducia nella Magistratura!
Tuttavia, la maggioranza delle persone, pur se angustiata da problemi esistenziali di assoluta gravità, non disdegna un interesse notevole rispetto alle questioni più importanti e delicate della nostra vita sociale e religiosa.
Le vicende della immigrazione (il dramma delle persone che fuggono dalla guerra o dalla fame); le questioni connesse ai diritti, alla libertà ed alla dignità delle persone; il tema della solidarietà e dell’accoglienza piuttosto che quello della paura e dell’egoismo; infine, la corruzione delle coscienze, sempre più diffusa ed a volte, persino, giustificata, sono oggetto di discussioni vivaci ed affascinanti, ricche di partecipazione e soprattutto di “distinzioni” sottili e spesso sorprendenti per la qualità delle osservazioni e per la peculiarità  della provenienza sociale e culturale!
Si potrebbe scrivere un libro senza, tuttavia, riuscire a completare l’analisi! La cosa che mi ha colpito di più è il fatto che quasi tutti hanno rilevato che i partiti politici non riscuotono più la loro fiducia. Non solo, ma in molti sono convinti che la cosiddetta “agenda politica“ (cioè i progetti e le idee che orientano le scelte della Politica) ignora i loro problemi o pensa a soluzioni di facciata che probabilmente sono destinate ad aggravarli piuttosto che a risolverli.
Infine, quando, l’attenzione si è spostata sui comportamenti dei politici locali (la classe dirigente che, naturalmente, dovrebbe essere più vicina ai problemi veri dei cittadini) si è confermato che il dovere dell’ascolto è totalmente lontano dai loro pensieri e progetti.
Un esempio, di attualità, è la questione dell’Eliseo: le associazioni interessate, riunite in Comitato, hanno speso passione, energie, intelligenze e capacità per elaborare un progetto di “Fondazione di partecipazione” che consentisse una gestione funzionale alla crescita culturale della Città. Hanno confezionato una proposta completa, pronta all’uso, che gli amministratori avrebbero dovuto approvare e portare a compimento, garantendo il massimo di trasparenza e di legalità. I politici (?) hanno fatto finta di ascoltare, di essere interessati (certi che le idee dei cittadini sarebbero sfumate nel nulla), ma i loro scopi erano altri e presto le scelte che faranno ci aiuteranno a scoprirli…!
Gli interessi veri dei politicanti locali, infatti, sono rivolti alle poltrone da dividersi, ai congressi da organizzare, alle candidature da ottenere, non per risolvere i problemi cui sono assolutamente inadeguati ma per le prebende ed i privilegi.
La mala-politica nasce, proprio, dal “deficit di ascolto” che caratterizza i comportamenti degli esponenti politici. Da un lato, mancano (o sono sempre di meno) le occasioni per dialogare con i cittadini, dall’altro, quando il confronto si fa propositivo ed utile manca la volontà politica: perché essa è, pregiudizialmente, orientata ad altri interessi rispetto al bene comune! E’ già successo per l’Eliseo, succederà, ancora, per la gestione dell’acqua e per ognuna di quelle situazioni nelle quali il bene di tutti sarà sottomesso al vantaggio di pochi!
                                                                                                            michelecriscuoli.ilponte@gmail.com

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