ONESTA’: E’ STATA TROVATA LA “SORGENTE”
Sono oramai due anni che le neuroscienze indagano sulla chimica/biochimica dell’onestà e della disonestà, dopo che oramai sono diffuse in tutto il mondo le colossali truffe dell’alta finanza, dopo i problemi legati alla corruzione degli amministratori pubblici, alle tangenti sugli appalti e, per ultimo, l’imbroglio megagalattico e vergognoso alla massima potenza delle case automobilistiche tedesche, che truccavano le emissioni dei gas di scarico delle proprie autovetture, per giunta vendute negli Stati Uniti. Con quest’ultimo “giochetto” la Germania è scesa al dodicesimo posto nella speciale classifica dell’Organizzazione Internazionale della Trasparenza. L’Italia, che come livello di corruzione percepito dai cittadini nel settore pubblico è posizionata al 69° posto, é seguita solo da Romania, Bulgaria e Grecia. I primi posti sono occupati da: Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia, Svizzera, Olanda e Lussemburgo, con l’Inghilterra al 14° e la Francia al 22°. Il triste primato italiano (”difettuccio”), dopo essere stato letto dal punto di vista religioso, sociale, filosofico e psicologico, è da un po’ di tempo a questa parte sotto l’occhio attento degli scienziati, che cercano una motivazione chimica ad un determinato atteggiamento. Al momento si è solo capito che l’onestà è istintiva ed anche fisiologica, perché non tutti gli uomini violano le leggi o le regole. La novità scientifica sta nel fatto che i ricercatori, utilizzando le immagini di particolarissime risonanze magnetiche, hanno scoperto che la reazione dei nostri neuroni (le unità funzionali del sistema nervoso) cambia da individuo ad individuo, a seconda delle scelte etiche che vengono fatte. Quando si sceglie per il bene della società o si compiono gesti a favore di altri soggetti, si riscontra una maggiore attività in determinate zone del cervello. In genere, le scelte “buone” vengono registrate nell’amigdala (dal greco “mandorla” di cui ha la forma), la zona del cervello che gestisce le nostre emozioni e soprattutto la paura. All’amigdala viene assegnato anche il compito di gestire la memoria emozionale, il sistema di comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate oltre all’elaborazione degli stimoli dell’olfatto. Come si è riusciti a testare i comportamenti umani, come si è considerato l’atto di non pagare il biglietto del tram o il semplice saltare una coda? Da premettere a questo punto che esistono dei controllori dei comportamenti: la propria reputazione e l’idea che abbiamo di noi stessi. Ci sono due gruppi di individui, che si sentono esentati dal rispettare le convenzioni morali. Fanno parte del primo coloro i quali sono “privilegiati”, cioè coloro i quali per ereditarietà e/o posizione sociale si comportano al di sopra dei valori diffusamente accettati. In questo gruppo vanno inseriti anche i politici, i manager e gli uomini dell’alta finanza. L’altro gruppo di disonesti potenziali potrebbe essere composto da persone disagiate che si credono vittime di ingiustizia, oltre agli emarginati dell’odierna società. Il Professor Vernon Smith, vincitore del Premio Nobel per l’Economia, ha testato i due gruppi in laboratorio, facendo in modo che coloro i quali risolvevano dei quiz venivano retribuiti con del denaro da dividere con studenti volontari di un altro gruppo. A questo si scopriva che la divisione non era mai equa, perché chi aveva risposto bene si riteneva assoluto padrone dell’intero premio, in quanto si era dimostrato migliore. Smith associa questo comportamento a quello dei tanti potenti che non solo sono ingordi, ma anche sicuri dell’impunità. In questi tipi di esperimenti comportamentali la gente comune, in numero enorme, ha risposto in maniera eticamente indiscutibile. Eppure, tutte queste persone non sono né svantaggiate oltremodo né avvantaggiate particolarmente, ma probabilmente la loro eticità dipende dalla combinazione di fattori come dare il giusto peso al beneficio dell’atto “impuro”, non cambiare l’immagine di se stesso rispetto agli altri e la preoccupazione di comportarsi male con persone che sono ben conosciute e da cui sono stimate. In molti di questi esperimenti riportati a vincere è stata l’onestà, che è stata quasi sempre perseguita per obbedire alla propria coscienza, oltre che per far bella figura. E’ certo che l’onestà è un comportamento istintivo, perché alcuni volontari sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale mentre giocavano e si “comportavano” correttamente e non si riscontravano movimenti neuronali particolari, che invece vengono messi in luce quando il comportamento è truffaldino, soprattutto in presenza di una disonestà cosciente. Siamo passati dal naso che si allunga di Pinocchio delle favole, quando si dice una bugia, ad una positività radiologica quando si compie un atto di disonestà. La macchina della verità, che si usava negli Stati Uniti nelle confessioni degli imputati sembra uno scherzo rispetto alle risonanze di oggi. Eppure si pensava che rilevare le bugie con una macchina in base allo stress emozionale di una persona sottoposta ad interrogatorio era molto facile; bastava considerare l’aumento del ritmo cardiaco, l’aumento della frequenza degli atti respiratori e della pressione arteriosa per giudicare colpevole un individuo. Fu successivamente aggiunto il parametro della registrazione dei movimenti muscolari ed altri parametri minori. Ma tutti i tipi di test con la macchina della verità non hanno fondamento scientifico e sono completamente inattendibili ed inaccettabili dai tribunali. Se vengono citati, di tanto in tanto, è solo perchè sopravvivono nei film di Hollywood. Di recente si è registrato un rigurgito di fantasia sull’argomento, perché su Skype (la linea telefonica libera su Internet) è possibile fare il test della verità sul livello di stress, analizzando la voce. Ovviamente il software americano può essere sofisticato quanto si vuole, ma la scienza è un’altra cosa. Una cosa invece è certa: col tempo si troverà il modo di utilizzare metodi sempre più ingegnosi di risonanze magnetiche, in modo da poter punire i disonesti con prove inoppugnabili e non con prove testimoniali, di cui si dubita, davanti ad un giudice. Oggi che è anatomicamente stabilito che l’ippocampo, la formazione che è posta nei pressi dell’amigdala, ricorda i fatti, mentre quest’ultima fornisce lo stimolo al giusto livello di attenzione, arricchendolo di emozioni che vanno di pari passo con il livello dello stimolo stesso, non ci saranno più ipotesi di reato che tengano. Basterà dimostrare che si è intrapresa, a livello dell’amigdala, una differente strada neuronale, quella che assicura vantaggi personali e così anche la giurisprudenza a riguardo subirà necessariamente dei cambiamenti di pari passo con lo sviluppo di risonanze magnetiche funzionali. Potrà essere dimostrato che l’onestà percorre una strada dritta (neuronale), almeno nel nostro cervello.
Gianpaolo Palumbo
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