L’Helianthus tuberosus, un aiuto dietetico per i diabetici
Chi soffre di diabete non può mangiare patate, in quanto questi tuberi, particolarmente ricchi di amido, provocano un rapido aumento della glicemia. Per alcuni diabetici, in particolare quelli dell’Europa Centrale e dell’Est, privarsi di questo alimento è un problema serio.
Nello stesso negozio di frutta e verdura dove si trovano le patate nere, tra Via Piave e Via Tagliamento, si possono comprare, a un costo contenuto, dei tuberi noti come topinambur, i quali possono sostituire le patate nella dieta dei diabetici.
Il topinambur (nome scientifico Helianthus tuberosus), detto anche rapa tedesca o carciofo di Gerusalemme, è una pianta appartenente alla grande famiglia delle Asteraceae.
Una delle prime descrizioni di questa pianta sul territorio italiano è stata fatta dal naturalista Fabio Colonna (1567– 1640), che ha descritto per la prima volta quest’ultima nella pubblicazione ”Ekphrasis altera” (Roma, 1616) soffermandosi soprattutto sulla parte ipogea della pianta, che è dotata di tuberi a buccia rossa. É una pianta molto vitale, cresce anche spontaneamente quasi come una infestante, che predilige terreni umidi. Probabilmente originaria delle Americhe, attualmente è diffusa in tutta Italia, ad eccezione della Sardegna.
La pianta è perenne, fiorisce alla fine dell’estate, ed è caratterizzata da fiori di un giallo tanto intenso che spesso viene confusa con la margherita. In commercio si trovano due tipi di piante.
La bianca precoce, disponibile da fine agosto, e la bordeaux, che si trova da ottobre fino ad inizio primavera. Esse contengono sali minerali quali il potassio, il magnesio e il fosforo; molti aminoacidi, tra i quali il precursore della serotonina, il mediatore chimico del buon umore e dell’ottimismo, la cui mancanza conduce alla depressione. L’arginina invece aiuta la funzionalità del fegato e favorisce la cicatrizzazione delle ferite. La pianta contiene molte vitamine, in particolare la vitamina C, la vitamina A utile per migliorare la visione crepuscolare e i difetti della vista, e quelle del gruppo B, che aiutano a superare l’astenia tipica dei periodi di stress. L’alto contenuto d’inulina rende questa pianta fortemente indicata contro l’obesità. Mangiarla, dopo aver bevuto tanta acqua, espande le fibre vegetali e, insieme all’inulina, conduce ad un senso di sazietà che si protrae a lungo, consentendo d’evitare spuntini e colazioni con alimenti ricchi di zuccheri e grassi responsabili dell’aumento di peso. Per le stesse caratteristiche, si consiglia d’aggiungerla alla dieta come farina per combattere la stitichezza.
Grazie ai suoi costituenti, il topinambur ha la proprietà di ridurre l’assorbimento da parte dell’intestino degli zuccheri e del colesterolo; per questo motivo è molto indicato per i diabetici, per evitare i bruschi balzi della glicemia che si verificano dopo i pasti e che costituiscono un rischio per la funzionalità renale (la così detta nefropatia diabetica) e per gli endoteli vasali che, danneggiati dal glucosio, possono condurre alla retinopatia diabetica ed alle micro e macro angiopatie sistemiche e d’organo. Anche chi soffre di alti livelli di colesterolo può trarre benefici da una dieta ricca di topinambur, che ha la capacità di rallentarne l’assorbimento a livello dell’intestino. Visto il suo sapore gradevole, che varia un pò, secondo il tipo di tubero, da un misto tra il sapore del carciofo e quello della patata, ad un sapore simile al ravanello, può essere mangiato anche crudo, in quanto in tal modo l’alimento conserva intatte tutte le sue proprietà. Per mangiarlo crudo, in insalata, si taglia a fettine e può essere condito con olio, limone, sale e prezzemolo; per mangiarlo cotto, è necessario eliminare prima la sottile pellicina da cui è ricoperto. Per quanto riguarda la cottura, i tempi devono essere un pò più brevi, in quanto tende a frantumarsi avendo una consistenza lievemente inferiore a quella della patata. Può anche essere fritto allo stesso modo delle patate o ridotto in purea.
Ci sono osservazioni empiriche che indicano che, mangiato dopo il parto, stimoli la produzione di latte e, non contenendo glutine, può essere consumato anche da chi soffre di celiachia.
Oltre che per fini alimentari il topinambur viene anche utilizzato nell’industria per la preparazione dell’etanolo e di una farina ad uso alimentare.
è bene non mangiarne più di uno al giorno, circa 200 grammi, per evitare che l’organismo non riesca a smaltire l’inulina in esso presente. Un consumo eccessivo può provocare la comparsa di diarrea, mal di pancia, flatulenza e meteorismo.
Per saperne di più:
http://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/11605-topinambur-ricette
http://www.tantasalute.it/articolo/botulino-alimentare-sintomi-dell-intossicazione-e-cure/57781/
Raffaele Iandoli
raffaeleiandoli.ilponte@gmail.com