Agnelli, non lupi!

 

 

 

Papa Francesco, in uno dei suoi discorsi, ha detto che “ nessuna religione è immune da forme di inganno individuale o estremismo ideologico. Questo significa che dobbiamo essere particolarmente attenti ad ogni forma di fondamentalismo, tanto religioso come di ogni altro genere”.

Mi sono chiesto: quanti cattolici hanno ben presente questo monito, per evitare di diventare (o di apparire) come “talebani” delle proprie convinzioni religiose. Perciò, a volte, mi interrogo sulla qualità della mia fede, provando a capire se, sui temi più vivi della nostra società, mi comporto, per così dire, da fondamentalista o da onesto credente!

Sulla questione delle cosiddette unioni civili, ad esempio, qual è la mia convinzione e quale posizione mi sentirei di assumere in una fase così delicata della vita sociale e politica?

In fondo al mio cuore domina, innanzitutto, un pre-giudizio: la Chiesa non può non essere “madre e maestra dell’accoglienza” di tutti i credenti e di quanti vivono disagi spirituali e materiali. A mio modesto avviso, i cattolici dovrebbero coniugare, sempre, con coerenza e perseveranza, i sostantivi della disponibilità, del dialogo, del confronto, della comprensione e del rispetto di tutti, anche di quelli che la pensano in maniera assolutamente diversa da loro!

Ad essere precisi, il comandamento dell’amore è l’unico che esige un atteggiamento radicale: l’unico che potrebbe giustificare un comportamento tale da farci apparire integralisti! E magari lo fossimo veramente! A dirla ancora meglio, ogni nostro orientamento politico, etico o sociale, può trovare giustificazione solo se fondato sull’amore per il prossimo.

Fatta questa premessa, è evidente che le discussioni sulla “giustezza” di certe scelte politiche andrebbero lette sotto una luce diversa da quella che emerge dal confronto pubblico che i mass media propongono quotidianamente. In altre parole, se noi cattolici avessimo assunto, nei confronti della questione delle unioni civili, l’atteggiamento di comprensione, di rispetto e di dialogo (le qualità minime della Carità) il problema sarebbe, oggi, meno doloroso per la nostra società.

Gli scontri ideologici, gli opposti estremismi, non pagano: creano steccati e producono, quasi sempre, scelte scellerate! Scelte che, purtroppo, sono subite dalla maggioranza dei cittadini e non risolvono i problemi, anzi li aggravano. E questo vale per ogni questione sociale, quando le idee diventano “ideologie” e le diverse posizioni diventano feroci contrapposizioni, elevando barriere le quali una volta abbattute lasciano spazio a tutto. E’ la storia dell’uomo e delle sue guerre: ai vincitori spetta, di regola, il saccheggio e la violenza in danno dei vinti.

Ora, non v’è dubbio che tante situazioni sui diritti civili, connessi alle convivenze dei cittadini (specialmente quelle tra persone dello stesso sesso), avrebbero dovuto essere risolte ben prima che diventassero una “bandiera di libertà” contro lo pseudo oscurantismo della Chiesa italiana.

Se avessimo ragionato guidati dallo spirito evangelico avremmo compreso che la sfera dei diritti ( e quella delle responsabilità e dei doveri) dei cittadini va sempre tutelata ed ampliata (quasi mai ristretta), nel rispetto delle regole costituzionali e naturali.

Provando a spiegare, con parole non mie, l’atteggiamento più giusto mi torna alla mente l’invito di Papa Francesco “ad andare agli incroci delle strade e ad invitare «tutti, buoni e cattivi, rimanendo sempre «agnello», conservando la propria «identità». Bisogna muoversi «come agnelli in mezzo ai lupi», ma rimanendo sempre docili … ! Agnello! Non scemo, ma agnello. Agnello! Con l’astuzia cristiana, ma agnello sempre. Perché se tu sei agnello, Lui ti difende. Ma se tu ti senti forte come il lupo, Lui non ti difende, ti lascia solo, e i lupi ti mangeranno crudo. Come agnello». Perciò, come concretizzare questi suggerimenti e quali strade percorrere per testimoniare la fede ed i valori della nostra religione ?

Innanzitutto, sforzandoci di essere “testimoni” e non maestri: fino a quando i difensori della famiglia saranno quei politici cattolici che hanno fatto scempio, nella loro vita privata, del valore della famiglia e dell’amore cristiano, non ci sarà da sperare in alcun successo per i nostri valori! E tantomeno saranno credibili quei pastori che avranno svenduto il proprio consenso a personaggi inaffidabili, in cambio di modesti appoggi alle loro idee!

Le battaglie più belle e con-vincenti andrebbero fatte in positivo: per promuovere un modello di famiglia meritevole di concrete e non occasionali tutele; per sostenere la vita ed i diritti dei bambini e dei nascituri; per incoraggiare la solidarietà a favore dei più deboli ed emarginati! Probabilmente, troveremmo, come compagni di strada, tante persone “ingannate” da guerre ideologiche assurde, come quelle di chi chiede l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso. Molti di loro lo fanno più per guadagnare notorietà, o consensi in certi ambienti, che per sincera convinzione! Costoro dovrebbero essere aiutati a capire che quelli che hanno voluto (e costruito) una società fondata sulla cultura del consumo, della ricchezza, del potere e dello scarto (e sono i loro avversari di sempre) hanno già vinto: oggi, vogliono solo saccheggiare la dignità delle persone (e dei bambini) sottomettendola alle voglie di chi ha potere, ricchezze…etc!

Sarebbe bello ed interessante spendere tutta la nostra intelligenza ed il nostro amore per quelli che, forse sbagliando, hanno idee diverse dalle nostre: facendolo “con la gioia di Gesù che sempre perdona ed aiuta” e non con la faccia triste, feroce o lamentosa, di quelli che giudicano e condannano! Ne abbiamo di strada da percorrere e di cose giuste da proporre e da fare, ancora!

 

 


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