Un anno di speranze
Un anno di speranze
Perché si festeggia l’anno nuovo? Perché ovunque, nel mondo, pur con usi e costumi diversi, si ripetono riti di festa e di buon augurio?
L’anno nuovo segna il momento della speranza: perché a tutti piace spendere un attimo della propria vita per credere in un futuro migliore e più interessante del passato. Anche chi ha avuto la fortuna di aver trascorso un anno sereno e felice. Soprattutto quelli che hanno vissuto momenti di tristezza e di preoccupazione. E persino coloro che già sanno che l’anno nuovo sarà, purtroppo per loro, più brutto o più triste di quello che è appena finito!
Perciò, affrontando i temi della politica, anche se fossimo convinti che le cose potrebbero andare peggio di prima, abbiamo il dovere di sperare in meglio! Per i cristiani, poi, tutto ciò è il necessario esercizio di una bella Virtù: la Speranza, che, insieme alla Carità, qualifica la nostra identità!
Vorrei provare, perciò, ad immaginare le cose che gli italiani (e gli avellinesi) vorrebbero avere in regalo nel 2016 appena iniziato.
Innanzitutto, la sconfitta della corruzione e del malaffare nella gestione della cosa pubblica!
Se non fosse possibile ottenere risultati definitivi, gli italiani si accontenterebbero almeno di vedere tracciate le strade e fissate le norme necessarie ad impedire il ripetersi dei gravi abusi commessi in questi ultimi anni! Mai più privilegi per i politici e per i loro amici e clienti: abolizione di assegni non giustificati e riduzione di stipendi ed indennità per tutti coloro che sono chiamati a rendere un “servizio” e non a gestire un “potere” all’esito di una carriera!
Poi, regole più severe per punire gli illeciti in danno della Pubblica Amministrazione e, soprattutto, una corsia preferenziale per imporre alla Magistratura tempi rapidi per i processi che riguardano questi reati. Perché è giusto e corretto che ad una maggiore severità della pena corrisponda una più efficace certezza sull’esistenza o meno del reato. Anche perché l’incertezza infinita accresce la sfiducia dei cittadini nelle Istituzioni!
Subito dopo, sono convinto che, nelle speranze degli italiani, debba trovare posto la buona amministrazione, la fine degli sprechi e degli arricchimenti di pochi con i soldi di tutti!
Come tanti, sono stato ben lieto di ascoltare dal Presidente Mattarella la condanna dell’evasione fiscale. Valutazioni giuste: ma cosa avrebbe potuto dire il Presidente a quegli italiani che, tra un balzello e l’altro, versano allo stato ( ed a comuni e regioni) il 50-60 % di quello che guadagnano, sapendo già che quelle risorse serviranno per alimentare gli sprechi della mala politica?
E’ la storia del cane che si morde la coda: l’evasione fiscale potrà essere sconfitta soprattutto dalla buona amministrazione! Solo se i cittadini ritroveranno la fiducia nella Politica e nella gestione delle risorse pubbliche eviteranno di sottrarsi ai loro sacrosanti doveri. Fino a quando saranno certi del pessimo uso dei soldi che versano allo Stato, nessuno riuscirà a convincerli a cambiare atteggiamento sicché, quelli che potranno farlo, continueranno ad evadere il fisco!
In ultimo, spero che questo possa essere l’anno “giubilare” anche per gli uomini politici. Sono certo che costoro sanno bene dove è il male. E sono convinto che ognuno di loro è consapevole del malaffare commesso. Voglio credere, perciò, che sapranno affidarsi alla Misericordia: per farsi toccare dalla tenerezza di Dio e per lasciarsi aiutare a non ripetere gli errori, impegnandosi ad una “conversione” radicale dei loro comportamenti! Torni la sobrietà nella loro vita e vinca lo spirito di servizio rispetto alla smania di potere. Solo così potranno riscoprire il sorriso dei cuori delle persone e la gioia del mondo che li circonda. E la loro vocazione potrà essere ricca e feconda!
Venendo alle cose a noi più vicine, a quelle della nostra città, debbo confessare di sentirmi, come dire, spiazzato. La colpa è del solito amico che, nella telefonata di auguri per il Natale, ha sentenziato: da noi, ad Avellino, non c’è speranza! Siamo un popolo segnato, condannato dalla nostra indifferenza, dall’apatia e dall’assuefazione! Siamo come soggiogati dalle cattive scelte e dalle brutte pratiche della politica! Ricorda Di Nunno: un “bagliore” nato nel buio più fitto ma subito affievolito e, poi, spento dai soliti noti! Ha vinto il peggio che si potesse immaginare!
Che dire? E soprattutto che fare?
Se volessi seguire quel ragionamento così radicalmente pessimista, dovrei concludere che l’unico augurio possibile, per gli avellinesi, sarebbe lo sfaldamento definitivo del PD: quell’accozzaglia di bande, che si definisce “partito”, che è all’origine dei guai della città e che ha persino peggiorato la qualità della sua classe dirigente! Invece, sono convinto che non basterebbe e soprattutto non servirebbe: perché altrove si annidano serpi ancora più velenose e pericolose di quelli che abbiamo imparato a conoscere in questi ultimi anni!
Servirebbe, forse, una presa di coscienza da parte di tante persone che, finora, sono state ai margini della politica: spettatori corresponsabili, perché si sono arresi senza lottare, e vittime consapevoli, perché si sono, invano, rifugiate nelle nicchie delle loro piccole sicurezze, personali o di gruppo! Nessuno chiede a costoro atti di eroismo: basterebbe solo un po’ di coerenza con l’intelligenza, l’onestà e la serietà che ha distinto, in passato, gli avellinesi. Basterebbe un gesto di umiltà, di coraggio e di amore per la nostra comunità! Forse, possiamo ancora farcela a sconfiggere l’insufficienza intellettuale di certi personaggi che dominano nel “nulla” della politica locale.
Forse è questa una bella speranza, da coltivare, per l’anno appena cominciato!
michelecriscuoli.ilponte@gmail.com