Quando adoperare la PRP (Plasma Ricco di Piastrine)
Quando adoperare la PRP (Plasma Ricco di Piastrine)
Perdere i capelli può rappresentare un grave handicap sia fisico sia psichico. Obiettivamente avere pochi o nessun capello espone il cuoio capelluto all’effetto nocivo dei raggi ultravioletti. E questa maggiore esposizione si verifica in tutto l’anno, sia d’estate che d’inverno. Infatti, il Sole che nuoce alla pelle non è solo quello che si prende in spiaggia durante le vacanze estive, ma lo è anche quello che si prende tutto l’anno, andando al lavoro, uscendo per far la spesa o per una passeggiata. Il danno solare è cumulativo, cioè aumenta giorno per giorno, anno per anno e, dopo un periodo di tempo dipendente dalla predisposizione genetica, si manifesta sotto forma di precancerosi o di tumori cutanei. La natura per difenderci da questo rischio, nel corso dell’evoluzione, ha fatto sì che conservassimo una certa quota di peli a protezione del cuoio capelluto. Quando, per vari motivi, i capelli cadono, perdiamo questa naturale protezione che dovremmo ripristinare con l’impiego del cappello, di creme solari e con cure adeguate.
Da un punto di vista relazionale per molte persone la perdita di capelli costituisce un vero trauma psicologico che, dal senso d’inferiorità e inadeguatezza, può giungere fino alla depressione.
In questi casi la terapia farmacologica non è sufficiente in quanto il trauma emotivo provocato dalla caduta dei capelli ne accelera la perdita. Si crea un circolo che autoalimenta la malattia. Per indurre un miglioramento è fondamentale associare i farmaci alla psicoterapia comportamentale.
Escluse, con esami di laboratorio e visite specialistiche, patologie fisiche quali l’anemia e le malattie della tiroide che causano perdita dei capelli, s’inizieranno le cure locali con lozioni a base di trisaccaridi o minoxidil, e sistemiche con la finasteride, vitamine e microelementi. Molti altri farmaci possono essere adoperati in questa prima fase e, spesso, consentono di risolvere il problema. Se non si ottengono i risultati voluti, si procede con le terapie di secondo livello. In questa seconda fase si possono adoperare la fototerapia, la stimolazione laser e le iniezioni intradermiche di steroidi sul cuoio capelluto. Non sempre è possibile impiegare tali farmaci. Nei pazienti diabetici la somministrazione di cortisone richiede un attento monitoraggio dei valori glicemici poiché gli steroidi aumentano la glicemia. In tali casi si dovrà aumentare la dose degli ipoglicemizzanti, o dell’insulina, per poter continuare la terapia.
La fototerapia non può essere effettuata in pazienti affetti da fotodermatiti, primarie o secondarie ad altre malattie, quali quelle del collagene.
Se questi approcci falliscono o non sono accettati dal paziente, si procede con la terapia di terzo livello, associando cicli di psicoterapia condotti da un terapista esperto. In questa terza fase s’inietta nel cuoio capelluto un concentrato di piastrine autologhe, ottenuto in laboratorio partendo da un prelievo dil sangue del paziente.
Le iniezioni sono praticate su tutto il cuoio capelluto, adoperando degli aghi particolari.
Per ridurre il dolore provocato dalle iniezioni, si possono adoperare degli anestetici locali. Personalmente, non adopero degli anestetici per via iniettiva ma, se necessario, degli anestetici in pomata che vanno applicati con un leggero massaggio sul cuoio capelluto, un’ora circa prima dell’inizio della terapia.
Le sedute di terapia sono effettuate a intervalli predeterminati, in relazione all’esperienza del medico. Sono stati elaborati protocolli terapeutici diversi.
Nella mia esperienza ho ottenuto i risultati migliori praticando la seconda seduta dopo quindici giorni e, le successive, a distanza di un mese. Altri colleghi, attendendo un protocollo univoco, adoperano schemi terapeutici diversi derivanti dalla loro esperienza.
Non ci sono effetti collaterali legati alla PRP, poiché si adopera un centrifugato del sangue del paziente senza l’aggiunta di nessun farmaco né di sostanze estranee all’organismo del malato.
In molti casi la PRP è adoperata come prima scelta terapeutica proprio per l’assenza di qualsiasi effetto collaterale. D’altra parte non esiste alcuna regola che impone una stretta sequenzialità della scelta terapeutica in caso di alopecia androgenetica.
L’importante è iniziare rapidamente la terapia ai primi segni dell’alopecia eseguendo innanzitutto l’emocromo, la sideremia e tutti quegli esami necessari all’identificazione di una possibile malattia internistica capace di causare la perdita dei capelli.
Per saperne di più:
www.tgcom24.mediaset.it/prp-capelli
Raffaele Iandoli
raffaeleiandoli.ilponte@gmail.com