700 CULLE VUOTE
700 CULLE VUOTE di Mario Barbarisi
Aylan non ce l’ha fatta a festeggiare il Natale, i suoi sogni e le speranze si sono infranti nel mare della Turchia, ai confini di un’Europa che di emergenze riconosce solo quelle economiche e finanziarie delle Banche, più che degli Stati. Era il 3 Settembre del 2015 quando la foto che ritraeva il piccolo a faccia in giù nell’acqua del mare Egeo, compiva il giro del mondo. Sdegno e vergogna le parole più “gettonate”, tra quelle utilizzate per commentare la triste circostanza, da capi di governo, politici ed esponenti della cultura.Ma è bastato il passaggio sui media per ritornare entro pochi giorni punto e daccapo! Da allora, infatti, gli sbarchi di profughi sono continuati e con essi è aumentato anche il triste bilancio delle vittime, di coloro che non ce l’hanno fatta a toccare terra.
Oltre 700 solo i bambini che hanno perso la vita in mare nel 2015. Le vittime dei tanti naufragi, nel 2015 rispetto al 2014,sono praticamente raddoppiate, passando da 1600 ad oltre 3200.
“L’Europa che trova risorse per bombardare, non trova risorse per salvare vittime innocenti” ha affermato monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. “L’operazione europea Triton non ha saputo rafforzare il salvataggio in mare delle vite umane rispetto all’operazione italiana Mare Nostrum: una vergogna che pesa sulla coscienza europea”.
Immaginate 700 culle vuote, 700 coppie che piangono il loro bambino. Il tutto in soli 12 mesi, senza che i Governi dell’Europa siano corsi al riparo evitando, con misure specifiche, per evitare che la lista si allunghi anche nel nuovo anno in corso.
A Mercogliano,un piccolo paesino del Sud Italia, in provincia di Avellino, in una frazione di nome Capocastello, il parroco don Vitaliano Della Sala ha scelto proprio l’immagine del piccolo Aylan per ricordare che il Natale, pur essendo venuto per tutti, non ha trovato Aylan, e non ha trovato tanti altri bambini, morti per l’indifferenza e per l’incapacità di accogliere chi ha bisogno. E’ la stessa “non accoglienza” che spinse Giuseppe e Maria a far nascere il Salvatore in una stalla. Per don Vitaliano Gesù oggi nasce in un gommone e, come allora, non trova posto.
Quell’immagine ci inchioda e interroga tutti: I Magi non troveranno molti dei bambini a cui offrire in dono un futuro; 700 culle vuote sono troppe anche per una società, forse, oramai abituata all’indifferenza.