MICROALGHE E MEDUSE: IL FUTURO DELL’ALIMENTAZIONE
MICROALGHE E MEDUSE:
IL FUTURO DELL’ALIMENTAZIONE
Oggi mangiare insetti è alla moda e, tra l’altro, anche consentito dalle autorità sanitarie, ma quello che si mangia di più sono le microalghe e le meduse, piene di ingredienti salutari per l’uomo, soprattutto nella cucina vegana e macrobiotica. Nella futura alimentazione avranno ancora un maggiore spazio, insieme agli insetti, anche se oggi esiste una certa resistenza soprattutto culturale verso gli alimenti non consueti. Fin dall’antichità alghe e meduse erano utilizzate largamente come alimento ed anche come medicamento e bisogna anche dire che avevano grande successo senza sapere il perché di tanta efficacia. Da almeno vent’anni ricerche approfondite, studi e progetti mirati hanno messo in luce il loro vero potenziale nutrizionale e farmacologico. Infatti è venuta fuori la capacità di produrre numerosi prodotti bioattivi quali: antiossidanti, vitamine, enzimi, carotenoidi, acidi grassi, polisaccaridi, amido, peptidi, polimeri e steroli. Abbiamo solo citato i più rappresentativi di un vero e proprio esercito di molecole con un elevato potere aggiunto. In Cina e nel Nord Europa si sono sempre utilizzate, per non parlare del bacino del Mar Mediterraneo dove le frittelline o le zeppoline che dir si voglia, all’alga verde (lattuga di mare) è diffusissima. In Sicilia vengono usate crude e condite solo con il limone.
Le alghe, siano esse organismi unicellulari o pluricellulari, si trovano in tutti i mari del mondo ma anche nelle acque dolci. Producono energia chimica per fotosintesi e non sempre utilizzando la clorofilla come le piante, di cui non hanno neppure la struttura ”fisica”. Esistono alghe rosse, verdi, azzurre, gialle e blu per via del pigmento fotosintetico che utilizzano. Quelle verdi si trovano più vicine alla superficie dell’acqua e quelle scure come le blu si trovano a forti profondità.
Dalla fibra delle alghe si può ricavare la carta e gli antichi le chiamavano appunto “sphiro alga charta”, proprio per sottolineare quante “azioni” possono svolgere questi organismi. Oggi si utilizzano anche per la produzione di biodiesel, tanto da essere considerate “biofabbriche verdi” che consumano soltanto anidride carbonica, sali minerali ed energia solare. Nonostante tante positive premesse siamo ancora lontani dalla produzione massiva di microalghe che presenterebbe tanti vantaggi : elevato tasso di crescita, alto contenuto di molecole bioattive, riutilizzo di terreni non coltivati, produzione continua in tutte le stagioni e con piccolissimo apporto di acqua e la non utilizzazione di pesticidi ed erbicidi. E’ dall’anno 2010 che si producono biocarburanti di terza generazione dalle coltivazioni di microalghe sfruttando la possibilità che è loro peculiarità di sequestrare l’anidride carbonica dai gas di combustione degli impianti industriali. Dallo stesso periodo di tempo viene prodotto bioetanolo grazie all’amido accumulato in grande quantità di alcuni ceppi di microalghe. A proposito di queste ultime va ricordato che solo di organismi unicellulari se ne conoscono 30mila ceppi.
Abbiamo già detto che fin dall’antichità le alghe rappresentavano un elemento nutrizionale importante anche se solo da pochi anni sappiamo che contengono fino al 70% di proteine (mentre la carne ne contiene il 40%), un 30-40% di carboidrati, un 10% di acidi grassi, oltre a iodio, ferro, calcio e vitamine. Coltivate ed essiccate sono utili per la preparazione di biscotti, di pane, di pasta e di bevande, ma sono utilizzate in medicina per il loro contenuto di vitamine, carotenoidi, proteine, acidi grassi polinsaturi (omega 3 ed omega 6). Molte microalghe accumulano grossi livelli di questi ultimi, come l’acido eicosopentanoico (EPA) e l’acido docosaenoico (DHA), la cui mancanza si traduce in una maggiore attività della risposta pro-infiammatoria mediata dall’acido arachidonico, che a loro volta provocherebbe l’aumento dell’incidenza delle malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di cancro.
Oggi il mercato dei soli carotenoidi vale un miliardo e mezzo di euro e tale tipo di vendita è destinato ad aumentare sempre di più visto che il beta-carotene e la luteina sono i supplementi alimentari molto diffusi nella farmacopea ufficiale a livello mondiale. Vanno utilizzati nell’avitaminosi A, nella malattia degenerativa della retina (degenerazione maculare senile) e come antiossidante.
Le microalghe stanno emergendo anche come sistema alternativo alla produzione di farmaci perché tale piattaforma presenta vari vantaggi: facilità di coltivazione, crescita rapida ed in condizioni sterili in assenza di patogeni umani ed animali.
Veniamo infine alle meduse, invertebrati conosciutissimi per i tentacoli che provocano sulla nostra pelle una fastidiosa orticaria e che spesso proliferano in maniera incontrollata specie nel Mar Mediterraneo, creando danno al turismo ed alle attività industriali delle zone costiere. Anche le meduse posseggono tessuti ricchi di proteine digeribili, di collagene che possiede una forte attività antiossidante, fotoprotettiva ed antimelanogenica. Per i cinesi, primi produttori (trasformatori) e consumatori al mondo fanno bene a tutti anche in considerazione del fatto che è un alimento privo di lipidi e carboidrati, aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo, migliora la circolazione cardio-vascolare ed agisce anche sulle articolazioni e sulla cute. Da oltre mille anni si utilizzano, sempre in Cina, contro l’artrite, le lombalgie, le tracheiti, l’ipertensione, l’asma e le ustioni. Siamo oggi giunti al punto in cui in Giappone ed in Cina sono sorti numerosi allevamenti di meduse perché con il “pescato” non si riesce a risolvere la domanda interna. In Italia le meduse si mangiano solo nei ristoranti cinesi. Tra poco tempo con il nuovo regolamento della Comunità Europea anche le meduse, oltre agli insetti, finiranno nei nostri piatti.
Gianpaolo Palumbo
gianpaolopalumbo.ilponte@gmail.com