La superstizione e la medicina
La superstizione e la medicina
La superstizione è stata sempre un’arma potente sia nelle mani d’imbroglioni e imbonitori in tutti i periodi storici, sia di coloro che con essa volevano colmare le lacune dell’ignoranza.
Dalla preistoria si sono cercati rimedi alle malattie ma, in tempi privi di conoscenze scientifiche, ci si poteva affidare solo all’impiego tradizionale di erbe, amuleti e formule magiche.
Grandi autori greci, come ad esempio Pericle, riportano d’amuleti contro le malattie; della saliva umana utile contro i malefici e i morsi dei serpenti; di frasi di scongiuro, prima di sedersi ad una mensa (Aristotele); ed, infine, dell’uso di proteggere i neonati appendendo alle culle rami di biancospino.
Ancora più superstiziosi furono i Romani. Essi credevano alle virtù magiche di molte piante, che tenevano ai davanzali delle abitazioni, per proteggerle da geni nefasti. Sui tetti, di paglia, coltivavano piante magiche, per preservarli dagli incendi. Al seme di basilico lanciavano poi improperi per scacciare spiriti maligni.
Plinio ricorda come, per ben riposare, occorre mangiare, prima di coricarsi, un pezzetto di carne di lepre; o tenere al capo del letto un dente di iena, racchiuso in un sacchettino di lana. Aggiunge poi che il rhamnus scaccia gli incantesimi; che la bocca di leone preserva dalle fatture e da farmaci nocivi o veleni.
Le superstizioni più rischiose in medicina sono quelle che sono sopravvissute fino ad oggi. Tra queste la peggiore di tutte è: “non toccare mai i nei!”. Grazie a questa frase è stato consentito a tanti melanomi, i tumori della pelle che assomigliano ai nei, di crescere fino a diventare delle lesioni letali. Per questa superstizione del passato, purtroppo, per molti pazienti non c’è stato più nulla da fare.
Ma le superstizioni occupano gran parte della nostra vita, già dal mattino con gli oroscopi televisivi.
La superstizione ci dice che quando il giorno tredici capita di venerdì quella data potrebbe essere funesta. Ma perché?
Ebbene, la matrice è religiosa. Da un lato c’è il venerdì dell’Ultima Cena di Gesù Cristo, dall’altro il numero che si affianca a Giuda, il 13esimo dei presenti, il traditore del Figlio di Dio.
Nell’ottobre 1307, poi, ci fu un altro scellerato venerdì 13, simbolo e metafora di grande sciagura e sfortuna. Filippo IV di Francia, detto il Bello, fece arrestare i Templari. I cavalieri furono consegnati all’Inquisizione, mentre i loro beni furono confiscati (perché facevano comodo alle casse del regno).
Il 13 e il venerdì, inoltre, “presi a soli“, rivestono altri significati cupi. Per quanto riguarda il numero, ad esempio, i filosofi dell’antica Grecia lo ritenevano “imperfetto“, mentre per gli induisti mai radunarsi in tredici, perché è di “cattivo auspicio”. Ma il mondo è pieno degli effetti della fobia del venerdì 13: lo sapevate che negli alberghi americani difficilmente
troverete la stanza numero 13?
ll venerdì, invece, non è soltanto il giorno in cui avvenne l’Ultima Cena, ma anche quello in cui accadde la Passione di Cristo, la tentazione di Eva, il Diluvio Universale e la distruzione del Tempio di Salomone.
Nell’Antica Roma e in Inghilterra, poi, il venerdì era dedicato alle esecuzioni capitali. Anche la storia contemporanea ci ha messo del suo. Esempi: “Houston, abbiamo un problema“, ovvero il disastro dell’Apollo 13, lanciato alle 13:13, ma con happy end. Oppure il Venerdì nero di Wall Street (1929).
In Italia, comunque, si dice che l’accoppiata “sfortunata” non sia “venerdì 13″, bensì “venerdì 17″.
Lo sosteniamo soprattutto noi napoletani.. Perché? In questo caso c’entra un anagramma latino. Diciassette in numeri romani è XVII, cioé l’anagramma di VIXI, ovvero il perfetto di VIVO, da tradurre con “Io vissi“.
Insomma, bisogna toccare ferro oggi o quando sul calendario toccherà al Venerdì 13? Alitalia, tuttavia, ha preferito tagliare la testa al toro: non esiste né il posto numero 13 né quello numero 17!
Venerdì 13 i telegiornali della notte hanno presentato le prime immagini degli attentati di Parigi, ma è solo un caso. (?)
Per saperne di più:
www.focus.it//perche-il-giorno-venerdi-13-e-considerato-sfortunato
http://www.tgcom24.mediaset.it/magazine/2014/notizia/curiosita-e-superstizione-perche-il-venerdi-13-porta-sfortuna–
Raffaele Iandoli
raffaeleiandoli.ilponte@gmail.com