La Malattia di Lyme anche ad Avellino e provincia
La Malattia di Lyme anche ad Avellino e provincia
La malattia di Lyme é una patologia sistemica, ad interessamento multiorgano, che esordisce con manifestazioni cutanee nel sito di puntura di una zecca della specie Ixodes o, in Italia, della specie ricinus. I malcapitati possono non ricordare di essere stati punti da una zecca poiché questa è in genere indolore.
La malattia può rimanere localizzata alla cute o coinvolge in poco tempo il cuore, le articolazioni ed il sistema nervoso centrale. Gli esami ematochimici sono spesso negativi nelle fasi iniziali dell’infezione.
La diagnosi e l’inizio precoce della terapia specifica, già ai primi segni sulla cute, sono gli unici metodi per bloccarne la progressione ad altri organi.
Le zecche sono artropodi della classe degli aracnidi che vengono distinte in diverse specie, alcune delle quali sono responsabili della trasmissione all’uomo di varie malattie.
Hanno un ciclo di vita trifasico che inizia delle centinaia di uova deposte dalla femmina adulta. Da queste si sviluppano le larve esapodi che non si allontanano dal terreno attendendo l’ospite intermedio. Dopo un pasto di sangue si staccano dall’ospite e ricadono al suolo per mutare in ninfe ottopodi. Queste risalgono i fili d’erba per attaccarsi a qualsiasi mammifero di passaggio che pungono per nutrirsi, poi cadono al suolo, e si trasformano in zecche adulte. Dopo l’accoppiamento le femmine vanno incontro al riposo invernale.
Nella primavera seguente deporranno le uova concludendo il loro ciclo vitale.
Possono essere considerati serbatoi dell’infezione da Borrelie i caprioli, i cervi, le lepri, le volpi, e i ricci. Questi animali si sono spostati dall’Est al Centro Europa, quindi lungo le Alpi e gli Appennini hanno diffuso le zecche della malattia di Lyme fino a noi.
Il nome della malattia trae origine dalla città di Lyme dove, nel 1975, si verificò la prima epidemia, caratterizzata da un misterioso aumento dei casi di artrite, soprattutto infantile. L’artrite era preceduta da eritema cutaneo inizialmente localizzato al torace, addome, dorso e natiche, che poi si ingrandiva fino a raggiungere una dimensione variabile tra i 9 e i 30 cm. Compariva anche malessere, cefalea e dolori articolari.
La malattia è attualmente diffusa in molti Stati del Nord America, nelle zone temperate dell’Asia, e in Europa. In Italia la malattia è presente a Nord, mentre al Sud viene solo sporadicamente segnalata e alcuni anni fa toccò a noi individuarla per la prima volta anche nella nostra provincia.
In presenza delle lesioni cutanee, l’eritema migrante, si deve iniziare la terapia specifica anche in mancanza dei test di laboratorio di conferma (ELISA o Western blot) in quanto nell’uomo la risposta anticorpale specifica si sviluppa anche dopo mesi o anni.
Farmaco di prima scelta nell’adulto è la doxicillina (100 mg. ogni 12 ore per 10 giorni), nei bambini sono efficaci l’amoxicillina e la penicillina V. Le manifestazioni neurologiche possono essere trattate con il ceftriaxone (2 gr/die per 15-30 giorni), l’artrite (intermittente o cronica) con la doxicillina o con l’amoxicillina (500 mg x 4 /die per 30-60 giorni).
Se il trattamento viene iniziato precocemente, l’incidenza delle manifestazioni neurologiche, cardiache ed articolari si riduce drasticamente.
Quindi, in caso di puntura di zecche che frequentemente vengono ospitate dagli animali domestici, è bene non limitarsi a disinfettare ma osservare bene la cute, cercando quei segni che possono precocemente avvertirci di un grave pericolo.
Per saperne di più:
Longmore M, Wilkinson I, Torok E. “Oxford” Manuale di medicina clinica. EMSI, 2006;626.
Sorice F. Il lardi I. Malattia di Lyme. In Sorice F, Ortona L:”Malattie Infettive”. UTET, 200:330-332.
Raffaele Iandoli
raffaeleiandoli.ilponte@gmail.com