Da movimento a partito
Da movimento a partito
Tante persone, avendo letto nei miei articoli una simpatia per il Movimento 5Stelle, hanno, garbatamente, polemizzato facendomi rilevare l’errore, secondo loro, più evidente dei grillini: il rifiuto di ogni accordo proposto dal Partito Democratico, rinunciando, così, a concorrere al cambiamento del Paese e della Politica.
Osservazioni giuste, corrette, quasi totalmente condivisibili, tant’è che, in passato, non sono stato tenero nei confronti della “presunzione” di Grillo di poter ottenere la maggioranza assoluta per realizzare il cambiamento.
Personalmente, resto convinto che la qualità più bella della Politica sia la “mediazione”, intesa, però, non come “compromesso” al ribasso, per accontentare la maggioranza dei cittadini. La politica, a mio modesto avviso, è soprattutto la corretta mediazione tra interessi diversi con due, decisive, qualità: la cura del bene comune, prima degli interessi privati, e la tutela degli ultimi, degli emarginati e degli esclusi, prima dei benestanti, dei ricchi e dei potenti. Ogni altra scelta (o mediazione) politica che non avesse questi obiettivi nei presupposti della sua azione amministrativa o di governo sarebbe, nei fatti, iniqua, ingiusta e perdente!
Detto ciò, non si può non rilevare che negli ultimi trent’anni (ma anche la Prima Repubblica aveva dato segnali negativi) la politica si è distinta, quasi esclusivamente, per la vocazione a tutelare gli interessi di gruppi di potere, prima degli interessi collettivi. Non solo, ma la politica ha abdicato, da tempo, alla sua funzione di guida delle comunità, di formazione delle coscienze e di crescita delle nuove classi dirigenti.
Nel disinteresse collettivo (noi cattolici dove eravamo …?) si sono affermati valori ed ideologie assolutamente contrarie alla buona prassi. La ricerca del successo, il carrierismo, la rincorsa alla ricchezza personale, il consumismo (con la cultura dello “scarto” tanto biasimata da Papa Francesco) hanno minato i valori “sacri” della nostra società: la famiglia, la sobrietà, l’onestà, la solidarietà e la fratellanza (all’interno delle comunità e tra loro stesse).
L’effetto più grave di tutto ciò è stato il dilagare della corruzione, la diffusione della delinquenza organizzata, il prevalere dei poteri forti ed occulti della società! La Politica si è prima coinvolta in queste anomalie, quindi, si è lasciata dominare, fino ad affidarsi esclusivamente ad esse rinunciando alla sua vocazione primaria.
La nascita del Movimento 5Stelle è stata solo una prima risposta, nata nella stessa società civile, rispetto al degrado morale ed ideale della politica. Una risposta non ancora organizzata ma che ha ottenuto un successo inimmaginabile dagli stessi promotori! Perché i grillini si sono imposti come una nuova ipotesi di impegno politico e perché hanno realizzato il desiderio prepotente di tutto un altro modo di essere soggetti politici: il sogno, cioè, di una politica fatta di onestà, di sincerità, di limpidezza e di giustizia! Una risposta che, però, non può considerarsi ancora completa e definitiva.
Ora, se questa, sintetica, analisi può avere in sé qualche elemento di verità, la domanda che dovremmo porci è questa: un movimento così giovane, fatto da persone e gruppi che addirittura non si conoscevano tra loro, messi insieme più per gioco (o sfida) che per convinzione, uniti da pochi slogan e principi condivisi, quali possibilità aveva di sopravvivere se avesse scelto di collaborare, permettendo ai suoi neofiti eletti di governare insieme ad una classe politica che, quasi quotidianamente, dà prova di corruzione e di incapacità ? Qualcuno crede che gli “agnelli a 5Stelle” avrebbero avuto qualche speranza di vita ove avessero scelto di convivere con i noti “lupi”, (vecchi, furbi ed affamati), che prevalgono nei partiti che conosciamo?
Perciò, a mio modesto avviso, la scelta del Movimento 5Stelle non è stata quella di rinunciare a cambiare in meglio la nostra società non accettando le proposte di collaborazione che venivano offerte dal PD. La loro è stata una scelta difensiva, mirata a “salvare” l’autonomia del Movimento rispetto alle seduzioni del potere; la coerenza degli eletti rispetto ad alcuni principi qualificanti della loro partecipazione politica!
Piuttosto, la domanda che dovremmo porci è un’altra: in che misura la loro fermezza è servita a costringere gli altri partiti a cambiare registro, inducendoli a proporre uomini, comportamenti, idee e soluzioni nuove e diverse rispetto al passato? Ed ancora, che speranza c’è che alcuni valori che sono alla base della nascita del Movimento possano utilmente influenzare le scelte e le decisioni della vecchia politica?
Certo, oggi, per i 5Stelle si pone il problema, non eludibile, della trasformazione da movimento a partito: un passaggio necessario per favorirne un probabile successo elettorale, con le regole dell’Italicum! Una decisione importante che dovrebbe indurli a contaminarsi con la parte sana della società! E’ bene, perciò, che comincino a porselo questo obiettivo. Gli elettori (soprattutto quelli che hanno, da tempo, rinunciato a votare) si faranno convincere solo da una proposta forte di governo del Paese e delle comunità locali e da un progetto serio, organizzato e vincente, non da approssimazioni o da tentativi ingenui e poco credibili!
Staremo a vedere cosa saranno capaci di inventare per vincere …. se è veramente questo il loro obiettivo!
Michele Criscuoli michelecriscuoli.ilponte@gmail.com